guru70 ha scritto:
Vik57 ha scritto:
nelle andature portanti si alzava la lama di deriva, lasciandone fuori circa un terzo, per ridurre l'attrito in acqua e favorire la planata. Ci si regola così anche sulle barche con deriva zavorrata o è troppo rischioso ridurre in tal modo l'effetto raddrizzante?

... una buona parte dell'effetto sbandante del vento dipende dalla capacita' dello scafo di opporsi allo scarroccio...
Due cosette semplici per illustrare il fenomeno:
1. all'aumentare della velocità, l'acqua si fa sempre più 'dura'; un esempio - ribaltato di 90° - è lo sci d'acqua; se trainato piano lo sciatore non sale, e se era salito, piano piano affonda, non governa gli sci, che vanno solo a fondo; se veloce, l'acqua sotto lo sci è dura come il ghiaccio, e lui ci pattina tranquillamente sopra, ha capacità evolutive delicate ma efficacissime.
Tradotto: in velocità l'acqua sottovento alla deriva le fa 'lo sgambetto'; per evitarlo laschi le vele, ma in cammino è molto più semplice ed efficace (velocità, confort, sicurezza) tirar su deriva.
Ricordiamoci che la formula della portanza in acqua è più o meno P= V*V*S, che vuol dire in sostanza: se ti serve una portanza
P per non scarrocciare, all'aumento della
Velocità, se non 'tieni' la barca puoi diminuire la
Superficie riducendo di poco la
Portanza, che puoi portare ad essere la stessa che ti consentiva di non scarrocciare già alla velocità che avevi prima che aumentasse;
2. ragionamento al limite: timone giù, deriva tutta su; la barca che 'cade' verso avanti, 'appesa' al chiodo della pala timone, tende ad allineare la forza (CV, avanti al CRLat/CD) con il crl stesso e con la pala, rendendo difficile il lavoro per le linee d'acqua (e per il rollio) che vorrebbero provocare variazioni di direzione (c'è dell'altro, ma questo secondo me è spessissimo preponderante).
guru70 ha scritto:
ricordo quando giocavo da bambino con le barchette di polistirolo... (un pezzo di cassetta a forma di U con uno stecchino e la vela...)
sebbene non avessero avuto nessuna deriva (in realta' proprio perche' non ce l'avevano...) era impossibile ribaltarle soffiando sulla vela di lato... semplicemente lo scafo scivolava via di lato...
Mio padre, gran praticone da ragazzino in Versilia, quando ero un bambino mi costruì - totalmente ignorante di teoria - un modellino con grandi volumi a prua e molto affilato a poppa: era impossibile farlo andare senza straorze ad ogni momento; lui, ripeto ignorante, si inventò uno skeg/trimmer subito a pruavia della pala...
guru70 ha scritto:
un altro aspetto interessante per le barche con deriva basculante e' il fatto che oltre che ridurre la sup. immersa, la riduzione di deriva comporta anche lo spostamento verso poppa sia del suo baricentro che del centro di deriva...
Vedi sopra "2. ragionamento al limite"
guru70 ha scritto:
questo dovrebbe aiutare a compensare l'appruamento dovuto al fatto che il centro velico nelle andature larghe si sposta molto verso prua (la randa e' tutta aperta e quindi si trova a mezza barca...)
Se il CV si sposta molto a prua del CRLong. provoca un momento che tende, come dici, ad appruare la barca. Ma anche senza considerare lo spostamento a prua, è la sua altezza (distanza da CRLong.) che incide parecchio su questo fenomeno.
Aggiungo che in crociera puoi:
- spostare quanto possibile verso poppa i pesi 'pesanti' e relativamente mobili se prevedi un tratto di navigazione abbastanza lungo da valerne la pena;
- posizionare i 'pesi inutili' e mobili (ragazza con occhiali, telo e olio di cocco...) dove dici tu e non dove dice lei;
- sui pesi fissi speriamo che tu abbia già provveduto 'a terra' ad un assetto che non possa essere quasi mai critico in tutte le condizioni;
- usare lo spi, quando si può;
In regata, invece:
- equipaggio a poppa, e - se decentemente agile - equilibrato nei pesi e posizionato sui bordi opposti, per compensare con la propria mobilità la tendenza al rollio (straorza e strapoggia) invece di doverlo fare con costanti e rapide correzioni di barra;
- tutto quanto già detto per la crociera;
- probabilmente quacos'altro che qui dimentico.
Ricordo che sul Vaurien (e qui torna il discorso sulla planata) la testa della deriva aveva un taglio verso prua che consentiva di inclinarla verso poppa anche senza alzarla: serviva a cercare la planata anche quando l'aria non era troppo forte e alzando deriva si sarebbe pagato con scarroccio. Spesso funzionava.
Mi riprometto di riesumare una tabella che riassume in estrema sintesi le tendenze indotte orza-poggia al variare degli strumenti aria, andatura, pesi, forme etc. fissi o governabili.
Potrebbe essere un discreto spunto di riflessione per continuare.
[psss. @ guru: rileggendo mi sono accorto che sembra che io mi rivolga a te; be', non riscrivo tutto, ma i (gli eventuali) destinatari di quanto sopra sono piuttosto i soliti, quelli che prendono la deriva come uno strumento di stabilità...

]
guru70 ha scritto:
magari ne discutiamo in un thread apposta...
e' una questione interessante.
@ Paddy: che bello non essere un vero amministratore! Ora tocca a te (e non a me

) spezzare il thread come si deve..., magari con un link dalla tua apertura a queste cosette... Grazie!)