Nonostante il gelo continuo a raccontarmela.
.... come dicevo il mare per fortuna si calma e Viky che si comportava come un cavallo... un bue muschiato imbizzarrito diventa più docile e possiamo cenare.
Satollo, anche se leggero, la cucina vegana è sorprendentemente adatta al movimento della barca, mi sdraio a riposare.
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Turni anarchici quindi fino al mattino per controllare il naviglio che si incrocia, in realtà abbiamo incrociato un catamarano, un traghetto e una petroliera in 25 ore, ma sopratutto per controllare i temporali che ci circondano spingendoli lontano con la forza del pensiero, altro non si può fare.
Ad ogni sveglia, invariabilmente trovavo sul tavolo del pozzetto qualche sacchetto di noci e frutta secca, cioccolato e altre cose sfiziose, ancora una volta santa Laura, sgranocchiato qualcosa mi sedevo a poppa davanti al timone e agli strumenti, mentre lei mi sostituiva nell'anno sotto vento riparata dallo spray hood. Se non succede nulla le traversate sono noia e poco altro e a noi non è successo nulla. Solo il tramonto e l'alba insomma.
L'alba ci raggiunge durante il mio turno, Laura ne ha viste centinaia, io no e quindi se pur stanchissimo dopo tre ore al timone (a guardare il timone) rimango sveglio fino a vedere il sole ben alto nel cielo, incantato da questa magia.
Dall'alba fino a metà mattina, quando avvistiamo Ponza, riusciamo anche a veleggiare un po', risparmiando qualche litro di carburante che non paghiamo, ma che scende inesorabilmente.
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Con un atterraggio perfetto, seppur miniante aiutati dal Navionics puntiamo sul lato SO per poi andare a fermarci in una delle cale vicine al paese.
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