Marinai di Terraferma

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 Oggetto del messaggio: esame da capitano - una tranquilla giornata di bora
MessaggioInviato: 17/09/2015, 22:05 
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Soffia bora. La barca è pronta a salpare per la crociera, ma dopo quasi un mese di tempo meraviglioso, oggi soffia bora e così siamo costretti a rimandare la partenza. Poco male, le previsioni danno bello stabile a partire da domani e io me ne posso stare tranquillo tutto il pomeriggio e magari preparare il barbecue per stasera. La barca è all'ancora davanti casa e dalla terrazza, con una birra in mano, me la guardo, bella pronta, con tutte le sue cose al loro posto, dritta contro la bora appesa alla sua bella ancora da 50 kg. Stanotte dormo tranquillo anche se soffia, il fango avrà già ingoiato i denti del ferro e da lì non la schioda nessuno. I bambini schiacciano il pisolino dopo pranzo e Yanez gioca sul pavimento. L'aria è fresca e in terrazza si sta che è una meraviglia all'ombra della tenda a guardare pigramente il mondo e il mare spazzato dal vento, con le piccole crestine delle onde che corrono tutte insieme verso la spiaggia in fondo alla baia. Proprio in quel momento Violanda viene a sedersi vicino a me col caffè in mano. Io ostento noncuranza, ma non c'è nulla da fare. Anche Violanda fa finta di niente e proprio mentre sto pensando di andare a prendermi una slivovic per digerire il fritto e socchiudermi le palpebre prima di trascinarmi sul divano, Violanda attacca.
Beh oggi soffia, oggi non si può proprio dire che non ci sia vento.
Provo a cambiare discorso, ma Violanda insiste
Eh già oggi c'è proprio un bel venticello.
È inutile opporre resistenza, so benissimo cosa vuole Violanda. Da quando ho montato le sartie nuove e le nuove bigotte confezionate lo scorso inverno, Violanda esige una prova del fuoco e con le brezzoline che ci sono state finora, non si può proprio dire di avere testato l'attrezzatura, perché l'albero sarebbe rimasto in piedi anche se l'avessimo legato con lo spago.
Oggi però soffia bene.
Ribadisce Violanda. Non è solo per testare le sartie sulle quali nutro ben pochi dubbi. In realtà già da qualche tempo continuo a ripetermi che noi, in realtà, sventolate serie ne abbiamo prese ben poche, e forse neanche tanto violente. Mai in tutte le nostre crociere abbiamo dovuto terzarolare le vele e mi sembra strano, quando sento parlare gli altri che prendono una o due mani, pensare che a me il dubbio se ridurre o meno sarà venuto al massimo un paio di volte. Solo una volta ho preso una mano, ma in realtà non serviva neanche. Eravamo a Rab e tirava bora, ma in realtà i terzaroli servivano piuttosto a calmare Violanda che per effettiva sicurezza. Tanto che alla fine lei non si stava divertendo, tempo ne avevamo e ce ne siamo tornati in spiaggia a fare il bagno.
Insomma voglio testare la barca. Anzi, voglio testare me stesso per vedere cosa succede quando tira per davvero. So che la mia barca non ha problemi e so che i venticelli che a me sembrano uragani, sono per il mio catamarano ariette da festa e allora voglio vedere cosa succede quando soffia per davvero. E lo voglio fare da solo. Senza passeggeri e soprattutto senza bambini, in modo da non avere scuse e pensare solo alla barca e al mare.
E oggi soffia.
Vinco la mia pigrizia, rinuncio alla slivo e al divano e controvoglia scendo in spiaggia e pagaio sulla tavola da surf che uso come tender.
In breve sono a bordo.
Lego il surf alla cima dell'ancora e comincio a preparare la barca. Chiudo i boccaporti, lego i materassini e i giocattoli dei bambini seminati in giro per tutta la coperta, scopro la randa e armo il fiocco piccolo.
Il vento soffia e sento la maglietta che mi sbatte sul dorso. Non ho un anemometro, ma ho imparato a riconoscere l'intensità del vento volando in parapendio. Quando i vestiti svolazzano sono in genere 30 km\h. Quindi stimo che dovrebbero esserci 18 nodi. Forse meno, forse di più. Sono teso, ma anche questa è una sensazione che ho imparato a conoscere volando. Quando sei in decollo il vento sembra sempre molto forte, ma appena decollato, entri nel vento e tutto diventa normale. Anche il rumore della vela che sbatte mette ansia e paura, ma ancora una volta so che è solo suggestione. Isso la randa, cazzo bene il picco. Poi su il fiocco piccolo. A prua a slegare l'ancora che lascio sul fondo appesa al surf, poi di corsa al timone e si decolla.
Fin qui tutto bene. La barca fila di bolina, ma senza grossi problemi. Anzi, un po' sono deluso, speravo in qualcosa di più. Subito noto che le sartie non sono bene cazzate e permettono un lasco allo strallo che rimane in bando. Il fiocco di conseguenza non è issato come dovrebbe e mi fa le pance. Poco male, vorrà dire che stringerò un po' meno, ma tanto, mica devo fare miglia. Viro una volta e cerco di farlo bene e non da pigro come al solito, quindi lasco randa, fiocco al collo e poi di nuovo vele a segno. Sono solo e la manovra richiede tempo.
Poi un'altra volta e un'altra ancora. Tutto fila e il gps che tengo tra le ginocchia non mi segna mai valori sopra ai 9 nodi.
Dentro la baia non è male, ma il mare vero è fuori, nel Velebit.
Il canale del Velebit è uno dei posti in Croazia dove la bora segna la massima intensità.
Volevamo metterci alla prova? E allora mettiamoci alla prova.
Comincio a spingermi verso la stretta bocca d'entrata del golfo e il gioco comincia a farsi più serio. Continuo a fare bordi per guadagnare mare, ma come al solito c'è una forte corrente che viene spinta dalla bora attraverso lo stretto collo di bottiglia che chiude la baia, per cui ho un solo bordo buono, mentre sull'altro lo scarroccio non mi fa guadagnare acqua, ma solo spazio per il bordo successivo. Incrocio di continuo due surf, che planano velocissimi e che vengono a saltare sulla mia scia, anche se la cosa a me non diverte, perché ora devo stare attento alla costa sempre molto vicina, da una parte e dall'altra, e in più devo controllare di non andare in collisione con i due surf che sbattono rumorosamente sull'acqua.
Primo errore. Non ho fatto nessun nodo in cima alle scotte del fiocco, per impedire che escano dalla carrucola di rinvio. All'ennesima virata, il fiocco impazzito vola a prua e sfila le scotte dall'angolo di scotta. Devo correre a recuperare la vela imbizzarrita e rinfilare le scotte al loro posto.
La coperta è bagnata. E subito penso: secondo errore. Non sono legato. Per fortuna il catamarano è molto stabile, ma devo essere veloce e contemporaneamente molto attento per non scivolare, cadere e farmi male o peggio finire in acqua.
La barca ha perso moltissima acqua e di nuovo comincio a guadagnare verso la passe. Mi rendo conto di quanto la barca subisca accelerazioni brutali che in pochissimi istanti ti portano oltre i 10 nodi, e come altrettanto velocemente rallenti fino a fermarmi, quando cambio andatura o finisco nel letto del vento.
Vicino all'imboccatura della baia lo spazio è molto ristretto, il vento rinforza e le onde della corrente entrante sono più presuntuose e mi fanno sbagliare nuovamente virata. Non è affatto facile virare velocemente da solo con vento così forte. Le onde sbattono sulle prue e le rimandano indietro, oppure quando la virata riesce perdo moltissimo tempo per rimettere le vele a segno, ma con la barca a 9, 10 nodi, lo spazio tra le due coste è veramente angusto, quindi mi capita di dover virare nuovamente appena le vele sono a segno. Faccio molta fatica a guadagnare acqua, in più qualche virata sbagliata mi costringe ad abbattere per cambiare mura, ma mi rendo conto che non appena mi metto il vento dietro, il catamarano accelera bruscamente e perdo sempre più acqua prima di tornare alla bolina. Provo una, due, cinque volte ad uscire ma non riesco mai a a guadagnare spazio abbastanza per un bordo buono che mi faccia oltrepassare la lingua di terra che chiude il golfo e quel dannato fanale verde in mezzo al passaggio. A questa velocità tutto sembra molto stretto e troppo vicino.
Alla fine rinuncio ad uscire, mi riporto un po' al centro e provo l'andatura al traverso. La barca fila tranquilla e il gps stretto tra le ginocchia segna 14 nodi. Lo metto in cabina perché non vorrei mi scivolasse in mare. La barca cammina e nuovamente non ho la sensazione di dover prendere mani. Wharram dice che si sente la necessità di ridurre quando di bolina la barca sembra non stia insieme, e al lasco quando tenta di infilare la prua sotto acqua, ma a me non dà questa idea e continuo ad incrociare i surf attraversando la baia da parte a parte, avanti e indietro. Sono soddisfatto e anche più calmo. L'albero si muove sul suo piede, ma non dà segni di incertezza, il fiocco è sempre male issato, ma la barca cammina. Sono fuori da un'oretta, è ora di tornare e non vedo l'ora di godermi la discesa al lasco. Porto il traverso fino quasi a toccare la costa, in modo da attraversare il golfo in diagonale e allungare quanto più possibile la discesa. Poggio, abbatto, regolo le vele e la barca accelera brutalmente. Con un colpo netto la traversa di poppa cambia posizione, ma me lo aspettavo e non mi spavento.
Per la prima volta ho la netta sensazione che la barca si inclini e in effetti la prua sottovento alza un baffo che spesso sorpassa la coperta e le onde che incontra riempono l'aria di spruzzi. Non oso mollare la barra per prendere il gps, ma siamo sicuramente oltre i 14 nodi che ho misurato prima. Ora sì, mi dico, dovrei ridurre. Ma la barca plana velocissima e la prua sottovento, se pur vicina all'acqua, rimane comunque alta sulle onde. Dovrei ridurre, ma questa folle discesa è elettrizzante e poi, mi dico, vogliamo vedere cosa succede o no? E allora tengo l'andatura, mentre il mio catamarano divora in brevissimo tempo tutta la lunghezza della baia ed ormai è ora di orzare e raggiungere il mio surf e la sua ancora. Qui giù il vento è decisamente più calmo e quello che prima mi metteva apprensione, mi sembra ora una brezzolina serale. Quando ammaino le vele scopro di avere una sete tremenda e la bocca secchissima. Sicuramente il vento mi ha asciugato, ma anche l'emozione non è stata poca. Le sartie sono lente e dovranno essere cazzate dopo la sventolata di oggi, ma sono molto più sicuro della qualità del lavoro e della mia barca.
Alla sera preparo il barbecue in terrazza e guardo, con una birra in mano, la mia barca all'ancora davanti casa , bella pronta, con tutte le sue cose al loro posto, sul mare finalmente piatto e senza vento appesa alla sua bella ancora da 50 kg. Sono più tranquillo e decisamente più soddisfatto. Possiamo partire per la crociera senza patemi d'animo, anche se con i bambini a bordo tutto sarebbe stato diverso. E allora? E allora come al solito farò in modo di navigare con mare e meteo sicuri, tuttavia è bello sapere di avere una barca di cui ti puoi fidare ciecamente.

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 Oggetto del messaggio: Re: esame da capitano - una tranquilla giornata di bora
MessaggioInviato: 17/09/2015, 22:50 
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Poi arriveranno i bravo, complimenti, nel racconto, che barca.

Ma un vaffa ogni tanto ci vorrebbe.
(A spostare auto ad Expo in questo momento)


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 Oggetto del messaggio: Re: esame da capitano - una tranquilla giornata di bora
MessaggioInviato: 18/09/2015, 10:38 
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margutte ha scritto:
Viro una volta e cerco di farlo bene e non da pigro come al solito, quindi lasco randa, fiocco al collo e poi di nuovo vele a segno. Sono solo e la manovra richiede tempo.


laschi la randa per virare?

margutte ha scritto:
la mia barca all'ancora davanti casa .... appesa alla sua bella ancora da 50 kg.


50 KG!!!!!! :o


margutte ha scritto:
è bello sapere di avere una barca di cui ti puoi fidare ciecamente.


... e un'ancora... da 50KG... !!!! :lol:


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 Oggetto del messaggio: Re: esame da capitano - una tranquilla giornata di bora
MessaggioInviato: 18/09/2015, 11:39 
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guru70 ha scritto:
margutte ha scritto:
la mia barca all'ancora davanti casa .... appesa alla sua bella ancora da 50 kg.


50 KG!!!!!! :o


margutte ha scritto:
è bello sapere di avere una barca di cui ti puoi fidare ciecamente.


... e un'ancora... da 50KG... !!!! :lol:

Ora capisco perché non senti il bisogno di avere una catena. :D


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 Oggetto del messaggio: Re: esame da capitano - una tranquilla giornata di bora
MessaggioInviato: 18/09/2015, 11:44 
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Credo, ma è una reminiscenza, che quell'ancora sia il corpo morto fisso nella Klimno Bay. Ricordo che si parlò dell'impossibilità di avere una boa e di soluzioni alternative per lasciare la barca per lunghi periodi.


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 Oggetto del messaggio: Re: esame da capitano - una tranquilla giornata di bora
MessaggioInviato: 18/09/2015, 12:42 
dipende dal tipo di barca o meglio se la barca vira facilmente o no
diciamo nel catamarano per virare bisogna avere più accortezze
intanto da soli francamente è dura
difatti lui lo dice"non guadagnavo acqua"perchè giustamente per virare
deve mettere il fiocco al collo essendo solo deve lascare la randa perciò il
catamarano si ferma e retrocede,quando rimette tutto a punto ha perso un casino
e nei bordi corti non può risalire
nel mio (con il prodiere)faccio questa manovra
man mano che mi avvicino al letto cazzo randa e fiocco fino a ferro poi viro
lasciando il fiocco al collo e la randa cazzata appena riprendo le altre mure
passo il fiocco poggio decisamente lascando leggermente la randa appena
riprendo ritorno a chiudere per guadagnare acqua(più facile farlo che dirlo ;) )


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 Oggetto del messaggio: Re: esame da capitano - una tranquilla giornata di bora
MessaggioInviato: 18/09/2015, 20:30 
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Anch'io dal racconto avevo capito che l'ancora da 50Kg fosse il corpo morto per un ormeggio a lungo termine...


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 Oggetto del messaggio: Re: esame da capitano - una tranquilla giornata di bora
MessaggioInviato: 18/09/2015, 21:35 
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guru70 ha scritto:

laschi la randa per virare?




ne avevamo parlato tempo fa ora vado a cercare il 3d.

normalmente no, ma dopo discussione su questo forum e in condizioni difficili ci ho provato e forse ho trovato dei benefici. Cazzo a ferro, viro, fiocco a collo, lasco randa, finisco virata, vele a segno...anche se non sempre riesce.

e ......l'ancora da 50 kg è un ferro semimobile che uso come corpo morto. Non è mai salito in barca, ma lo sposto di qua e di là in modo da non lasciare la barca sempre nello stesso punto. Neanche di questo trovo le foto. sto cercando di montare un filmato della giornata che ho raccontato

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 Oggetto del messaggio: Re: esame da capitano - una tranquilla giornata di bora
MessaggioInviato: 18/09/2015, 21:48 
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marco54 ha scritto:
ivano ha scritto:
una cosa che mi sta sulle p.è questa"i catamarani non vanno bene di bolina" perfino marco l'ha detto


Ivano, mi sa che ti sbagli, non credo di averlo mai detto e comunque non lo penso. Immagino ti riferisca a quando, rispondendo a Jo, dicevo che secondo me sul cat e' quasi indispensabile un code 0 perché, con venti molto deboli, il fiocchetto ha una superficie troppo esigua per farlo andare decentemente. Poi, ovviamente, ci sono molti cat che di bolina non vanno neanche sotto tortura, ma in genere si tratta di barche di altre dimensioni e nate per il charter.

Per quanto riguarda la virata, mi sembra siano state dette le cose essenziali. Sottolineerei due aspetti specifici del cat. Il cat, essendo molto veloce, naviga spesso con le vele cazzate ed è frequente sbagliarsi, cioè pensare di trovarsi in bolina stretta mentre rispetto al vento reale si sta facendo, se va bene, un traverso. Da qui il rischio di iniziare la virata troppo presto.

Un'altra cosa molto importante, anche questa già detta ma su un cat e' di primaria importanza, e' quella di lascare la randa, particolare di cui spesso ci si dimentica.


viewtopic.php?f=28&t=4480&hilit=virare+con+il+catamarano

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 Oggetto del messaggio: Re: esame da capitano - una tranquilla giornata di bora
MessaggioInviato: 18/09/2015, 22:44 
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margutte ha scritto:
Cazzo a ferro, viro, fiocco a collo, lasco randa, finisco virata, vele a segno...


Ok, adesso mi e' chiara la sequenza


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