Inattività è vero. Finito di viaggiare, montata la bici, cenato, tornato in barca……..dormito, ecco esco. Ho passato l’estate a cambiar vele anche se non ce n’era bisogno, mi sono detto così imparo meglio, provo. Allora prendo una mano, cambio il fiocco con la tormentina, cerco un fiocco più piccolo, che vada meglio di bolina. Trovo il fiocco, lo provo, lo tolgo, provo l’altro riarmo il primo. Poi lo spi, poi il jennaker: fuori il tangone , teso i venti, passo le scotte, isso la vela, tiro la calza, si stende…cambiamo direzione recupero monto il fiocco…..poi ancora preparo il jennaker e questa volta Mario si lascia scappare la drizza, che finisce in testa d’albero….fine giri vele. Forse Mario l’ha fatto apposta. Poi torno ad uscire da solo e ricomincio, adesso tocca al povero autopilota……E’ vero è difficile stare inattivi dopo una dose di scazzature continue che subiamo nella vita di tutti i giorni. La rotella messa in moto dal volano della vita gira e richiede attenzione. Forse dobbiamo attendere che tutto si scarichi, o dobbiamo scaricarla questa energia latente e allora quando con i piedi a penzoloni fuori dallo scafo guardiamo lontano, questo ci basterà.
P.S. nexus tutto quell'armamentario in mare, poi un che cade e riesce ad attaccarsi prima che passi la cima e via il recupero............ma siamo sicuri che il falcon tiri ancora oppure si ferma e torna indietro?
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