Salve, piccola premessa, io e il mio socio siamo completamente digiuni di vela "l'esperto sono io" solo perche su un gozzetto di mt 4,70 installai una randa e un fiocco, fissai l'albero su una scassa che poggiava sulla chiglia calcolando la distanza da prua a occhio avendo appreso le andature sul vangelo della vela glenans , non aveva deriva, ma il piccolo entrobordo faceva bene il suo lavoro di zavorra al centro della barca, naturalmente con una chiglia alta 15 cm lo scaroccio era l'ultimo dei problemi, ma tutti e due da sempre ci siamo dedicati alle barche e al mare,io sono stato anche imbarcato per un pò di tempo in marina militare. Il giorno della scuffiata siamo usciti alle 11 e fino alle 15 abbiamo percorso in lungo e in largo il mare di fronte ad Anzio prendendo confidenza con le varie andature. La mattina,prima di salpare ho avuto la malsana idea di eliminare il carrello della scotta della randa ed eseguire i rinvii del paranco da un unico punto fisso che era il bozzello con lo strozzascotte modificato, risultato e che la scotta si bloccava spesso nello strozzascotte per via del bozzello rovinato ai lati e perche siccome l'ultimo rimando lo riceveva dal boma nella parte più a prua, questo forzava nel girare bene perchè faceva leva nell'attaccatura al fondo della barca. Condizioni meteo? celo splendido e mare leggermente formato in aumento sino alla scuffiata, per il vento non saprei dirlo in porto chi diceva 15,20 nodi chi 25/30, di sicuro filavamo come siluri e l'adrenalina è rimasta alta tutto il tempo, Di ritorno quando mancavano tre o quattro bordi per rientrare ed eravamo di bolina ad un miglio mezzo o due dall'entrata del porto di nettuno, mentre arrivava un groppo non sono riuscito a lascare la randa, lo strozzascotte ha bloccato la scotta e io per sbloccarla a mano mi sono fatto avanti verso il centro della barca con il corpo per sbloccarla a mano.Lo spostamento di 100 e passa kg (non sono un'acciughina)sottovento ha fatto il resto,la barca si è rovesciata repentinamente e si è messa subito a 180, tutti e due eravamo sotto ,il mio amico amico è uscito subito, io vedendo in cabina un cellulare che che finiva sottosopra in cabina ho allungato la mano pensando che almeno avrei potuto chiamare soccorso, ma essendo sotto la barca per uscire mi sono dovuto immergere rendendo vana la "fantastica pensata". Mentre uscivo una cima mi si è avvolta al collo mi sono liberato e solo quando sono riaffiorato e ho trovato il mio amico che non vedevo perchè era sull'altro lato della barca, mi sono rincuorato. Naturalmente la deriva era rientrata e la barca galleggiava sottosopra, dopo 15/20 minuti un gozzo di pescatori che ci aveva visto ma che io non avevo visto perchè erano contro sole ci hanno soccorsi, scortati dalla guardia costiera lentamente ci hanno trainato verso il porto dove il giorno dopo abbiamo recuperato con calma la barca. La barca mentre veniva trainata si era messa a 90 gradi con le vele e l'albero che lambivano la superfice del mare, ma quando l'abbiamo ormeggiata ad un gavitello in porto ha assunto di nuovo la posizione capovolta. Tutti è due abbiamo avuto un senso di eccitazione per diversi giorni a seguire, dovuta sicuramente allo scampato pericolo.A freddo giorni dopo abbiamo rifatto tutta l'analisi del fatto che più o meno ho cercato di descrivervi, una volta in secca abbiamo notato che la barca gocciava acqua, per cui se acqua esce, acqua entra, ed abbiamo scoperto un taglio vicino la scassa della deriva, cosa che avremmo dovuto controllare prima perchè avevamo trovato un po d'acqua in cabina ma l'avevamo imputata ad un acquazzone dei giorni precedenti, per cui quell'acqua ci ha fatto pensare anche ad uno spostamento del peso dell'acqua durante la bolina, visto che non essendo le riserve così stagne sicuramente ce ne era dell'altra che non vedevamo. In questi giorni abbiamo provveduto alla riparazione della crepa e al ripristino del motore (dopo che lo abbiamo lasciato immerso un giorno in acqua dolce.....ora è perfetto) alle varie pulizie ecc.. Allo stesso tempo ci stiamo concentrando sulla sicurezza, abbiamo comprato un vhf portatile waterproof galleggiante, stiamo rivedendo la collocazione dei giubotti di salvataggio, abbiamo riempito sotto il piano di calpestio con un vari strati di poliuretano in lastre e come ho letto nel sito faremo dei fori ispezionabili nelle riserve d'aria che riempiremo di bottiglie d'acqua di plastica vuote. Due cose importanti le abbiamo imparate : se pensi di ridurre e dare una mano di terzaroli, lo devi fare nel momento in cui lo pensi e io era parecchio che lo avevo pensato ma non l'ho fatto, indossare i giubotti autogonfiabili ,perchè quel vento e quel mare te lo chiedevano e noi come stupidi li avevamo lasciati bene in fondo in cabina.La velocità l'emozione l'adrenalina a mille delle prime uscite a vela ci avevano dato alla testa, è abbiamo sopravvalutato la barca le nostre capacità e sottovalutato gli imprevisti e il mare, col senno di poi non è andata bene, è andata benissimo e adesso con il sorriso penso...... è tutta esperienza anche a 50 anni. Ps Adesso non ho paura a ritornare velocemente a mare, ho paura che mi venga la paura, perchè non mi voglio perdere le stupende emozioni che si provano andando per mare a vela. Andrea
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