Quanto dice Paddy - tutto giustissimo - merita forse qualche indicazione in più (facile scrivere per secondo...).
Difficile gerarchizzare, le elenco semplicemente e ciascuno le adatterà alla sua esperienza, alle diverse situazioni, alla sua barca, etc...
- il fiocco è più delicato della randa, se questa ha tasche solide per le stecche; far battere il fiocco per tutto il tempo che si impegna per issare la randa (e boma in trozza, etc...) lo può danneggiare, per cui in generale prima si issa la randa; poi il fiocco, comunque veloci ma senza far strafalcioni tipo penna in mura etc... chi soffre è la randa, e noi le vogliamo molto bene...
- su barche piccole, con armo non robustissimo e soprattutto senza winches, è vitale la tensione della drizza del fiocco, che agisce sul gratile: in generale dobbiamo uscire con meno catenaria possibile (non aver drizza lasca); allora prima fiocco. Per agevolare la tensione della drizza, a terra e sulle piccole derive, si usa "attaccarsi" allo strallo (che nelle piccole non è impegnato dai garrocci, ma libero, serve solo a tener su l'albero a barca senza vele), e tirare forte verso prua: ciò apprua l'albero e consente minor sforzo/maggiore efficacia nel tiro sulla drizza fiocco.
- anche barche di stazza non grandissima possono avere lo strallo indipendente dal fiocco, e anche su di esse si può operare, anche in acqua, sorreggendosi al pulpito di prua; se poi si ha una delfiniera come qualcuno...
(il morale della favola è che se hai winches a bordo cerca di usarli per cazzare la drizza del fiocco!!)
Nei disegni forniti da Paddy mancano... i parabordi!!
In particolare, uno a poppa estrema, ma che non sfugga, salverà scafo e forse anche timone (posizione delicata, quella, anche se giusta!!)
Insomma, gente:
"adelante, cum juicio..."