.... Seconda parte
Bollettino meteo di Spalato ore 6,00 del 20/07
Avvertimento: rischio di qualche temporale nel pomeriggio prevalentemente lungo la costa. Nel Canale Velebit all'inizio i colpi di vento da NE 30/40 nodi, in attenuazione.
Situazione meteo : il promontorio anticiclonico si mantiene sopra Adriatico
Previsioni prox 24 h : calmo o vento da NE nel corso della giornata NW e SW 6-17, localmente su adriatico settentrionale da NE 18-24 nodi, prevalentemente canale Velebit, in rapida attenuazione
Tendenza Adriatico settentrionale nuvoloso variabile con locali piogge, rovesci e tuoni ...
Krk-Torkul- Cherso- Canal D'Arsa- Medulin-Veruda, Mercoledi 21 /07
Vivere da soli porta qualche vantaggio che individuo sopratutto nel dover rendere conto a nessuno di ostacoli, disagi, errori che possono capitare durante qualsiasi attività. Questo confronto esclusivo solo solo con se stessi mi dà serenità e sicurezza, mi toglie l'ansia di dover sempre gratificare qualcuno. Non riuscendovi spesso con il prossimo, sono sovente di malumore e infastidito. Per contro da viaggiatore solitario mi manca la possibilità di condividere situazioni beatamente positive che pur ce ne sono state anche durante questo mio viaggio. Il dritto e il rovescio della medaglia.
Sono le sei del mattino, l'umidità e la temperatura non mi stimolano certo al bagno, ma la cima a terra qualcuno la deve sciogliere. Dopo un caffè caldo mi decido e in due minuti sgradevolmente mi immergo con l'umidità mattutina per liberarmi da quell'ancoraggio. Anche fossi stato in compagnia, ne sono sicuro, questo l'avrei dovuto fare io.
Dirigo convinto verso Nord con un borino giusto di prua che man mano mi scopro dalle ultime propaggini di Krk, rinforza con un mare vecchio, solo un residuo delle raffiche di bora di ieri. Lungo il percorso non trovo nessuno, sarà per l'ora penso, ma un po' alla volta realizzo che in queste acque non ci vuole passare proprio nessuno. La bora quando arriva qui deve essere implacabile e le possibilità di riparo sono davvero poche.
Su Cherso, un centinaio di mt sopra il livello del mare osservo con il binocolo Beli, unico paesino visibile senza alcun approdo. Poco prima in costa un agglomerato di case, dove un'amica durante una vacanza trascorsa alcuni anni fa, aveva faticato nel trovare la via del ritorno rischiando di perdersi lungo la scogliera, che dal mare si vede davvero impervia. Ancora più in alto c'è un altopiano percorso nei tratturi in bicicletta alcuni anni fa in una mattina di maggio uggiosa, con una nebbia davvero suggestiva. Tutti questi ricordi mi accompagnano mentre riesco a tenere solo a tratti un po' di fiocco e mantengo il motore su di giri più del solito perchè voglio andarmene in fretta da questo imbuto boroso. La randa la lascio chiusa perchè dovrei terzarolare e non ne ho voglia di farlo.
La barca batte di prua sull'onda e a ogni colpo penso alla mia vecchia zeppa di legno a piè d'albero che si sbriciola, speriamo, lentamente. Fino a quando non doppio il promontorio più a nord di Cherso, so di non esserne fuori. Basterebbero 10 minuti di bora improvvisa per farmi scadere di nuovo tutto a sud. La costa di Cherso mi dà qualche pensiero. Per accorciare il percorso nel doppiarla mi viene spontaneo stringerla il più possibile, ma mi rendo conto di sbagliare, navigare non è come guidare su strada un qualsiasi mezzo terrestre. Se arrivano delle raffiche da nord come ieri, in quel tratto di costa a est sottovento non c'è alcun punto di approdo, solo scogli affilati. Meglio starci alla larga anche allungando un po' la rotta. Invece la costa Ovest di Krk alla mia dx è davvero più ospitale con diverse baie dove riparare in caso di bora. La preferisco e fin che posso non la lascio.
Quando verso le 9,00 riesco a doppiare il promontorio di Cherso e finalmente appoggio verso sud-ovest il mio stato d'animo si rasserena. Anche se il percorso è ancora lungo il peggio è passato e ora posso puntare su Brestova. Anche se il mare non è mai in salita ora la mia strada la sento ormai in discesa.
Chiamo Ch chiedendo delle sue decisioni. Mi sembra ancora svanita, senza alcun orario in mano mi riferisce che mi raggiungeranno domani a Pola in corriera, ma candida mi dice vaga di non conoscere l'orario delle partenze perchè, mi riferisce, non ha Internet (???) Ci dovrebbe pensare il suo Al. Quando non si sa. Mi sembra davvero sprovveduta. Mentre io ho una prua che non so dove dirigere, lei me la vedo beatamente stesa sul divano a casa a fare inutilmente parole crociate.
Procedo verso sud infastidito da questi pensieri e indeciso se fermarmi come vorrei in Canal d'Arsa o Plomino dove non sono mai andato o scendere subito verso Promontore e Pola. Avrei preferito raccoglierla subito a Brestova sul molo del traghetto per fare un rientro con meno ansie sui tempi di rientro e vedere con calma anche con lei questi luoghi per me nuovi e fuori dai percorsi del turismo di massa.
Con i bollettini vedo che il tempo sta cambiando lentamente in peggio e questa giornata di bel sole mi sembra proprio sprecata. Finalmente sul mare deserto un grosso motoscafo si fa vedere e mi supera in planata, poco dopo incrocio un bialbero a secco di vele. Sono le uniche due imbarcazioni che vedo in navigazione in questo tratto di mare in 10 ore di navigazione. Vedo scorrere sulla dx le profonde insenature di Plomino e di Canal d'Arsa con il suo faro che mi rimarranno ancora ignote. Sarà per la prossima volta, dopo varie riflessioni mi decido a proseguire fino a Veruda per non correre il rischio di perdere l'incontro con mia figlia a Pola previsto per il giorno successivo, non so ancora a quale ora.
Veruda-Pola-Parenzo/Porec Giovedì 22 luglio
Per passare la notte nella baia piena di barche ho dovuto cercarmi a fatica un angolo dove dove buttare l'ancora.
L'arrivo a Pola di Ch e Al con la corriera è previsto per le 13,45 partendo da Trieste 4 ore prima.
Senza una vera colazione da Veruda arrivo in fondo al porto commerciale di Pola senza capire bene il percorso giusto da fare per entrare in marina. Credo di aver sbagliato. Dovevo tenere l'isolotto a dx e passare in una stretta porta di 3 (?) pali rossi/verdi che vedevo lontani a sin. nella parte nord. Tenendomi invece sulla dx della profonda insenatura di Pola, sono entrato nella zona del cantiere navale. Me ne accorgo solo quando da una grossa gru 30 mt alla mia dritta arriva un suono di avvertimento assordante che mi stende. La pensavo fissa sul molo, invece è galleggiante. Si trova non sul molo ma' su una piattaforma e staccatasi lentamente mi avverte che sta navigando nella mia direzione con la prua di una nave sospesa grande quanto un condominio. Piccino piccino, mi defilo velocemente togliendomi dall'impiccio, dirigendo la mia prua verso il nord della baia. Il luogo sarebbe anche bello, ma è rovinato da ruderi indistruttibili testimoni indelebili delle varie guerre e dai rottami sparsi della nostra inciviltà industriale. Mi accosto al distributore INA dove faccio di nuovo il pieno con solo 16 litri di benzina dopo aver usato quasi sempre il motore per almeno 10 ore.
Chiedo se posso accostare qualche ora in banchina a fianco ma non me lo concedono. Accosto al marina prendendo la cima lurida e puzzolente di un corpo morto imbrattando tutta la fiancata della mia barca. Avverto la direzione che devo andare in capitaneria per la nuova lista equipaggio e mi chiedono subito il permesso di navigazione che ovviamente invece trattengo per fare la pratica del mia nuova crew-list. Dopo circa 2 ore ritorno e consegno alla reception solo le fotocopie del mio permesso di navigazione avvertendo che per un imprevisto devo aspettare ancora un'ora. Non c'è problema mi dice trattenendolo e riponendolo distrattamente nello scaffale. Solo dopo mi precisa incidentalmente : ”sel parte questa sera il paga metà, doman il pagherà intero”. Mi sento raggirato nella tempistica di questa breve comunicazione.
“No pago proprio niente e il me restituisi i documenti perchè vado via subito: le prime due ore no se paga “, riferisco sicuro. Lui insiste che appena si entra in marina si paga la metà poi dopo le 14 giornata intera. Capisce che mi sono incavolato e determinato nel volermene andare subito. Insisto per la restituzione dei miei documenti peraltro cautamente consegnati solo in fotocopia e me ne vado ad aspettare all'ancora sperando di non doverci tornare per un repentino cambiamento meteo. Ch con Al arrivano puntuali, ma nonostante i precisi messaggi con le dovute spiegazioni per risparmiare telefonate, mi martellano al cel per sapere dove sono.
Li raccolgo volentieri e facilmente individuandoli al molo del distributore e nonostante il mio consiglio ( non portate da casa niente), hanno tre borse che non so dove mettere e resteranno in cabina fra le sedute.
Non posso fare a meno di considerare la semplicità del loro imbarco: vorrei partire sempre anch'io in quel modo, sorridenti, un passo più lungo dal pontile e via per nuovi approdi.
Sono le 15,00 e usciamo subito dal porto cercando di guadagnare tempo, abbiamo ancora solo domani tempo buono, poi arrivano temporali. Sono 60 miglia circa per tornare a casa. Metà oggi senza vento e metà domani. Avrei voluto prendermi ancora qualche giornata, ma il rischio di rimanere inchiodato con pioggia e vento in questi affollati marina mi induce ad un precoce ritorno a casa.
Le continue richieste di Al sulle manovre in barca alla sua prima uscita a vela mi compiacciono perchè si dimostra interessato e attivo.
In serata ci fermiamo, prima davanti a Rovigno per un bagno, poi a Parenzo/Porec nel piccolo e stretto marina vicino al centro storico dove troviamo fortunosamente un posto per dormire sonni tranquilli. Ci concediamo una cenetta a base di pesce in una piccola trattoria defilata dalla ressa del paese.
Porec/Parenzo-Pirano-Grado-Lignano, venerdì 23/07
Sveglia, il bollettino meteo conferma il peggioramento in serata. Pago il marina e dopo colazione andiamo a piedi alla Capitaneria in centro per il visto d'uscita e qualche spesa, anche se in marina mi avvertono che la procedura corretta sarebbe di andarci con la barca al molo. Il personale benevolmente non ci fa problemi (siamo in Istria) e accettano l'uscita senza accorgersi che il mio permesso di soggiorno è scaduto da quasi una settimana. Si perdono a chiedermi solo con precisione quale fosse la destinazione dopo Porec: Pirano o Lignano? Non lo so nemmeno io. Scrivono Pirano.
Quando a Pola avevo compilato la nuova lista equipaggio si erano accorti invece del permesso scaduto e volevano farmi pagare facendo uno strano ragionamento non un'altra settimana come dovuto, ma 15 giorni, 300 kune invece di 150. Naturalmente mi ero opposto e l'addetto complice o indeciso mi aveva condonato temporaneamente tutta la tassa. Ora aspetto me la chiedano di nuovo e invece non se ne accorgono. Meglio, passiamo anche il controllo di Polizia sul molo e quindi possiamo partire. Il vento da sud ovest ci è favorevole ma progressivamente aumenta. Per Al è la prima uscita a vela e dopo i primi entusiasmi con richieste di spiegazioni per tutte le manovre che gli do molto volentieri, risente del continuo rollio che ci accompagna risalendo verso Cittanova, Umago, Pirano. Doppiando Punta Salvore iniziamo ad attraversare le 12 miglia che ci separano da Grado mentre le nuvole e il vento aumentano essendo sempre più esposti perchè meno ridossati dalla costa.
La navigazione è impegnativa, la barca tiene bene, ma Al. fino a quando non reagisce alla paura alla vista dei temporali attivando, come dice lui fresco dello studio della Fisiologia, il suo sistema nervoso simpatico e non vince il parasimpatico, rimane steso colpito dal mal di mare. Ch tiene il timone egregiamente, raggiungiamo punte di velocità oltre i 6 nodi in parziale planata per le onde che ci colgono al giardinetto. Applico anche una ritenuta al boma per un tratto in cui procediamo con le vele a farfalla per evitare danni in caso di strambata. Quando siamo a metà della traversata sento il tempo peggiorare, il vento rinforza e l'onda si fa più lunga e profonda, preferisco prevenire e ridurre subito oltre il fiocco anche la randa con due mani di terzaroli. Per la manovra preferisco indossare il giubbotto autogonfiabile e legarmi alla life-line. Ma quando chiedo al timoniere di stringere e tenere la prua un po' al vento per completare la legatura della borosa sul boma non capisce o forse per un'ondata più lunga e profonda solo non ci riesce. Per poco non finisco con il boma fuoribordo. Basta davvero poco una manovra sbagliata o un attimo di distrazione.
Bisogna legarsi, legarsi sempre.
Per abbreviare i tempi e raggiungere rapidamente Grado accendo anche il motore stabilizzando la barca e mantenendo una velocità costante di 6 nodi. Al. rinviene alla vista dei temporali che si intravedono in pianura sull'orizzonte prima di infilarmi in laguna a Grado. Fra i canali lagunari per raggiungere Lignano mi disoriento. Il gps non li riporta tutti, solo quello per Aquileia. La Litoranea Veneta che si dirama da questo e attraverso i canali arriva a Venezia per Navionics non esiste, sono solo barene. Mi vergogno davvero quando con carte, eco e gps devo avvicinarmi ad un barchino di pescatori per chiedere conferma della correttezza della direzione intrapresa. Volevamo fermarci ancora una serata a Grado sull'isola Ravaina in un casone per cena. Ma non troviamo il molo. Il tempo è inoltre inclemente. Teniamo su la randa terzarolata per aiutare il motore anche lungo il canale che in alcuni punti è stretto e ha un fondale inferiore al metro costringendo Al a tirare su parzialmente e faticosamente la deriva. Le sue mani delicate ne soffrono.
Guardando la telecamera mi sorprendo di trovare ancora pellicola dopo che avevo visto ripetutamente Al e Ch impegnati in lunghe inquadrature durante la navigazione. Ridiamo insieme quando innocentemente mi confessano di averla sempre solo accesa, senza usare il tasto record per dare inizio alla ripresa, pensando non fosse necessario per farla partire !
Con un debole sole che a tratti filtra fra groppi e temporali incombenti sulla pianura, arriviamo dalla laguna di Grado a Lignano al tramonto verso le 20,30, prendendo solo due gocce di pioggia, consapevoli di essere stati assistiti da una buona stella.
All'arrivo un marinaio sul pontile ci accoglie prendendoci le cime. Non posso fare a meno di comunicargli il mio compiacimento per le premure del servizio che mi offrono sempre e oltre confine è solo un miraggio.
P.S. Sette giorni dopo
Alla prima uscita in mare dopo il mio giro in Croazia, a due miglia dalla costa il mio amato motore honda 6 hp 4 t è finito tristemente in acqua. Appena ho sentito il colpo sullo specchio di poppa e ho visto la chiavetta staccata che lo faceva spegnere, l'ho guardato con sguardo perso e incredulo.
La mia coscienza per qualche secondo si è rifiutata di accettare quella scomoda situazione.
In uscita nel canale c'era il solito mare confuso dovuto ai ferri da stiro in planata, niente di impossibile, contro vento quel mare lo doveva tenere, ma le fatiche dell'acciaio evidentemente prima o poi si fanno vedere.
Aveva improvvisamente ceduto il primo dei due perni del supporto, quello in alto che ne consente il movimento basculante. La piastra inox si era spaccata in corrispondenza del perno dove c'è un'elettrosaldatura ( vedi foto). Ora li fanno uguali, ma con perno passante in un buco e bulloni autobloccanti e lo danno a seconda dei negozi per motori di 15 o 20 HP.
Mentre disperatamente cercavo di mantenerlo in galleggiamento aiutato dalla riserva d'aria della sua calandra e ancora inchiavardato con morsetti e 2 bulloni al legno del suo supporto, ho urlato a mio figlio presente al suo primo giro in barca, di aiutarmi a tenerlo e poi di passarmi una cima per legarlo facendogli capire l'urgenza dell'intervento. Di solito lo lego sempre o con catena o con corda, quel giorno non lo era.
Il modo brusco e perentorio del mio tono l'ha offeso: mi ha chiesto ingenuamente di scendere subito a terra (!?) Mia moglie ha ricevuto l'ordine di buttare l'ancora mentre i ferri da stiro continuavano a passare incuranti a 10 mt in planata, Con Gm abbiamo cercato di legarlo controventandolo con le corde.
Dopo averlo messo in sicurezza mi sono reso conto che in quel modo non era possibile nemmeno tentare di rimetterlo in moto ammesso potesse funzionare perchè poteva aver preso acqua.
Il supporto di acciaio inoltre feriva continuamente muovendosi lo specchio di poppa.
Ho pensato alle vele e al vento abbastanza favorevole per un precipitoso rientro all'ormeggio, ma il traffico in uscita e la mancanza del freno a mano per manovrare in canale mi ha fatto preferire chiamare al cel il mio amico C. che in quel momento stava in zona disponibile con il suo ferro da stiro.
Mentre mi raggiungeva mi sono calato in acqua e con due chiavi da 13 l'ho sbullonato dal supporto. Con l'aiuto di mio figlio che ovviamente non era sceso (dove?) ho portato in pozzetto,il motore che credo pesi 34 kg.
Lieto fine con traino in marina, ricerca di un meccanico per un immediato lavaggio, che in particolare di sabato sera è una rarità, sostituzione olio (non annacquato) e il giorno dopo sostituzione supporto purtroppo identico a quello rotto.
L'unico lato positivo e per me importante di questa disavventura è che l'attiva collaborazione di mio figlio Gm dopo le prime esitazioni mi è stata davvero utile, necessaria e mi ha positivamente sorpreso.
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