In condizioni serie, ma non eccessive, valutabili fra i 25 e i 30 nodi, per un 6 metri la foto di brontolo è più o meno il limite, certo non piacevole, a quel punto infatti le vele sono quasi completamente coperte dallo scafo e la deriva ha perso totalmente la funzione di contrasto allo scarroccio. In assenza di elementi esterni, onde o equipaggio, che intervengono nel sistema, è decisamente improbabile andare oltre. Lo scafo per per le sue forme più piene a poppa sarà portato a ruotare per effetto del vento fino a mettere la prua nel suo letto e, conseguentemente a raddrizzarsi.
In quella posizione, ma anche ben oltre, la deriva non può rientrare, sicuramente non prima di aver superato di gran lunga i 90°, nella foto è forse a 50.
Gli elementi esterni che possono entrare in gioco sono il vero problema, un'onda in quelle condizioni può sdraiare e capovolgere la barca in equilibrio stabile, ma sicuramente precario; ancor più può l'equipaggio che cadendo sulle vele o sull'albero o anche solo aggrappandosi sottovento più aggiungere al sistema un peso facilmente superiore a quello della zavorra. Così si sono rovesciati il Viko tedesco e quello sul Verbano.
Il blocco della deriva è sicuramente un opzione, ma io non credo sia necessaria nelle nostre navigazioni, aggiunge anzi una manovra in più con conseguenti problemi di bloccaggio e difetti di funzionamento. Ritengo invece sia fondamentale conoscere la barca e imparare quali sono i suoi limiti, ma soprattutto quali sono i propri. In ultimo se ci si trova in mezzo c'è sempre il motore e potendolo prevenire il bar
