Tramp ha scritto:
Nexus ha scritto:
uffa! Ma se non lo so, non lo so... se lo seppi lo facessi....
Lungi da me mettere in forse la tua (e di altri) indubbia competenza, ma far rientrare nello scafo una quintalata di ghisa e di conseguenza alzare il baricentro più in alto della linea di galleggiamento ti sembra una cosa fattibile?!! Non sto dicendo in condizioni normali o in regata, sto parlando in condizioni critiche (almeno per me), di quelle che non vorresti essere li e speri di non intraversarti, non strambare, non scuffiare etc....
Poi se va fatto si fa.....
Chi ne ha voglia, sapientoni e non, può leggere. Nexus è obbligato
, e non solo lui...
Premetto che:
- non sarò breve;
- sono un 'vecchia scuola', e qui pare che se non hai elettronica anche la deriva non sei nessuno; ma so di cose basilari, che - scusate - vengono prima del cesso spaziale e del frigo cibernetico;
- quelli che descrivo, a volte con assertività magari sgradevole, sono i miei convincimenti e comportamenti standard, che hanno avuto poche eccezioni su molte onde; per inciso, sono ancora qui a scassare...
- che - e scusate se sembro cattivo - sarebbe bene che argomenti come questo venissero trattati a fondo fino ad averli compresi (e soprattutto almeno letti, quando capitano);
- che 'ste cose sono state dette più volte; e che non tutti sono d'accordo con me...
- che seguono considerazioni correggibili (e vi prego di farlo), ma sostanzialmente giuste.
Ci riprovo.
Siamo veloci, con vento 'vero', al lasco e/o in poppa su un'onda, o meglio su una serie di onde, per un tratto non indifferente e certamente impegnativo per l'attrezzatura tutta, per il timoniere e per l'equipaggio, sia pure in modi diversi.
Deriva su o deriva giù?
Primo:
- 15 cm di deriva
sempre giù ti consentono di avere
sempre una barca manovriera;
- se invece le allisci la pancia completamente, ogni tocco di timone si risolve in una 'saponettata' che raramente porterà la rotta dove vuoi tu in quel momento; dico momento perché più o meno stiamo andando dove vogliamo, il problema è sopravvivere e magari divertirsi senza far danni; insomma è un problema di correzioni 'istantanee', anche se ripetute e anche diverse /opposte tra loro;
- quindi deriva su significa sempre 15 cm giù, finché non sei all'ancora o sull'invaso.
Secondo: una deriva 'zavorrata' come quella del micropomo (90 kg, dicono, mai pesata), ha più di un effetto nelle diverse posizioni; vediamo.
Effetti longitudinali: sono ininfluenti ai fini di questi argomenti; al più, se la deriva è abbassata, aumenta il beccheggio.
Effetti laterali
- se bassa, una volta che la barca è inclinata la deriva cerca di tenerla dritta (e qui non ci piove, anche perché è già bagnato), ma diventa efficace direi soltanto dopo i 15-20° gradi 'veri', non percepiti; fino a questi limiti, tocca all'equipaggio muoversi... o lasciar perdere e farsela su un vero trascinapiombo;
- se bassa,
a barca lenta (reiprocamente: ad acqua lenta sottopancia e sulla deriva), la deriva non ha efficace funzione raddrizzante per resistenza laterale rispetto al fluido acqua: al massimo rimestola un po' la minestra; tutto è affidato al suo peso (vedi sopra),
- quindi, con inclinazioni 'umane' della barca, la deriva serve quasi solo a direzionare, come aiuto essenziale al timone (fa da perno di rotazione) e non far scarrocciare, che è la sua vera funzione primaria (quasi unica, dico io...)
- se bassa,
a barca veloce, ha la stessa funzione raddrizzante detta sopra;
[- anzi, un po' di più; per quanto detto qui di seguito, nei laschi durante il rollio la (poca) deriva funziona da 'raddrizzante' in modo alternato, e a sbandamenti bassi è addirittura più efficace per la sua superficie che per il suo peso, comunque disposto; ma direi che questo esula da questo argomento, o meglio meriterebbe un discorso più approfondito...]
- ma contemporaneamente ha una funzione sbandante dovuta all'eccessiva portanza (efficienza) relativa alla velocità aumentata; la deriva
'fa lo sgambetto alla barca' sotto la spinta delle vele, proprio mentre impedisce lo scarroccio; diciamo che è troppo efficace. Ed è questo che difficilmente entra nella zucca di molti.[Facciamo finta che sia vera questa formula della portanza: P = S*(v*v)
Dove P è portanza (forza sulla deriva, da sottovento, a sbandare!), S è la superficie di deriva immersa, v*v è il quadrato della velocità:
Ok , calcoliamo la Portanza alle varie velocità, con deriva tutta giù (1 mq per semplicità):
Vel 2 Knt --> P = 1*(2*2) = 4
Vel 4 Knt --> P = 1* (4*4) = 16 (!!!)
Osservazioni:
- P=4 e P=16... ma 4 e 16 cosa? Non ha nessuna importanza, semplicemente sappiamo che l'una è il quadruplo dell'altra. E l'effettivo valore della portanza non è quello calcolato con una formula semplificata: interviene a modificarlo almeno il valore di densità del fluido, uguale per i due calcoli, che non influisce sulla proporzione 1 a 4.
- se a 2 nodi ci basta una portanza "4" per avere uno scarroccio 'accettabile', che cosa ce ne facciamo di un "16"..? Potrebbe diminuire l'angolo di scarroccio, ma prima o poi te lo fa pagare con un'imbardata, spesso con una scuffia.
- proviamo allora a portare un po' su la deriva; ad es. 0,5 mq
Vel 4 knt --> P = 0,5*(4*4) = 8
Comunque almeno il doppio di "quanta era sufficiente" a 2 nodi...
Possiamo 'forse' mantenere la stessa prua e rotta, che anzi probabilmente differiranno tra loro di un angolo almeno uguale ma forse inferiore di quanto differissero a 2 nodi.
Faticando meno a tener dritta la barca, e rischiando meno imbardate e/o scuffie.
Che mi sembra sia quello che volevamo (almeno in un recente topic... )]E fin qui ho partorito un topolino...
... perché Nexus, ma in ottima e numerosa compagnia, non vuole rinunciare alla componente raddrizzante del peso della deriva...
La semplicissima risposta è che finché tieni la barca dritta (0°-10°-15°), hai sottovento Archimede che ci pensa lui, con una ginnastica automatica degna di un atleta, altro che di un cervellone! Si sposta di qua e di là al ritme del rollio, e non si stanca e non tradisce mai...
E hai una barca vivace, sì, ma molto più gestibile e sicura; a meno che tu non lasci la barra ad un'amic* (ma c'è l'apostrofo..) distratt*...
Quelli che hanno cat senza derive profonde (solo scafi) sanno già bene che non scarrocciano solo se vanno veloci, e non hanno da preoccuparsi di derive...
Quando superi quegli angoli... puoi:
- metter pesi (fissi, per lunghe navigazioni tranquille) e mobili sopravvento;
- alzare la deriva!!!
Vedrai che basta... e in aggiunta, nei laschi, quando il rollio è forte e il rischio anche, quel piombo che ti piace tanto, ma che è inerte (= in rotazione pendolare pericolosa e costante e fastidiosa) ruota solo su sé stesso, come uno scemo finalmente rabbonito...
Nexus... dammi retta...
In ultimo: ancora @Nexus: se hai dubbi sulla tenuta del sistema deriva, non hai che da pensare se intervenire, e magari poi farlo anche
; per inciso mi sembra che sulla barca di Daino l'intervento di ristrutturazione del sistema sia solido e migliorativo, dagli un'occhiata...