Uvala Landin, Isola di Pasman 45°54'51" N - 15°22'59" E / 43° 54.874' N - 15° 22.960 E
A est dell'insenatura di Zincena è rispetto a questa più abitata, c'è un ristorante, numerose abitazioni e pontili, che purtroppo non ho potuto visitare essendo questa la mia prima rada Croata e non avendo ancora sviluppato quella sensibilità per i bassi fondali e gli scogli affioranti, oltre a tanta curiosità, che mi consentirà in seguito di ormeggiarmi un po' ovunque.
Entrando in rada scegliamo 2 gavitelli liberi verso la costa nord, anche qui poca esperienza, con il Viko si può tranquillamente prenderne uno solo in due rimanendo vicini.
La baia è piena di motoscafi, ancora a portata dei "giornalieri" di Biograd e Pakostane, ma due gavitelli molto sotto costa sono liberi. Ci ormeggiamo e, mentre preparano il pranzo, mi butto per un esplorazione, come detto la primissima, delle isole croate. Non nascondo un po' di delusione, l'anno prima (2010) ho visitato la costa in tenda e mi aveva dato in effetti l'idea di essere un po' monotona, ma speravo che le isole fossero diverse. Mi accosto comunque all'enesimo lastrone frastagliato di calcare, pieno di ricci, qualcuno buono lo raccolgo, e quasi privo di vita. Mi sono portato anche le ciabatte e quindi decido di fare due passi, le Konoba sono famose devo assolutamente iniziare a capire, esco dall'acqua all'interno di una piccola darsena dove è ormeggiato un gozzo cabinato.
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Due righe per spiegare le foto. Il proprietario del gozzo chiaramente di un pescatore e mi incammino verso quello che sembra, appunto, un ristorante. Non ho fatto nemmeno 10 metri che un signore sui 40/80 anni mi rivolge la parola con un buongiorno italianissimo. Andiamo bene. Ammetto di essere un po' prevenuto sugli italiani, ma difficilmente mi sbaglio, comunque questo signore non è italiano, ma, scoprirò, ci ha lavorato e di conseguenza parla discretamente l'italiano, anche se il dialetto barese non mi è totalemnte comrpensibile.
Dopo il buongiorno il dialogo prosegue:
- "... io pescatore..."
- " ottimo, ma a me che mi frega?"
- "io vendo pesce"
- " e io - indicando la maschera e le pinne - non ho soldi con me"
- "io cucino pesce..."
- Penso: "mi stai diventando simpatico", esterno: "saremmo in 8 quanto vuoi per del buon pesce?"
Apre una cesta con dentro ghiaccio e una discreta quantità di paranza, oltre a alcuni pezzi più grandi chiaramente da allevamento, in un lato un polipo si arrampica infreddolito.
- riprovo a chiedere: "quanto vuoi?"
- "scegli!"
Un po' intimidito, lo slavo per me è ancora un'incognita, prendo 4 bei pesciotti, 2 manciate di sarde altrettanto di triglie di scoglio e il polipetto.
Sulla bilancia, tutto insieme, sono circa 5 kg, non molto per la voglia che mi sta montando, speriamo gli altri 7 non abbiano molta fame.
- "1000 kune."
- conto mentalmente: "mica poco 150 euro! Però dai siamo in 8, non si può pensare di far meno", ad alta voce "è troppo mi spiace"
- "compresa verdura - mi mostra l'orto dietro al muretto - vino e ... bambini?"
- "Si"
- "Allora anche coca cola"
Ok andata! Non ho dubbi su mia moglie, agli altri non chiedo, mal che vada me li pappo tutti io. Ci vediamo, mi dice presto 6 e mezza perché poi fa buio.
Azz. Però... si va bene l'orario, ma io nuoto, le mie figlie pure, ma gli altri so che non sono grandi nuotatori e quei 100/150 metri come li facciamo? Al ritorno poi, io non voglio riuscire a nuotare.
Nemmeno il tempo di formulare il pensiero che il mio amico pescatore mi chiede quali sono le barche, che indico, e mi dice che sarà da noi con il gozzo alle 18,15.
Così è! Accosta di poppa, saltiamo sulla sua prua e l'avventura ha inizio.
Appena sbarcati l'ambiente è profondamente cambiato, c'è un lungo tavolo in luogo della sedia e della rete in riparazione, apparecchiato con piatti da osteria milanese, bicchieri con le tacche, quelli del vino alla pesa di Porta Genova, posate spaiate e... una decina di ciotole contenenti ogni tipo di verdura dalle patate al cavolo, dai cetrioli ai pomodori, in una ciotola il polipetto è spezzettato fra le patate il prezzemo e una montagna di aglio, c'è il vino (caldo), e la coca cola (fredda), acqua. Il nostro amico è alla griglia dove sfrigolano le sarde e le orate alcune melanzane e poche zucchine, le triglie, mi dice, sono in casa a friggere.
Nell'attesa i ragazzi si dedicano agli scogli e noi iniziamo a piluccare dei pezzetti di pane con una salsa, che poi scoprirò essere onnipresente sul territorio: peperoni e melanzane.
Il pesce mette poco a cuocere, il polipo altrettanto a finire nel mio pancino, ma anche il resto viene mangiato con somma soddisfazione. La Croazia, delle isole, mi piace sempre di più.
Alla fine la figlia, credo, ci offre anche un dolce fatto da lei, marmellata di arance e cioccolato che personalmente non avrei mischiato in una sola crepes, ma tanté se qui si fa così dobbiamo adattarci.
All'imbrunire, satolli e soddisfatti, mi appopinquo per saldare il conto e, sorpresa, mi viene fatto notare che 5 litri di vino e 4 di coca cola, oltre al dolce, sono un po' più di quanto pattuito. Non posso in effetti dargli torno, bastava forse dirlo prima, e così le kune diventano 1500.
Ci riaccompagna alle barche e scendendo mi regala una bottiglia del bianco che abbiamo bevuto a tavola.
Alle 23 nel buio totale si è avvicinata una barchina per chiedere il pagamento dell'ormeggio, faccio notare che ho mangiato al ristorante, ma lui gentile mi dice che il ristorante è quello sopra non il pescatore. 50 kune, comunque onesto.