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Unije 44° 38.168'N 14° 14.848'E
La prima volta che mi sono fermato ad Unije ho fatto come di solito: appena sbarcato al porto sono andato subito all’unico ristorante (adesso sono due) che era ai piedi della salita che attraversa il paese ed ho chiesto di vedere il pesce che c’era per la sera per scegliere il meglio e prenotarlo.
-ancora no savemo , bisogna aspettare ancora un poco per sapere che pesce ci sarà.
Mi siedo, bevo una birra, facciamo due passi. Verso le 6,30 o anche dopo vedo un bambino di forse dieci anni uscire dal ristorante assieme al nonno. Il bambino ha in mano un paio di pinne e maschera ed il nonno una rete. Il bambino entra in acqua, il nonno gli passa un capo della rete e questo nuota tirando la rete in modo da circondare le due ,tre barche che erano ormeggiate insieme alla nostra. Il nonno seguiva le operazioni dal molo, tenendo l’altro capo e dando indicazioni. Poi il bambino fa passare la rete sotto alle barche, libera le chiglie e risale sul molo . Infine Nonno e nipote si riavvicinano e salpano la rete. Il contenuto finisce in una capace bacinella.
-dunque, stasera gavemo: due salpe, tre riboni e cinque occhiate.
Noi scegliamo per primi perché primi siamo arrivati. Poi i nostri vicini di barca. Il resto se lo tengono nonno e nipote. Ho amato Unije da quel momento.
Ci sono tornato con Zakete dopo vari anni provenendo da Lussino. Avevo portato la barca a Lussino con il rimorchio, ma siccome ad un paio di giorni dalla fine della vacanza erano passati di là Paolo e Chioma, due amici che possedevano un cabinatino francese di 6 metri ed avevamo cenato e bevuto assieme, ho chiesto loro una bussola ed un cuscino ed ho deciso seguirli e di riportare la barca a Porto S. Margherita a vela.
Graziella si è incaricata di guidare macchina e rimorchio a casa.
Con piccole barche è stato un piacere perlustrare la costa ovest di Unije che offre dei bassi fondali con acqua caraibica in vari punti. Anche la spiaggia di Unije ha acqua molto bella e trasparente e ci si sta bene.
Appena dietro alla spiaggia c’è un boschetto che a me è servito di prima mattina a svolgere funzioni biologiche molto importanti. La barca dei miei amici, pur essendo molto semplice aveva anche dei lussi sibaritici: c’era perfino il WC chimico incastrato tra le due cuccette a prua. L’altezza sottocoperta era poca, ma c’era un grande osteriggio montato strategicamente in corrispondenza del wc, per aumentare la comodità.
Mentre me ne vado verso il mio boschetto saluto Chioma che se ne sta beatamente seduto sul suo wc, ed emerge dall’osteriggio con tutta la testa e parte delle spalle.
Quando torno, dieci o forse venti minuti dopo trovo ancora Chioma, seduto sempre al suo wc che sta facendo amabile conversazione con una signora del posto e non ha il coraggio di interromperla per finire le sue operazioni. Mi siedo sul molo vicino a Paolo che per tutto il tempo non ha fatto la minima mossa per distrarre la signora e permettere a Chioma di defilarsi da quell’incomoda situazione.
Ho imparato che le piccole barche ormeggiate ad un molo possono essere un problema per la privacy dei loro equipaggi. Per questo se possibile preferisco un ormeggio a gavitello, e se questo non è possibile allora un ormeggio di prua: è più veloce da fare ed è più discreto di uno con poppa in banchina.
Unije è la prima isola che si incontra scendendo a sud, quando provenendo dalla punta dell’Istria si passa il Quarnaro . E’ anche l’ultima possibile sosta prima di riattraversarlo per tornare in Istria. E’ un’isola molto bella, con struttura complessa: un paesino delizioso abbarbicato ad un ripido colle, ma ha anche un tratto pianeggiante con perfino un piccolo aeroporto, pochi campi coltivati ad ortaggi .
Ha tre baie buone sul lato est ed un porticciolo ed una bella spiaggia di ciottoli sul lato ovest dove è anche il paese.
Tutti sanno che per stare tranquilli ad Unije si va alla baia Maracol sul lato est. Ma per una barca piccola che torna verso nord può essere un problema risalire il canale tra Unije e Lussino fino a quella baia se c’è bora.
Meglio allora passare ad ovest di Unije e starsene sottovento , andare nel porto del traghetto e mettersi vicino alla radice del molo. A meno ci sia maestrale forte il porto è abbastanza tranquillo. Se c’è il tipico maestrale del pomeriggio, si può stare sicuri che verso sera abbonaccia e si dorme bene. Se la radice del molo è occupata, ci si può accostare nella zona dove ormeggia il traghetto, pronti a muoversi prima che il traghetto arrivi e lesti a tornare non appena il traghetto ha salpato di nuovo. Questa operazione l’ho vista fare anche a barche di 12 metri, figurarsi una barchetta. Da Unije se c’è bora si parte per attraversare il Quarnaro solo dopo che si è sicuri che questa ha toccato il suo culmine ,si procede verso nord in parte ridossati dalla costa dell’isola e appena in acque libere si poggia qualche grado in modo da prendere il vento e l’onda sostanzialmente al traverso. Si orza di nuovo dopo aver passato il capo Promontore ed aver constatato che il ridosso dell’Istria ha ridotto l’altezza delle onde. Se c’è troppo mare si può sempre tornare indietro e provare più tardi. Io ho fatto così più volte e non mi sono sentito meno macho per questo, ma semmai più prudente.
In Paese c’è la posta, un piccolo negozio, due trattorie.
Nella foto il porto di Unije