Questo Vaurien, che ancora non ha un nome, è stato per due anni all'aperto, al Club Nautico Capodimonte, senza alcuna manutenzione. Il precedente proprietario - che generosamente me l'ha regalato - aveva passato tanto tempo a scartavetrare, riparare e verniciare, uscendo pochissimo, e alla fine, per motivi di lavoro, è stato costretto ad abbandonarla. Io l'ho messa al coperto, in un magazzino.
All'interno dello specchio di poppa si legge l'etichetta "Luciano Gavazzi" e sul paramezzale, vicino alla cassa di deriva, è inciso in evidenza il n. 30303.
Come si può vedere, i danni sono notevoli. La sfida è rimetterla in condizione di navigare.
Per questo chiedo consigli e suggerimenti.
Prima questione:
- userei la resina epossidica, sia per gli incollaggi sia per la protezione. Qualche amico me lo sconsiglia perché la barca, a suo dire, "diventerebbe di vetroresina", invece che essere di legno. Ma quale è l'alternativa? Colla rossa, viti di ottone, Flatting? Non m'interessa un restauro "filologico", ma metterla in acqua e navigare in sicurezza. Visto che i buoni materiali ci sono, perché non usarli? Naturalmente cercando, più che sia possibile, di mantenere l'estetica originaria.
Avvertenza: le opzioni "motosega", "accetta", "stufa", cassonetti di riciclaggio, ecc. le ho già prese in considerazione e, per il momento, escluse.

Un saluto,
pierluigi