Marinai di Terraferma

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 Oggetto del messaggio: Constatazioni sul rovesciamento di un piccolo cabinato
MessaggioInviato: 30/01/2014, 16:30 
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Ho letto quanto accaduto e ne sono rimasto dispiaciuto.
Volendo fare qualche riflessione di carattere tecnico in relazione al mio rovesciamento fortunatamente finito bene sono convinto che le nostre piccole barche devono essere assolutamente insommergibili, anche sacrificando spazi altrimenti vivibili inserendo sacche d' aria ben legate al cielo della tuga, gavoni stagni, legando parabordi o in qualunque sistema possibile. In secondo luogo i pesi devono essere posizionati più possibile a centro barca per ridurre gli ingavonamenti sempre pericolosi e possibilmente bloccati . Nella mia barca ho creato la possibilità di bloccare la deriva quando è completamente fuori per evitare che possa accidentalmente rientrare creando un momento fortemente negativo.
Per la mia esperienza di scuffia sono diventato molto prudente per cui in inverno indosso sempre il salvagente. Non navigo più di notte e penso che la scuffia sia legata ad una serie di variabili che vale la pena analizzare prima con calma valutando i pro e i contro di ogni scelta e anche incrociando le dita.

Argomento interessante separato da Cercasi relitto


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 Oggetto del messaggio: Re: cercasi relitto di Phoenix 600 disperso in Adriatico
MessaggioInviato: 30/01/2014, 16:48 
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tomaselli alberto ha scritto:
...possibilità di bloccare la deriva quando è completamente fuori per evitare che possa accidentalmente rientrare creando un momento fortemente negativo...


È un argomento ricorrente e come ogni volta torno a specificare:
La possibilità di bloccare la deriva è utile sulle derive per poter usare la stessa come leva per raddrizzare la barca e sui cabinati (per quanto piccoli) dove la zavorra è posizionata nella lama, quindi Alberto hai fatto bene. Sul Viko 20 la deriva serve solo a contrastare lo scarroccio, il suo peso è nell'ordine dei 10/15 kg sulle prime serie (Phoenix e ABN) e poco di più, perché non più in resina ma in acciaio, sulle serie successive (Perina) non è quindi un'operazione utile per il raddrizzamento e può diventare "scomoda" navigando su bassi fondali perché impedisce alla lama di assecondare il fondale.


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 Oggetto del messaggio: Re: cercasi relitto di Phoenix 600 disperso in Adriatico
MessaggioInviato: 30/01/2014, 16:57 
questo è un argomento per me molto importante
alberto perchè non vuoi navigare di notte?
tucano ho letto che navighi anche di notte vorresti dare un contributo
a questo argomento?


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 Oggetto del messaggio: Re: cercasi relitto di Phoenix 600 disperso in Adriatico
MessaggioInviato: 30/01/2014, 19:10 
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Iscritto il: 02/11/2013, 10:31
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La mia barca è un Micro inaffondabile con deriva a baionetta il cui peso nella parte inferiore è di circa 100 Kg. Averla posizionata stabilmente consente di poter contare su un momento radrizzante positivo teorico fino a oltre 90°e in caso di rovesciamento una qualche possibilità di radrizzamento. Ciò non toglie che in caso di necessità ho trovato vantaggio alzando la deriva per evitare l' effetto sgambetto con la sensazione di una navigazione meno in stile sopravvivenza e lasciando correre la barca con il vento(potendo).
Navigare di notte mi è sempre piaciuto, sia quando navigavo per lavoro che per diletto. Poi, dopo aver evitato fortunatamente una collisione con un peschereccio dove tutti lavoravano e nessuno guardava e ricordando un rovesciamento avvenuto in pieno giorno dove siamo stati soccorsi prontamente ho preso paura (ottima consigliera).
La barca è troppo leggera e piccola, oltre certe condizioni meteo non riesce a risalire, sottocosta ci sono molti pericoli,alla navigazione costiera fatta di notte non sono abituato, mi è sempre andata bene ma dipende da un calcolo di rischio che per me è elevato quindi in linea di principio evito.


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 Oggetto del messaggio: Re: cercasi relitto di Phoenix 600 disperso in Adriatico
MessaggioInviato: 30/01/2014, 22:30 
il ragionamento non fa una grinza
io la penso così
per andare per mare o si ha una barca veloce che possa spiaggiare
o una barca che tiene il mare e si va al largo
con il mio mattia tiro su tutto e spiaggio in poco tempo(spero)il vantaggio
è avere una barca sicura (o quasi)con pochi soldi
la scelta della barca che tiene il mare è troppo costosa per le mie tasche e
francamente non mi divertirei
io sostengo che vie di mezzo non ce ne sono


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 Oggetto del messaggio: Re: cercasi relitto di Phoenix 600 disperso in Adriatico
MessaggioInviato: 31/01/2014, 0:17 
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tomaselli alberto ha scritto:
LCiò non toglie che in caso di necessità ho trovato vantaggio alzando la deriva per evitare l' effetto sgambetto con la sensazione di una navigazione meno in stile sopravvivenza e lasciando correre la barca con il vento(potendo).

Ecco...
su questo punto sarebbe il caso di riflettere per bene...
Piu' volte ho avuto l'intenzione di scriverlo.. ma alla fine non trovavo le parole giuste...

Con la barca che naviga in andature portanti trovo piu' sicuro sollevare la deriva, sebbene la stabilita' cali (ho il baricentro piu' alto).
Ricordo che senza deriva che resista alla spinta del vento la barca non si inclina, avanza di lato...
(rimane sempre il timone che ricevera' sforzi mica da poco..)

L'effetto e' quello di scaricare parte della forza laterale in scarroccio invece che in sbandamento.
Questo effetto e' tanto piu' utile nel caso in cui la barca parta violentemente all'orza... magari a causa di una violenta strambata (involontaria) al punto che nelle varie prove che ho fatto con vento sempre crescente (meglio essere preparati, no?) riuscivo a straorzare con la barca quasi piatta che "scodava" scaricando gran parte dell'energia in spostamento laterale (e relativa ondata).

Analogamente con onde l'aver retratto la deriva riduce l'effetto "trainante" delle onde.. rendendo lo scafo come una saponetta che scivola sulle onde.. ma non ne segue l'andamento.
Per contro il controllo diventa molto piu' difficile, l'assetto e' dato quasi esclusivamente dall'equilibrio delle vele. (che pero' di poppa non e' difficile da ottenere)

Insomma come per tutte le cose... pro e contro...

Per quanto riguarda lo spiaggiare ho gia' detto la mia idea... da noi ho visto marosi di 6m frangersi su secche di sabbia dura da 1m di profondita'... ci sono stati anche dei morti, purtroppo (e non erano sprovveduti). Non mi sembra cosi' allettante l'idea di andarcisi ad infilare... veramente.
Al limite se devi spiaggiare fallo "prima"...

Magari se anche alberto ci racconti come e' avvenuta la tua scuffia abbiamo ulteriori spunti per una riflessione...


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 Oggetto del messaggio: Re: cercasi relitto di Phoenix 600 disperso in Adriatico
MessaggioInviato: 31/01/2014, 6:57 
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Messaggi: 4595
Località: un romano tornato al mare!
Ovviamente quoto Guru.

Aggiungo che con vento forte sollevare la deriva, anche se zavorrata, è categorico:
- l'effetto antiscarroccio aumenta all'aumentare della velocità (in realtà aumenta tanto, quasi col quadrato della velocità, che non è affatto poco..)
- quindi se il vento aumenta, tiri su un po' di deriva e... hai lo stasso effetto iniziale; questo vale anche di bolina.
- per salvare la pelle, soprattutto con andature portanti e vento forte, devi sollevare molto;
- verissimo che il timone sopporta sforzi notevoli, ma questo si può diminuire anche di molto; basta imparare ad 'anticipare' le correzioni sulla barra un attimo prima che le imbardate (scostamenti dalla rotta) dovute alle onde si presentino; insomma ci vuole solo un po' di pratica, e anche così non si scherza;
- augh!

_________________
Buon Vento!
Alberto
________________________________________________
Il più bello dei mari è quello che non navigammo (N. Hikmet)


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 Oggetto del messaggio: Re: cercasi relitto di Phoenix 600 disperso in Adriatico
MessaggioInviato: 31/01/2014, 9:00 
spiaggiare col catamarano è una cosa che
faccio normalmente ti metto questo video ma il mio
spiaggia meglio
http://www.youtube.com/watch?v=qp9WvZzxdR8


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 Oggetto del messaggio: Re: cercasi relitto di Phoenix 600 disperso in Adriatico
MessaggioInviato: 31/01/2014, 9:23 
per quanto riguarda la deriva serve solo alle andature di finezza
e deve essere proporzionale all'andatura non trovate?


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 Oggetto del messaggio: Re: cercasi relitto di Phoenix 600 disperso in Adriatico
MessaggioInviato: 31/01/2014, 18:09 
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Iscritto il: 02/11/2013, 10:31
Messaggi: 77
Località: Treviso
Sono perfettamente d' accordo con tutte le vostre considerazioni che riflettono i miei pensieri.
Trovo invece molto pericolosa l' idea di spiaggiare che secondo me è il sistema giusto per farsi male e
rompere tutto considerando che si immagina una situazione di reale difficoltà e non andare in spiaggia per fare la passeggiata.

Il mio capovolgimento avvenne 3 o 4 anni fa a Trieste in occasione della Barcolana con un ottimo e veloce Stag 18 sul quale navigavo
con gli armatori ( i fratelli Ferruzzi), grandi macinatori di miglia e ottima esperienza fatta su molte barche con all' attivo anche traversate oceaniche.
Bella giornata, bora sui 20 nodi con poca onda, 2 mani alla randa, fiocco. Vado a prua per sostituirlo con il fiocco da vento e causa il mio peso (65 kg), l' arrivo di un rinforzo inaspettato (dicono catabatico, parolone per raccontare di aria che scende sull' acqua dall' alto), un centro velico momentaneamente troppo a prua, la barca si corica sull' acqua ruotando sulla murata e si rovescia rimanendo capovolta di 180°.
Subito soccorsi e trainati in porto venivamo aiutati dagli appassionati accorsi e dai pompieri che con le idrovore svuotavano la barca (i triestini sono speciali).

Considerazioni personali

Errori Pesi sbilanciati a prua e troppa tela davanti e poca dietro, meglio ridurre prima il fiocco quando la barca ha poco volume di scafo davanti, chi doveva mollare il fiocco non si aspettava il rinforzo.........può succedere.

Risultati: Aumento degli spazi dedicati a rendere la barca inaffondabile, sistema di blocco deriva in posizione, chiusura boccaporto se il vento rinfresca, nessuno deve essere sottocoperta per il rischio di impigliarsi in qualcosa.

Presa di coscienza sul fatto che basta veramente poco per farsi male.......è andata bene così.

Continuiamo a veleggiare arricchiti da una lezione benevola che ci ha reso meno spavaldi e più consapevoli.


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