Sono contento di questa discussione, che ha aperto un dibattito così acceso e ricco di spunti di riflessione. Sulla questione patente e esperienza, posso portare un mio contributo.
Non vengo da una famiglia di velisti, ma sono stato il primo e poi ho trascinato padre e fratello. Ho iniziato a sei anni, sul lago, con gli optimist.
La prima esperienza d'altura a 14 anni, in Grecia, con altri velisti "esperti", tutti freschi di patente nautica.
Appena arrivati, dopo aver rilevato la barca, un Sun Magic 44, e fatto cambusa, presi dall'esaltazione del momento, decidono di partire per un navigazione notturna tra Atene e Capo Sunion. Ovviamente noi, completamente a digiuno di vela d'altura, ci siamo aggregati all'esaltazione degli "esperti".
Dopo la partenza allegra, con spaghetti all'astice conditi da abbondante retzina (loro, io coca cola), si alza il vento e tutti allegri alziamo le vele. Io avevo un certo timore, ma ero affascinato dalle bellezza di quella notte e dalle tante luci che si vedevano sulla costa e in mare. Dopo un po' si alza anche il mare e molti, io compreso, iniziano a sentirsi non troppo bene.
Verso mezzanotte, ancora tutti in piedi, cominciano le discussioni sulle luci. Io ovviamente non capivo nulla, ma seguivo interessato. "Quello è un peschereccio con le reti a strascico"...
"Quella è una petroliera"
Poi qualcuno nota una luce verde ed una rossa, lontane a prua: "Rosso al rosso, verde al verde e la nave non si perde". Sentenzia uno.
"Si, ma noi abbiamo il rosso sul nostro verde e il verde sul rosso"
"Si, ma quella è una nave a motore, vedi? Ha la luce motore, mentre noi siamo a vela"
"Eh, già! Abbiamo la precedenza, alla via così"
"Dai, dai, orza che li facciamo virare"
Passa qualche minuto e le luci a prua sembrano avvicinarsi molto velocemente.
"Vedrai che adesso vira", dice uno.
"Forse è il caso di poggiare", suggerisce timidamente un altro.
"Ma no, abbiamo la precedenza, siamo a vela".
Passano un paio di minuti e vediamo una massa nera a prua, a meno di mezzo miglio...
"Poggia, poggia!" Urla concitate, imprecazioni, una manovra precipitosa e pericolosa.
Nel buio abbiamo visto un muro che ci sfilava a fianco a poche decine di metri. Una massa nera alta abbastanza da oscurare completamente le stelle: era una petroliera enorme, che probabilmente nemmeno aveva visto la nostra barca.
Gli "esperti" avevano infilato esattamente la rotta delle navi commerciali per il Pireo.
Dal 1992 ad oggi ho navigato per tutto il Mediterraneo orientale, da Monfalcone alla Turchia e potrei raccontarne centro altre di esperienze come questa. Anche la volta che ho preso, nel 2010, 58 nodi di vento, appena al largo di Arbe, fu grazie all'opinione di un esperto velista. Il pescatore al porto, guardando le nubi, ci disse: "Io starei in porto", ma il nostro esperto replicò "Ma no, il temporale si incanalerà lungo il Velebit, vedrete che noi avremo il sole".
Sono state le tre ore peggiori di tutta la mia esperienza velica...
Alla fine ciò che conta davvero è l'esperienza e soprattutto il buon senso. Quello che però ribadisco, in merito al fatto accaduto, è che dovrebbe essere chiaro che prendere il mare non va mai fatto con leggerezza e che ci sono barche che perdonano gli errori più di altre.
Questo non vuol dire che il Viko non sia una buona barca, ma ha evidentemente dei limiti che bisogna conoscere e non basta certamente una patente nautica per saper portare una vela. Ogni volta che prendo la barca al mare e faccio qualche giorno, finisco per scoprire sempre qualcosa di nuovo. Uno dei miei motti preferiti in barca è: "Pochi possono dare del tu al mare e quei pochi non lo fanno".
L'altro è la storiella dei tre marinai e della tempesta...
PS: Paddy, io nel Tucano ho il wc marino, non il secchio
PPS: Tanto per la cronaca, io ho fatto la patente nautica solo nel 2007, dopo aver messo sotto la chiglia di varie barche migliaia di miglia e...al carteggio mi hanno bocciato. Altra storia che meriterebbe di essere raccontata, ma ho già scritto troppo.