La perdita di una barca è sempre qualcosa di triste, soprattutto quando avviene per incoscienza e superficialità.
In questo caso è andata bene, perché nessuno si è fatto davvero male e non ci sono state vittime.
Ho letto come è avvenuto il tutto e, non avendo assistito alla scena, non mi permetto di giudicare più di quanto abbia già fatto due righe sopra!
C'è una cosa che mi sfugge: il tutto, stando al racconto, è avvenuto in laguna, dove le onde non arrivano certo a due metri, e avete dato più o meno tutti per normale il rovesciamento della barca. Anche se è vero che si sono appesi al bordo sbagliato e che nella concitazione del momento possono aver fatto molti errori, dopo molti anni di deriva e cabinato, dove le scuffie non sono mancate, posso dire che rovesciare una barca di questo tipo non è poi così semplice come sembra diate per scontato. Con altre barche (Meteor, Sunbeam s22) mi è capitato di essere sdraiato sul fianco, ma solo in condizioni davvero estreme. Sono stato persino messo a 90°, letteralmente, su un GS40 Paperini con 58 nodi al traverso. Ma per tornare alle nostre dimensioni, ho preso raffiche con il mio tucano di oltre 30 nodi, andando anche in straorza, ma senza mai finire in acqua. E non per mia bravura, ma perché la barca ha sempre reagito bene, perdonando anche i miei errori.
Eppure è una barca che, viste le dimensioni, è paragonabile al Viko, se non altro come superficie velica (anzi, forse è anche più invelata rispetto al Viko).
Nei racconti sui Viko ho letto più volte di straorze, bordi in acqua e così via. Premesso che io sono uno di quelli che il Viko lo potrei anche acquistare, non avendo pregiudiziali in merito, mi chiedo se non vi sia qualcosa di progettualmente sbagliato nella sua costruzione. Non tanto come barca in sè, in quanto probabilmente si comporta esattamente come gli viene chiesto di comportarsi, quanto nel tipo di destinazione a cui la stessa si rivolge. Mi spiego: che una barca abbia una CSF bassa è accettabile, a condizione che il rischio elevato nella formula sia controbilanciato da prestazioni adeguate in condimeteo favorevoli.
Il problema è che i Viko e tutte le sorelle, per l'accessibilità economica e l'apparente facilità, finiscono con essere "la prima barca" di molti aspiranti armatori, che non comprendendone i limiti, li superano con esiti purtroppo, come in questo caso, sfortunati.