... tutti mi odiano, e si sa che io non so il perché, ma arrivare a farmi sparare addosso...
Dopo una lunga attesa siamo finalmente in ballo il vento è perfetto, 20/25 nodi al traverso, le vele a segno la rotta poco a Est di Nord, procediamo con randa piena e tormentina a 5 nodi con punte anche oltre i 6. Capo Ferrato a un miglio a nord, sono sceso a dormire dopo una notte passata al timone e nel dormiveglia sento la radio gracchiare e Cristiano enunciare "guarda che ce l'hanno con noi" mi alzo e prendo la radio.
Qui è la marina militare, nave... [incomprensibile] imbarcazione a vela che naviga a 5 nodi, rotta 10° al traverso di Capo Ferrato con rilevamento 125° dichiarare nominativo e destinazione, passo. Qui Dinamite Bla (la prossima potrebbe chiamarla ciapputtaripigna così è più facile da comprendere via radio) porto di destinazione Arbatax tempo stimato di arrivo ore 22.00, passo. Ricevuto Dinamite Bla, qui [incomprensibile] in area a sud di Arbatax è in atto esercitazione a fuoco reale dovete invertire la rotta, ripeto invertite immediatamente la rotta! Dare ricevuto, Passo. Qui Dinamite Bla. Chiediamo il permesso di procedere per Porto Corallo Rotta 350° ETA ore 11. Dinamite Bla, autorizzati Porto Corallo, procedete più possibile sotto costa e attendete nostra autorizzazione per riprendere la navigazione. Diamo ricevuto e accostiamo.
31 Maggio, 4 giorni prima. Sbarco dall'aereo per ultimo insieme al pilota che si asciuga la fronte imperlata di sudore. Il maestrale lo ha fatto dannare e già sulla scaletta inizio a cercare l'edicola per comprare qualche rivista da leggere in porto nei 2 giorni di maestrale mancanti. Prendo il pullman e raggiungo gli altri e così passiamo la giornata a guardare siti meteo e telefonare ad amici cercando conforto in un quadro meteo ovvio. Non si esce. Verso sera siamo sul molo e misurando il vento cerchiamo conforto nella palese diminuzione, da 48 di raffica ora non supera quasi mai i 40. La notte passa tranquilla al punto che la mattina a fronte di venti in porto sotto i 20 nodi decidiamo di uscire, armiamo la tormentina e, spostando la borosa dalla prima alla terza predisponiamo la seconda. Giubbotti, life line, caffè nel termos, cracker in tasca e si esce. Nel porto l'acqua è calma veniamo al vento e issiamo la randa quindi con il motore ancora acceso usciamo, strambiamo per metterci in rotta su la tormentina via il motore e puntiamo su Capo Sant'Elia con l'intenzione di passare stretti e nel caso riparare subito al Poetto.
La barca tiene magnificamente, nonostante il vento quasi in fil di ruota non tende mai all'orza. Ringrazio Marco per la teoria sull'evoluzione delle onde in poppa che applico con somma soddisfazione e proseguo. La punta passa velocemente e noi orziamo, il vento sale decisamente essendo ora al traverso, ma teniamo bene decidiamo quindi di passare oltre la rada e puntare Capitania. Sin da subito abbiamo deciso di muoverci "di porto in porto".
Il secondo waypoint si avvicina, chiamiamo via radio il 3°, Villasimius, che ci consiglia di fermarci da loro stanno misurando raffiche oltre i 40 nodi. Capitania è comunque sottovento a noi, posso perfino poggiare, chiamiamo e chiediamo un posto facile perché il fuoribordo fatica a risalire il vento e in retromarcia non spinge quasi nulla. Ci mettono all'inglese al benzinaio, il molo alto ci protegge bene dal vento e balliamo poco. Rimaniamo li tutto il 2 giugno, le previsioni danno un calo nella notte o nelle prime ore della mattina del 3.
A mezzanotte mi sveglio divorato dalle zanzare, ricordo un consiglio di un amico, Sasuke, "occhio a Capitana se il vento cala le zanzare ti mangiano vivo", digerisco pian piano l'informazione ed esco a controllare. È mezzanotte e il mare non ochetta più si era pensato di fare una verifica verso le 2 per uscire alle 4 e arrivare a Capo Carbonara con la luce, ma visto il quadro credo si possa uscire subito, con il poco vento rimasto faremo meno strada e saremo comunque la con la luce.
Lifeline, cerate, di nuovo generi di sostentamento pronti e poco dopo l'una usciamo. 2 mani e tormentina spingono Dinamite Bla a poco più di 3 nodi, le onde non superano il metro e noi siamo tranquilli, iniziamo i turni di riposo subito perché l'idea è di non fermarci più fino a Olbia. Passa poco più di un'ora e il vento rinforza già a Cala Regina il mare inizia a frangere intorno a noi, ma ormai di tornare non se ne parla e poi poco avanti c'è sempre Villasimius, così in 2 ore o poco più siamo a ridosso del passaggio di Punta Carbonara. Il vento è ancora teso, i frangenti sugli scogli intorno all'ingresso si vedono fin troppo bene per non mettere ansia, entrare a Villasimius per rimanerci fino all'alba mi sembra inutile boliniamo quindi fino a ridossarci ben bene e ci mettiamo in cappa. Francesco, più riposato di noi, da il cambio a Cristiano e si mette a controllare la cappa, io mi sdraio un po' in pozzetto. Scarrocciamo pian piano verso il capo fino alle quattro e mezza quando il crepuscolo ci mostra chiaramente il passaggio e al contempo il faro ci da ancora il rilevamento per entrare. Tutti e tre in pozzetto sperando che la bussola non sia troppo scompensata ammaino la randa e mi metto in rotta con la sola tormentina, la barca più stabile tirata e non più spinta si muove comunque a 3/4 nodi, troppi per me, lasco quasi tutta la vela.
Siamo al rilevamento del faro in cui devo orzare e in un secondo tutto si placa il mare è un olio, scherzando diremo che siamo passati dal regime Eolico al quello Eolioco. Con il sole che fa capolino in un alba "illimitata" che capita raramente a noi lacustri non ci rimane che issare tutta la randa tirar fuori il genoa grande e ripartire. Messe a segno le vele e fatte le raccomandazioni del caso sulla rotta scendo a dormire.
Mi sveglio dopo un paio di ore ristoratrici, il vento è tornato a salire subito dopo punta Molentis, anche in considerazione della nostra nuova rotta più orzata e visto che dovremo correggere ulteriormente a Capo Ferrato togliamo il genoa per il fiocco e poco dopo anche questo per la santa tormentina, la randa rimane su tutta, bella tesa ha un'ottima forma e poi Marco mi ha insegnato che la randa non si riduce.
Torno a dormire. Imbarcazione con rilevamento 75° da Capo Ferrato, Imbarcazione con rilevamento 75° da Capo Ferrato, Imbarcazione con rilevamento 75° da Capo Ferrato! Zzzzzz che sonno. Imbarcazione con rilevamento 75° da Capo Ferrato, Imbarcazione con rilevamento 75° da Capo Ferrato, Imbarcazione con rilevamento 75° da Capo Ferrato! Fra guarda che ce l'hanno con noi!.................
Porto Corallo necessita un'accostata decisa, se lo scarroccio non è tanto dovremmo farcela senza virare. Il lacustre che è in me calcola istintivamente i salti di vento sotto costa, orziamo quindi decisi e regolata bene la randa procediamo un po' scomodi e bagnati, ma sicuri della rotta, la barca di nuovo mi stupisce, il mare è increspato e in alcuni punti frange le onde superano abbondantemente il metro e lei va dritta come un fuso senza mai tendere all'orza e senza mai piantarsi o battere sulle onde, necessitando solo di un po' di attenzione alla randa. Così ci alterniamo al timone ogni mezz'ora nelle 2 ore mancanti al porto potendo perfino poggiare nell'ultima mezz'ora. Raggiungiamo l'ingresso ed entriamo senza avvisare, Cristiano c'è già stato pochi mesi prima e comunque sul portolano non c'è canale di chiamata, sul 16 non rispondono e il numero di telefono è sbagliato. Appena dentro ammainiamo la randa e puntiamo verso il cartello del benzinaio, a parte tutto nei prossimi giorni prevedono piatta e ci servono almeno 60 litri di benzina per il 2 tempi non certo parco per le 100 miglia che ci mancano da fare.
Atterriamo e subito arriva l'omino, si qualifica come "nostromo" e ci aiuta nell'ormeggio. Sono le 11 dopo 20 ore di navigazione incredibilmente mi sento come appena alzato, sarà l'adrenalina. Cristiano va chiedere in capitaneria quando finirà l'esercitazione, non lo sanno. Vorrei uscire subito, ma un paio di cannonate traccianti nel cielo a nord mi rispondono. Probabile si rimanga fino al pomeriggio e così il nostromo ci assegna un ormeggio e noi andiamo alla ricerca di un caffè e magari di un buon pasto. Nisba! Il porto è praticamente vuoto, non ci sono bar, caffè, ristoranti, spaccio. A 200 metri c'è un ristorante, ma nonostante la simpatia dell'Oste è ancora chiuso, apre a fine giugno e ci può fare solo dei panini, meglio che niente. Mangiamo così pane con prosciutto crudo tagliato al coltello e birra ondeggiando all'unisono seduti sulle sedie sotto un porticato ombroso guardando e ascoltando i botti dei razzi sparati.
Verso le 15 sembra sia tutto finito, in Capitaneria ci avvisano che riprenderà la mattina successiva, abbiamo la finestra per andarcene, salto in barca accendo il motore mi volto verso l'armatore.... Questo porto non è poi male e poi costa poco, la zona è bella, potrei fare qui le vacanze, lasciare la barca qui l'inverno e andare in Gallura il prossimo anno. Spengo il motore, metto il costume e salto sul molo per farmi una doccia.
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