Marinai di Terraferma

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 Oggetto del messaggio: Uomo in mare o pericolo di affondamento
MessaggioInviato: 15/11/2009, 19:03 
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Località: un romano tornato al mare!
Non è certo questo il luogo per un corso di vela e/o di sicurezza a puntate.
Ma leggevo il resoconto:

http://www.nanan359.com/resoconto.html

e mi è venuto in mente che qualcuno può non sospettare l'importanza e l'efficacia di alcune operazioni semplici, ma non ovvie.

Cito: "... la barca non reagisce in alcun modo; dalle entrate intanto escono varie cose, noi tiriamo fuori la roba che si affaccia sia perché speriamo di trovare qualcosa di utile sia per spargere più roba possibile sulla superficie del mare."

Nei corsi per la patente insegnano che, in caso di uomo in mare, si mette un uomo di vedetta, uno al timone, uno alle manovre, uno... ecco, uno se c'è non fa altro che gettare in acqua tutto ciò che galleggia, dai termos ai materassini, realizzando una sorta di strada di Pollicino, per tornare sui propri passi con qualche indicazione, soprattutto nel caso di mare mosso e/o di pericolante contro sole o al buio, e/o di manovra di ritorno lenta.
La rotta di ritorno terrà conto del maggiore presumibile scarroccio/deriva dei galleggianti rispetto al pericolante, che andrà ricercato sopravvento, o comunque non sottovento, ai galleggianti stessi.

In caso di pericolo di affondamento, la stessa tecnica aumenta di molto la visibilità e l'avvistabilità della barca. E' importante però che chi ricerca abbia idea del tempo trascorso tra il lancio degli oggetti e il loro ritrovamento (percorso degli stessi rispetto al probabile relitto).

E' importante trovare il modo per istruire l'equipaggio (fisso prima, avventizio poi) sulla possibilità di questa azione; per non terrorizzare nessuno, si può fare anche fuori situazione, magari in casa d'inverno davanti a una cioccolata calda. E' un'opportunità che alla bisogna deve poter tornare alla mente di ciascuno: alcuni avranno altro da fare, ma se e/o appena c'è uno libero... fuori tutto!!

p.s. per non invadere troppo e sempre io con queste 'perle', mi piacerebbe:
- che mi si segnalasse il gradimento di questi interventi, solo se apprezzati, e non per cortesia;
- che non fossi il solo a farne (ma su questo almeno Paddy e Francesco danno una bella mano :wink: ) ;
- idem, si segnalassero opinioni diverse o tecniche alternative

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Alberto
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 Oggetto del messaggio: Re: Uomo in mare o pericolo di affondamento
MessaggioInviato: 15/11/2009, 19:36 
Tramp per quanto può valere, le perle le apprezzo, le stampo, le schedo in una cartella documenti dedicata interamente alla tecnica marinaresca ( anzi: "terramarinaresca" :wink: ) cercando di apprendere il più possibile la teoria da applicare poi alla pratica.
Tante mi sono già servite ancora prima di salire a bordo o nella pianificazione dei lavori.
Purtroppo io ancora contributi non ne posso portare, ma ti posso assicurare che una volta acquisita una minima esperienza cercherò di contribuire e di partecipare ai dibattiti...


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 Oggetto del messaggio: Re: Uomo in mare o pericolo di affondamento
MessaggioInviato: 15/11/2009, 19:37 
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Iscritto il: 19/11/2009, 21:19
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Tramp, a mio modo di vedere i tuoi interventi sono anche al di fuori delle cose ovvie che parecchi possono sapere e, per quanto mi riguarda, li leggo con interesse, anche quando sono una specie di indovinelli (es http://forum.amicidellavela.it/topic.asp?TOPIC_ID=21016 ) .

Mi trovi sicuramente d'accordo sulla necessità di istruire l'equipaggio ("magari d'inverno davanti ad una cioccolata calda..")e questo potrebbe valere non solo per la nautica ma per tante altre attività che necesitano di un minimo di addestramento anche a tavolino.

Purtroppo molto spesso, non appena si affrontano determinati argomenti ci si sente rispondere con frasi del tipo: "ma che fai? non essere sempre pessimista!" oppure: il solo pensiero mi fa stare male, per favore non parliamone nemmeno"

Invece aver provato almeno una volta a simulare condizioni di emergenza (e effettuato in condizioni tranquille puo' essere anche un gioco piacevole) e' molto importante in quanto fa capire come cose apparentemente banali diventano poi in realta' difficili.
BV

Brontolo

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Gli stolti corrono ove i saggi non osano nemmeno avventurarsi


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 Oggetto del messaggio: Re: Uomo in mare o pericolo di affondamento
MessaggioInviato: 15/11/2009, 19:37 
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Località: un romano tornato al mare!
Sorrido immaginando la tua autocensura dopo quel "che fai?" "Porti sfiga?" direbbero i miei piccoli lettori...

Mi occupo di sicurezza in edilizia, e cerco di insegnarne ad apprendisti edili...

Almeno una volta per crociera (da due gg in su) mi prendo i vaff** dell'equipaggio quando per ravvivare l'ambiente frullo a mare un anulare o un parabordi e giocoforza...

Però qualche volta gli apprendisti a fine lezione mi ringraziano, quasi sempre l'equipaggio riesce a tirar su il malcapitato entro la giornata ( :oops: ), e io me la rido...

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 Oggetto del messaggio: Re: Uomo in mare o pericolo di affondamento
MessaggioInviato: 15/11/2009, 19:38 
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Qualsiasi intervento è sempre gradito, siamo qui per leggere le esperienze di altri per trarne vantaggio. Se voglio far caciara vado su Amici della Vela

Per quanto riguarda le tua constatazioni desunte leggendo il dramma di Nicola posso dirti che non ritengo utile forse pure sbagliato lanciare in mare oggetto nel caso di una ricerca e recupero. I primo luogo perché qualsiasi manovra che non sia fermare la barca e la ricerca immediata è una perdita di tempo e secondariamente perché non avrebbero grande utilità, con mare mosso e onda un oggetto non costruito per essere avvistato risulta pressochè introvabile in acqua. Prova a buttare in mare un parabordo, uno che non ti interessa mi raccomando.

La macchia di oggetti prodotta in caso di danneggiamento o imminente affondamento dell'imbarcazione ha invece 2 scopi principali:
1° ritrovare e acquisire qualsiasi cosa che possa essere utile alla soppravvivenza
2° migliorare le possibilità di essere avvistati da un elicottero più che segnare il percorso.

In riferimento al 1° motivo si può comprendere anche un'altra cosa. Tutti noi teniamo, io almeno, le dotazioni di sicurezza in modo da poterle raggiungere facilmente, ovviamente e in misura infinitamente maggiore questo avviene su un minitransat, tale collocazione dovrebbe però tener conto di fattori quali l'immersione dello scafo, nel loro caso la botola con la zattera era metri sott'acqua, o il rovesciamento. Ecco perché avere un coltello alla cintura, del cioccolato, dell'acqua e una serie di minirazzi in tasca, la lucetta agganciata al salvagente è più utile che avere una zattera ben rizzata nel gavone sotto il tender. Parliamo di situazioni limite? Io non credo, cadere in acqua al lago con l'acqua a 15 gradi a 500 metri da riva con la barca che se ne va ben accudita dal pilota è una situazione limite.


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 Oggetto del messaggio: Re: Uomo in mare o pericolo di affondamento
MessaggioInviato: 15/11/2009, 19:39 
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Località: un romano tornato al mare!
Del tutto d'accordo sul fatto che oggetti sparsi in acqua favoriscano l'avvistamento dall'alto (ho trascurato, perché è evidente...).

Altrettanto d'accordo che i guai succedono anche a minime ditanze da costa, magari con tempo decente, quando meno sei in difesa.

Altrove ho apprezzato molto la tua cura nell'assicurarti alla barca e cmq avere addosso e/o a portata di mano una serie di sicurezze di vario genere (una sera ho rimandato la partenza perché l'equipaggio invece di tavolette di cioccolata aveva rifornito la cambusa di polvere di cacao).

Per ciò che riguarda il recupero di uomo a mare, mi sembra che la tua abitudine a uscire da solo o con equipaggio incapace a recuperarti "tagli" un po' troppo le situazioni.

Ferme restando le disposizioni principali (richiamo; lancio di anulare con cima (*); timoniere attento a bussola, rotta, condotta; uomo di vedetta; manovre immediate attente e fredde), tre sono le indicazioni che intendevo dare:
- la prima l'hai detta tu parlando di affondamento, io ho mancato di sottolinearla:
Cita:
1° ritrovare [il pericolante, se vigile, ritrova]qualsiasi cosa che possa essere utile alla soppravvivenza
- chi a bordo non ha ruoli, se c'è, può essere utile nel segnare la strada, invece di star lì a disperarsi nei modi più disparati;
- la stessa persona, se conosce tutti i ruoli, è coinvolta attivamente, e psicologicamente più pronta a sostituire altri.

Inoltre mi resta qualche convinzione, vista la poca visibilità di una testa in acqua, che è meglio avere più cose poco visibili che una sola... almeno si è certi che non si è mancata del tutto la zona di ricerca.

Cmq, Paddy, se prima o poi ce la facciamo a uscire insieme sarà bene che ci alleniamo sull'affondamento (non a caso le mie foto qui sono a mezzo busto, e le tue...) :oops:

(*) sull'anulare con cima: non sono sicuro che tutti abbiano un'idea dell'uso corretto, e anch'io tutto sommato ho la mia, ma...
Proviamo a fare un sondaggio?
- lanciate l'anulare, avendo la cima ben assicurata alla barca?
- lancereste tutto in mare con cima ben avvolta in chiaro?
- la cima non c'è più: è servita ad assicurare la zattera di salvataggio...
- prima liberate la cima e poi lanciate tutto in mare?

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 Oggetto del messaggio: Re: Uomo in mare o pericolo di affondamento
MessaggioInviato: 15/11/2009, 19:40 
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Tramp ha scritto:
Cmq, Paddy, se prima o poi ce la facciamo a uscire insieme sarà bene che ci alleniamo sull'affondamento (non a caso le mie foto qui sono a mezzo busto, e le tue...) :oops:


ihihihihihihihi
Come ho già scritto non mi organizzo così tanto per la sicurezza solo al fine della sicurezza vera e propria. Nelle mie uscite in solitario mi comporto come i bambini che giocano a "facciamo che io ero", è puerile, ma mi diverte pensare di essere altrove impegnato in ben più interessanti e complesse navigazioni.


Tramp ha scritto:

(*) sull'anulare con cima: non sono sicuro che tutti abbiano un'idea dell'uso corretto, e anch'io tutto sommato ho la mia, ma...
Proviamo a fare un sondaggio?
- lanciate l'anulare, avendo la cima ben assicurata alla barca?
- lancereste tutto in mare con cima ben avvolta in chiaro?
- la cima non c'è più: è servita ad assicurare la zattera di salvataggio...
- prima liberate la cima e poi lanciate tutto in mare?


Credo che la legge preveda la cima legata al salvagente e alla barca.
Il recupero "di legge" avviene girando intorno al naufrago in modo che la cima aumenti l'area di presa del malcapitato.
Io sono combattuto, preferisco avere il salvagente libero in modo che lanciato immediatamente (lo tengo ben libero a poppa, mai fissato in alcun modo) rimanga nelle vicinanze del naufrago e la cima fissata alla barca allo scopo di creare la "coda" suddetta. La cosa migliore sarebbe avere 2 salvagenti e 2 cime.
Altra considerazione la boetta, la tengo attaccata al salvagente legato alla barca come direbbe la legge? Mi ritroverei una lucetta a 50 metri dalla barca. Oppure al salvagente slegato dalla barca? Io opto per la seconda.
Tra l'altro, la luce della boetta si vede molto bene anche al crepuscolo.


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 Oggetto del messaggio: Re: Uomo in mare o pericolo di affondamento
MessaggioInviato: 15/11/2009, 19:40 
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Io ho la cima libera, in modo che lanciando l'anulare la cima si dovrebbe "stendere".
Recentemente ho anche sciolto il nodo che legava l'estremita libera della cima alla barca.
Questo perchè ho pensato che con cima legata, una volta lanciato l'anulare in acqua con barca in abbrivio quest'ultimo viene trascinato via ed il malcapitato "uomo a mare" magari non fa in tempo ad agganciarsi.

Però, pronto a ricredermi se mi darete indicazioni diverse e magari meglio motivate delle mie.
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Roberto


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 Oggetto del messaggio: Re: Uomo in mare o pericolo di affondamento
MessaggioInviato: 15/11/2009, 19:41 
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Si, se non mi sono spiegato bene anch'io per lo stesso motivo ho la cima libera.
Questi ci fanno o ci sono? http://www.youtube.com/watch?v=pDY6OGTOU_0&hl=it


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MessaggioInviato: 15/11/2009, 19:41 
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Località: un romano tornato al mare!
Visto il video... un po' di brividi, certo, ma...
La manovra di ritorno non male davvero, soprattutto in quel cas**o.

La cima. Sono anch'io del parere di liberare la cima, galleggiante, togliere elastico o altro che la trattenga avvolta all'anulare e se ce la facciamo trattenere la cima perché si svolga al meglio, prima di lasciarla libera in acqua.

Si lancia salvagente, boetta e la cima "a seguire"

Vantaggi:
- l'anulare non scappa "davanti al naso" del pericolante, questi, se cosciente, lo raggiunge facilmente;
- anche se la manovra di accosto non è perfetta, è sufficiente poter raggiungere la cima.

Svantaggi/pericoli:
- la cima non si svolge a sufficienza --> l'area buona per l'accosto risulta limitata;
- pericolo di incattivamento della cima sulle appendici e sull'elica (è bene accendere motore appena possibile, tenendolo in folle ed usandolo solo per correggere all'ultimo, se il mare lo consente) --> anche se in folle, l'elica si muove tanto da fare guai, quindi attenzione e manovre a piccoli colpi avanti e indietro (spesso fondamentale dare indietro piuttosto che travolgere il poveretto in acqua con un manovra lunga..)
Da notare che il 'pericolante' cosciente si rivolge verso la barca, soprattutto se indossa il salvagente, e ha le gambe naturalmente disposte verso carena, elica...

Ma meglio non perdere l'uomo a mare...

[In mezzo alle Ionie, durante un trasferimento a motore, un mio amico ha sbarcato un ospite pagante perché costui si era gettato in mare per 'non perdere' il bugliolo che gli era sfuggito di mano...]

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