guru70 ha scritto:
a parte la storiella di bernoulli per spiegare la portanza, notoriamente errata...
giusto per non buttare il sasso e ritirare la mano...
do una sommaria spiegazione di perche' bernoulli non va scomodato (lui vale sempre.. ma qui, non e' lui il protagonista..) e di cosa scomodare per giustificare la portanza della vela:
la spiegazione "classica" dice che a causa della differenza di percorso tra intradosso (parte interna della vela) ed estradosso (parte esterna) il flusso d'aria sull'estradosso deve accelerare per "raggiungere" quello sull'intradosso, di conseguenza forti del teorema di bernoulli, a maggior velocita' corrisponde minore pressione e cosi' si spiega la differenza di pressione tra le due facce della vela.
Facciamo due conti (li faccio io e vi riporto il risultato senza le formule):
Prendiamo una vela di 10mq, con base di 3m e altezza 3.3m Quadrata per semplicita'; spessa 1mm con un "grasso" di 20cm al centro.
- la differenza di percorso tra intradosso e estradosso della vela si aggira intorno a 0,12 mm: su 3m e' una differenza dello 0,004%
- la differenza di percorso (+0,004%) con un flusso (vento) di 5m/s [10nodi] produrrebbe una differenza di pressione di 1,2 Pa
- 1,2 Pa su 10mq di tela risultano in una spinta di "ben" 12N: 1,2 Kgf...
mi pare abbastanza evidente che 1,2Kg non sono sufficienti a spingere la barca... mentre e' appurato che con 10mq di tela con grasso di 20cm e 10 nodi di vento si cammina e parecchio... e la spinta sulla vela e' ben piu' di 1 Kgf (basta sentire la tensione della scotta randa).
Quindi, sebbene il teorema di bernoulli valga... e ci mancherebbe... non e' grazie alla differenza di "lunghezza di percorso" che si crea la maggior parte della spinta..
Esistono vari modi di giustificare la spinta prodotta, io ne riporto uno
non rigoroso, ma che mi pare abbastanza semplice da comprendere intuitivamente..
Consideriamo la vela come un semplice deflettore che "sposta" il flusso di aria.
Mettiamo il nostro profilo della vela orizzontale e lo guardiamo dall'alto.
Prima della vela c'e' un flusso d'aria poniamo orizzontale di 10 nodi.
Dopo la vela (la nostra solita: 3m di base, 20 di grasso, 10mq) il flusso uscente non e' piu' orizzontale.. avra' "seguito" la curvatura della vela.. e sara' stato deflesso verso il basso (o alto come preferite mettere il profilo) di un certo angolo (nel ns caso circa 15 gradi)
Quindi il flusso uscente (che supponiamo sempre a 5m/s) ha acquistato una velocita' verticale verso il basso (che prima era nulla) di circa 1,2 m/s.
E' stato accelerato nella sua componente verticale (e rallentato di poco in quella orizzontale, cosa che da origine alla resistenza)
Per il principio di azione-reazione (in realta' per la conservazione della quantita' di moto), di conseguenza la vela deve ricevere una forza uguale e contraria.
Quanto e' questa spinta?
Facciamo finta che il flusso deflesso sia quello attorno alla vela per 2m sopravento e 2m sottovento
immaginiamocelo come se fosse un tubo di aria largo 4m, alto 3.3m,
viene deflesso e acquista una velocita' verso il basso di 1,2m/s; di conseguenza la nostra vela riceve una forza pari alla portata in massa x velocita' [ teorema dell'impulso ]
risultato:
-portata in massa: 1,225Kg/m3 (densita' aria) x 13,2 (area sup. tubo 4 x 3,3 altezza) x 5 m/s (velocita') = 80 kg/s
- forza risultante: 80 x 1,2 = 97 N = 10Kgf
Gia' piu' ragionevole...
Naturalmente, il discorso preciso dovrebbe tener conto del fatto che la densita' dell'aria cambia a causa delle condizioni al contorno della zona presa in questione ( se l'aria si sposta verso il basso in uscita.. significa che sopravento ce n'e' "di meno" e quindi la pressione cala... analogamente sottovento la pressione aumenta..)
E questo fa si che la spinta sia in realta' maggiore di quanto calcolato qui in modo semplificato...
Il conto piu' preciso si fa scomodando teorie e modelli matematici ben piu' complessi (vedi teoria kutta-zukovskij) che rappresentano il moto dell'aria intorno alle vele come la sovrapposizione di un moto circolatorio indotto a quello regolare del vento...
Di conseguenza la portanza e' proporzionale al moto circolatorio creato e alla velocita' del flusso indisturbato.
Chi vuole approfondire la matematica si studi il teorema di Kutta-Zukovskij.
Ma tant'e' che a noi interessava almeno capire che la storiella delle particelle che corrono piu' veloci nell'estradosso per raggiungere le sorelle dell'intradosso perche' il percorso e' maggiore e' una bufala..
PS: Notate come non serva che il profilo sia "alare".. una vela PIATTA ma inclinata rispetto al vento introduce ugualmente un cambio di direzione nel flusso... e di conseguenza una spinta (e una circolazione per i precisi), vattela a spiegare con la differenza di percorso...
