Secondo me abbiamo perso un po' il filo del discorso. chiedo scusa per avere tirato il sasso e nascosto la mano, provo a ricapitolare:
situazione A: sei miliardario. Quindi figli o non figli per te non è un problema. Comperi un clipper, con annesso equipaggio e lo trasformi nella tua casa. a bordo ti ci metti anche la jacuzzi, tanto posto ce n'è. se devi lavorare, ti fai trasportare con l'elicottero agli appuntamenti di lavoro e così si muoveranno i tuoi figli che frequentano la bocconi e che ti raggiungono per il fine settimana. C'è poco da aggiungere.
non sei miliardario? sfigato...

per te restano le soluzioni B, C, D ed E
situazione B: sei un normale cittadino italiano e decidi di trasferirti in barca. Alla darsena dell'orologio (caorle) il vicino di banchina di un mio caro amico vive in barca. Non è un megayacht, è una comune barca a vela di quelle che spesso si vedono nei marina. Non piccola, ma non grande. lui vive lì 365 giorni H24. Ha una piccola parabola vicino alla colonnina della luce e dell'acqua, usa i servizi del marina e sposta la barca solo per brevi escursioni giornaliere o crociere estive. Non è uno scoppiato, non è uno sbandato. Ha un'ottima vita sociale con i vicini e immagino coltivi amicizie come un normale abitante di Caorle. Paga il canone annuale al marina (3600 circa) e lì ci vive. Credo fosse un manager di un'importante azienda, o qualcosa così, poi è scoppiato e ha fatto l'esaurimento nervoso. Ha divorziato e per ricostruire i nervi si è trasferito in barca e sembra viva una vita serena.
situazione C: Il comandante di Maruzza mi ha insegnato tutto quello (poco) che so per andare in barca. Biologo marino trascorre 6 o 7 mesi a bordo di Maruzza (alpa 670) poi l'abbandona dove si trova e durante l'inverno raccoglie lavori occasionali (acquario di Napoli, ricerca alle Marshall, quello che viene viene) poi riabbandona tutto e torna da Maruzza.
Vive con 300 euro al mese (posso garantirlo) pesca moltissimo e si nutre quasi esclusivamente di quello. quando non ne può più baratta il pesce con qualche pranzo in taverna.
Non abbiamo mai - mai - frequentato un marina. La barca è sufficiente a tutte le necessità. (nota per Paddy) I libri lui li teneva nel gavone sotto la cuccetta di prua dove dovrebbe esserci il cesso. Lui diceva sempre che non poteva permettersi imprevisti, quindi ogni mercoledì veniva dedicato alla barca. Pulizia generale e profonda e revisione delle strutture (si usava uno specchietto da dentista) poi una settimana si dava l'olio di lino sul legno, un'altra si brucciacchiavano i fili delle vele via così.
situazione D: molli davvero tutto e fai come la coppia di cui ho postato l'intervento iniziale. sposti la barca in polinesia o sud america, dove la vita costa un decimo e ti adatti alla vita randagia, sfruttando (esempio) l'affitto della casa a Bologna per la sopravvivenza.
soluzione E: molte famiglie del nord Europa e della Francia si dedicano un anno sabbatico. Esistono anche programmi per la didattica a distanza per i figli. Io ho conosciuto due francesi che hanno comperato un camion lo hanno attrezzato a camper (avevano perfino il caminetto) e ci giravano il mondo
per tutte le soluzioni (Eccettuata la A

) la vita famigliare diventa difficile. forse nella situazione B ci si può pensare...io però guardo la mia esperienza. 3 bambini e una vita che si può definire normale. Non credo il problema sia nel dove mettere i libri o i vestiti (che mai userai), bensì la qualità della vita che conduci. Credo che almeno per quello che mi riguarda, vivere in barca sia un sogno destinato alla pensione (se mai ci sarà

) e alle lunghe sere piovose di novembre Per adesso mi concedo un lungo periodo di follia e fuga ogni estate, dove tornare deve essere importante quanto partire. Sarebbe peggio essere in un atollo corallino e pensare con nostalgia alle lunghe sere piovose di novembre davanti al fuoco e non potere più tornare indietro