Marinai di Terraferma

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 Oggetto del messaggio: CADEI - Limit
MessaggioInviato: 06/11/2009, 11:47 
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Iscritto il: 05/11/2009, 17:02
Messaggi: 3741
Il Limit di Cadei, un barchino carrellabile ancora apprezzato nonostante l'età, si trova a buon prezzo:

LFT 4,98 mt
LWL 4,79 mt
BAGLIO (max) 2,20 mt
DISLOCAMENTO 350 kg
PESCAGGIO STANDARD 1,15 mt
PESCAGGIO RIDOTTO 0,16 mt

PIANO VELICO
SUPERFICIE VELICA 13,95 mq
RANDA 5,55 mq
GENOA 8,40 mq
SPINNAKER 20,00 mq

Dettagliate informazioni sul mitico sito di Alfredo: http://www.velanet.it/users/veliero/owners.htm

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 Oggetto del messaggio: Re: Il Limit di Cadei
MessaggioInviato: 13/11/2009, 20:11 
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Iscritto il: 13/11/2009, 19:56
Messaggi: 469
Località: Povegliano (TV)
Provo a scriverlo anche di qua: non e' che qualcuno puo' cortesemente postare qualche video del Cadei in navigazione a vela?
Com'e' la stabilita' da fermo di questo barchino?
Grazie. :)

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Matteo


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 Oggetto del messaggio: Re: Il Limit di Cadei
MessaggioInviato: 16/11/2009, 10:23 
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Iscritto il: 13/11/2009, 19:56
Messaggi: 469
Località: Povegliano (TV)
Vorrei chiedere a Tramp, e agli altri possessori del Limit, se cortesemente mi possono dare qualche info in piu' su questa barchetta.

Al di la' del fatto che non mi sembra facilmente reperibile sul mercato dell'usato, mi piace e mi incuriosisce molto.

Mi dite come va a vela? Mi sembra che sia facilmente carrellabile ed alabile da uno scivolo, giusto?

Grazie. ;)

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Matteo


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 Oggetto del messaggio: Re: Il Limit di Cadei
MessaggioInviato: 16/11/2009, 10:23 
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Iscritto il: 14/11/2009, 9:10
Messaggi: 4595
Località: un romano tornato al mare!
Qui sotto alcune note
Credo che sia il miglior day-sailer fin qui prodotto, almeno rispetto ai seguenti parametri:
- rapporto abitabilità/ingombri;
- rapporto abitabilità/peso
- rapporto prestazioni e facilità d'uso / prezzo dell'usato
Io l'ho stressato - come ho già detto - in navigazioni anche lunghe, mai notturne (ma nulla osta, se hai luci anche a pila) e in navigazioni a tappe di due-tre settimane in due persone Non mi ha mai dato problemi di nessun genere (dopo la terza vacanza lunga ho sentito il bisogno di cambiare ed ho preso un micropomo).
A vela non è proprio un fulmine, ma non è certo un chiodo. La velatura base è randa + genoa; e va bene; la randa è piuttosto piccola, perdona molto e ti avvisa che sarebbe ora di lascare/ridurre senza fartela pagare subito; sostituisci il genoa col fiocco solo raramente, se prevedi/prendi una sventolata; il boma alto garantisce l'integrità delle teste (di persone sedute) anche sotto strambata. La larghezza massima è il miglior fattore di stabilità laterale, insieme con la carena piatta.
La carrellabilità davvero non è un problema; importante sostenere tutto il peso con i rulli di chiglia, perché le fiancate sono ampie ed elastiche, i relativi rulli laterali devono soltanto 'contenere' gli sbandamenti in curva (ma questo vale per tutte le barche).
Purtroppo non ho foto delle mie barche. Tuttavia in caso di dubbi e/o problemi posso - credo efficacemente - illustrare e commentare foto postate qui dal proprietario, per risolvere qualche dubbio.
Altri (ex)possessori possono aggiungere qualcosa?
Questa è in vendita su subito.it al 25 ottobre.
http://www.subito.it/barca-avela-limit- ... htm?last=1
E sembra proprio il mio Fulmine, motore compreso. Se è lei, ha/aveva tutte le modifiche 'giuste' per me. La ricomprerei al volo, verificandone solo l'integrità.
Qui, a metà pagina, ne trovi un'altra:
http://www.velisti.it/annunci/?search=& ... e=&start=0
Per entrambe, tirerei sul prezzo anche fino a 3000, se senza carrello.

_________________
Buon Vento!
Alberto
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Il più bello dei mari è quello che non navigammo (N. Hikmet)


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 Oggetto del messaggio: Re: Il Limit di Cadei
MessaggioInviato: 16/11/2009, 10:24 
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Iscritto il: 13/11/2009, 19:56
Messaggi: 469
Località: Povegliano (TV)
Grazie per le info Tramp: avevo gia' usato la funzione cerca, pero' non e' che abbia trovato moltissime informazioni sui sul forum.

Ti chiedo anche:
- punti deboli da verificare, oltre ai perni di deriva?
- come va con poco vento?
- differenze rispetto al Micropomo?

Grazie per la tua gentilezza nel rispondermi,
bv.

_________________
Matteo


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 Oggetto del messaggio: Re: Il Limit di Cadei
MessaggioInviato: 16/11/2009, 10:25 
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Iscritto il: 14/11/2009, 9:10
Messaggi: 4595
Località: un romano tornato al mare!
Ho già scritto da qualche parte che per esere certo della tenuta di attacchi paterazzo e strallo sullo scafo avevo rimandato il tiro dello strallo fino al dritto di prua, internamente al gavone d'ancora: un lavoretto di fino, facile ed efficace. Per i due attacchi del paterazzo, sdoppiati a poppa, avevo aperto due oblò rotondi da 15 cm di diametro circa sulle pareti verticali delle panche del pozzetto, all'estrema poppa (subito prima dell'inclinazione del bordo), e avevo applicato piastre in compensato sotto la vetroresina, con bulloni passanti per la tenuta dei golfari, il tutto ovviamente ispezionabile; anche questo un lavoro di mezza giornata.
E' barca leggera e piatta: se in tre persone, non sente il peso, si bagna poco di più e non perde molto in velocità. Ma tre nodi di vento per spostarla ci vogliono! Insomma, è una deriva, né più né meno, pesante 350 kg. Forzando il ragionamento, per ariette leggerissime non vedrei male l'allungamento del boma e la maggiorazione della sola randa, da riprendere con una mano di terzaroli appena aumenta; con pochissima aria, e forse solo in bolina, probabilmente diventerebbe orziera, che non è certo male... Ma è una modifica costosa, e forse non ne vale la pena.
Tieni conto che sotto il pozzetto, con accesso dalla cabina, trovano posto due remi lunghi abbastanza per essere efficaci, se e quando serve (motore... 6 cv, non più e non meno, e che funzioni!).
Controlli da fare, quelli di tutte, col vantaggio che c'è poco da controllare:
- passerei lo scafo palmo a palmo per controllare che non ci siano rotture/crepe causate da colpi o incidenti;
- valuterei l'integrità e la funzionalità dei due piccoli winch di scotta/drizza, in plastica: data l'età, prima o poi polimerizzano e bisogna cambiarli;
- in cabina (meno c'è meglio la personalizzi: reti portaoggeti e altro) controlla gli incollaggi nei gavoni, che siano integri, e ovviamente il piano cuccette;
- tieni conto che i due pozzettini laterali alla deriva li potrai coprire con due estensioni per ampliare le cuccette (compensato marino, amovibili quando non servono e stivabili sul piano cuccette, sotto i materassini)
- lo stato dei materassini è importante; rifarli costa un occhio se non li fai da solo; i vecchi possono andare per le forme, ma ti ci vuole una macchina seria per cucire tela robusta;
Il layout interno prevede due cuccette libere, lateralmente alla deriva, con i piedi a prua, e due cuccette a semi-mummia, con i piedi e buona parte del corpo sotto le panche del pozzetto. In due, si può arretrare un bel po', lasciando le due "mummie" per i bagagli (e ce ne stanno davvero tanti!), e spazio a prua, per altri bagagli leggeri.

Micropomo è tutta un'altra barca. Esisteva in diverse versioni, più o meno regatistiche, con e senza volanti, con due versioni di albero.
Ha un difetto: soffre moltissimo il peso a poppa, immergendo lo specchio; in due è splendida, in tre bisogna mandare in coperta il terzo, o sottovento in pozzetto. Con vento, il problema diminuisce.
Per il resto: pesa 500 kg; io la varavo da solo, a condizione di poterla portare con le ruote di carrello fino quasi in acqua. Per alare, uno da prua agisce sull'argano, uno da poppa deve indirizzare molto bene la barca sui rulli, pena farla soffrire se la si lascia molto a secco.
In navigazione a me piaceva moltissimo. Se vuoi saperne di più, sposta la domanda nel post dedicato, così non disperdiamo le informazioni.
Grazie
_________________
BV

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Buon Vento!
Alberto
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 Oggetto del messaggio: Re: Il Limit di Cadei
MessaggioInviato: 16/11/2009, 10:25 
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Messaggi: 469
Località: Povegliano (TV)
Alberto, grazie delle info.
Il limit come forme mi e' simpatico, ma non ho ancora deciso se la reputo bella o meno. :shock:

Ti chiedo le ultime cose (prometto :D):
- abbattibilita' dell'albero e facilita' per il successivo riarmo (operazione che non ho mai fatto, se non con l'EC 21 quando l'ho venduto, ma con l'aiuto della gru e di altre persone esperte).
- come vedi l'utilizzo di un motore elettrico, fatti salvi gli ovvii problemi di autonomia
- come vedi l'uso di un gennaker od un code 0 su questa barca, o anche su altre dello stesso tipo?

Per gli interni non prevedo di dormirci, quindi quando ho un piano per un fornelletto della Camping Gaz (la pasta in barca ha sempre il suo perche', specialmente se "ancorato" su una bricola), gavoni e al limite un paio di prese 12 v. sono a posto. :)

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Matteo


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 Oggetto del messaggio: Re: Il Limit di Cadei
MessaggioInviato: 16/11/2009, 10:26 
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Località: un romano tornato al mare!
Per rizzare l'albero, una sola persona anche non un Ercole lo brandeggia bene, in assenza di vento o con aria leggera; lo poggia in coperta sul piede (che presenta un maschietto) e fa fissare lo strallo, per mezzo di pernetto e coppiglia, a persona anche inesperta ma debitamente istruita allo scopo; a quel punto si tratta solo di sostenerlo lateralmente, mentre la stessa persona fissa lateralmente le sartie basse poppiere; poi il paterazzo. Più facile a farsi che a dirsi. E' bene marcare con nastro le sartie e i punti di fissaggio in coperta, per non aver dubbi e non perdere tempo nella manovra. Per disalberare si opera al contrario. Direi non necessario alcun marchingegno utile su barche più grandi (vedi Viko 20) (!!!)
Per il trasporto dell'albero, leggiti quanto scritto - non solo da me - a questo proposito, altrove nel forum.

La notevole presa al vento dell'opera viva (scafo emerso) renderebbe inefficace il motore elettrico con aria appena formata. Ho suggerito 6 cv e ribadisco. Con un minimo di cura nel non forzare per troppo tempo e su mare formato. Se proprio vuoi, minimo 4 cv, ma solo se sai manovrare a vela in ogni condizione di vento.

E' barca con minima stabilità di rotta. Non ci ho mai issato un gennaker, non saprei. Lo spi in dotazione è generoso, richiede un equipaggio esperto. Per l'uso del gennaker senti Paddy o altri.

Gavoni: generosi all'esterno (quello di poppa è enorme), meno all'interno; ma se non ci dormi, ti tiene anche le sdraio e l'ombrellone :P

Prese? se non ci dormi? Ci metti lo stereo? Beh, lo sai? dovresti realizzare una culla per la batteria, a meno che non ne utilizzi una da moto...

E' piuttosto barca che può essere romantica: quando ho tempo, posto una luce di fonda/pozzetto realizzata con una bottiglia di acqua minerale e una candela...

Non preoccuparti di chiedere. Piuttosto, insisto: se la prendi, con un po' di foto insieme alle domande evitiamo di stressare la mia povera memoria... :shock: :D

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Alberto
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 Oggetto del messaggio: Re: Il Limit di Cadei
MessaggioInviato: 16/11/2009, 10:27 
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Messaggi: 469
Località: Povegliano (TV)
Grazie Alberto per le tue esaurienti risposte.
Ora non mi resta altro che trovare un Limit ad un prezzo decente, ma non ho particolare fretta: ho lunghi mesi invernali davanti per cercare con calma. :D

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Matteo


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 Oggetto del messaggio: Re: Il Limit di Cadei
MessaggioInviato: 16/11/2009, 10:27 
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Messaggi: 3455
Località: (UD)
sopravento ha scritto:
- come vedi l'uso di un gennaker od un code 0 su questa barca, o anche su altre dello stesso tipo?


Ciao
rispondo per quanto riguarda il code 0 o drifter che sia.. su barche similari. [io ho un micropomo]

E' la miglior vela che ho.. non per come sia ben fatta... ma perche' visto il "ventone" che c'e' nelle nostre giornate estive afose in adriatico [ noto che sei di TV.. ] il drifter fa la differenza tra aver una chiatta o una barca a vela...

Dove con randa e fiocco si e no ci si muoveva... tirando su il drifter.. si cambia musica e si veleggia a qualche kn di velocita' creandosi quel che basta di vento apparente (sia per il benessere delle vele che per quello dei veleggianti :lol: ... )


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