Così, alla rinfusa, un po' a naso un po' no:
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tegliare: significa qualcosa soltanto se si hanno delle sarde (o rivolgiti a Limo, lui sa tutto...)

E' naturalmente soltanto un errore di battitura...
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paranco di scotta randa: se quello che vedo tra paranco e boma è un moschettone, io lo eliminerei subito (hanno una maledetta tendenza ad aprirsi appena urtano contro qualsiasi cosa, e lo fanno quando la scotta è in bando (lasca, vela che sbatte); eliminarlo significa soltanto dover aprire il grillo con coppiglia che c'è sotto, ogni volta che vuoi smontare la scotta; se lasci il boma quasi sempre armato, togli il moschettone e non ci pensare più;
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tesa base randa: a) messo così sembra un'arma impropria: pericolosissimo per la testa del prodiere; vedi se puoi portarlo verso prua, di almeno mezzo metro, ma anche fin quasi all'estremità prodiera; se proprio serve, farai nel boma un foro ad asola (allungato) come quello che c'è ora, dal quale uscirà la scottina; b) preciso inoltre che, oltre ad essere pericolosa, la manovra è inutilizzabile (pericolosa) quando la randa è lasca (lasco-poppa) perché ti costringe a sporgerti molto sottovento; riportarla verso l'albero non può che migliorare; c) se vuoi rendere la manovra più precisa ed efficiente, prova a fissare la scottina in del boma (parte terminale di poppa), poi passarla nella brancarella della vela (dove adesso è annodata, e continuare il percorso..; avrai un paranco 2:1, cioè uno sforzo minore e una maggior precisione;
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vang: il tuo albero ne merita uno migliore; a) se possibile, sposta l'attacco sull'albero fino al piede, se vuoi, su un foro del binario di scassa; b) così com'è è poco efficiente: prova a vedere i diversi schemi che trovi su questo stesso argomento; ti mando anche per e-mail uno schema che ricalca un po' quello di guru, forse migliorandolo;
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trozza: bel lavoro, ma credo sia la responsabile almeno in parte del piegone della randa; la quale randa lavora troppo angolata all'ingresso dell'inferitura, con rischio di bloccaggio o peggio di fuoriuscita dalla canaletta in caso di sbattimento con vento forte: deve lavorare più verticale; soluzione: rendere la trozza più corta (in senso orizzontale) di qualche cm, coinvolgendo di nuovo l'amico Maurizio che citi, magari riproponendogli gli schemi di Guru;
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sartie: non ho capito bene forse, ma perché sono cos'ì distanti gli attacchi in coperta? si può avere una foto chiara di tutto l'albero? e dei particolari alle diverse altezze?
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gallocce all'albero: probabilmente raccolgono, inutilizzati, il caricabasso e carica allto dello spi (?); tieni conto che, con tutti quegli strozzatori che hai sdoppiati in coperta, tutte le manovre potrebbero essere riportate in pozzetto, con un bel guadagno per la sicurezza e l'efficienza;
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sartie: è forse la cosa più importante: l'attacco in coperta delle sartie basse è così appoppato che ti impedisce l'andatura di poppa, e rende pericolosissima l'andatura di lasco (pericolo di strambata); hai le sartie acquartierate (crocette un po' rivolte verso poppa), vedi che in coperta hai due attacchi vicinissimi su ciascun lato: la coppia di prua serve per le sartie alte, la coppia di poppa per le basse; non credo ci siano alternative valide;
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terzaroli: hai due mani di terzaroli sulla randa: arma le borose come da schemi che trovi su:
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http://www.vikoclass.org-
http://www.vikoclass.org/img/schemi_tecnici/circuito%20borose.pdfsenza almeno la prima mano, con quel randone devi stare attento al vento medio-forte, e probabilmente avrai una barca sempre orziera (se lasci il timone, va da sola rapidamente verso il vento), che non è proprio una bella cosa...
Va bene, avevo tempo e voglia stamani, ed ho sbrodolato... un po'
Naturalmente, tutto quello che ho scritto è da prendere come mia opinione e non come una ricetta del medico (tranne magari la cosa sulla base randa...)
E buon vento!!