Marinai di Terraferma

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 Oggetto del messaggio: Re: barche deriva moble: quali autoraddrizzanti?
MessaggioInviato: 31/01/2012, 12:31 
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Paddy ha scritto:
Altra cosa sono le derive mobili zavorrate. Di quelle avrei paura in caso di scuffia avete presente l'effetto macete su anguria? :?


Abbiamo la prova che questo effetto non esiste...

viewtopic.php?f=13&t=1258&hilit=blu+di+giamaica

la deriva (circa 80-100Kg) di quello stag 18 e' rientrata... .e lo scafo non si e' aperto come una anguria..

pero' e' andata giu' del tutto...


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 Oggetto del messaggio: Re: barche deriva moble: quali autoraddrizzanti?
MessaggioInviato: 31/01/2012, 13:11 
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Certo. Posso prendere una scure e appoggiarla delicatamente ad un'anguria senza farle nemmeno un segno. Così una deriva poco zavorrata mentre la barca si ribalta, grazie all'attrito laterale, tenderà a rientrare lentamente. Più probabile invece che una pinna di 200/300 kg, ancorché tenuta da meccanismi a vite senza fine o cime, resista fino all'ultimo per poi piombare come un maglio. :?

Ma io non mi preoccuperei di tutto ciò. Poc'anzi qualcuno ha già evidenziato ciò che potrebbe accadere nell'eventualità di una raffica incontrollabile, la barca si adagerebbe a 60, forse 80° oltre questo angolo le vele sarebbero completamente sventate e la barca, Viko compreso, rimarrebbe in quella posizione con la deriva ancora estesa. Solo se sopraggiungesse anche un'onda allora potrebbe rovesciarsi e a quel punto che la deriva sia fuori, dentro, o media cambierebbe poco perché la barca si riempirebbe d'acqua e a quel punto dritta, rovescia o a mezzavia poco cambierebbe.


Per concludere, prendiamo la barca per le nostre possibilità, nel giusto compromesso ed adattiamo di conseguenza le nostre attività ad essa.


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 Oggetto del messaggio: Re: barche deriva moble: quali autoraddrizzanti?
MessaggioInviato: 31/01/2012, 13:58 
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Paddy ha scritto:
Solo se sopraggiungesse anche un'onda allora potrebbe rovesciarsi e a quel punto che la deriva sia fuori, dentro, o media cambierebbe poco perché la barca si riempirebbe d'acqua e a quel punto dritta, rovescia o a mezzavia poco cambierebbe.

Mi sembra che quanto sopra valga senz'altro in caso di onda frangente, che trasporta acqua e contribuisce forse in modo determinanteal momento sbandante e rovesciante
In caso di onda non frangente, l'altezza della falchetta non dovrebbe variare granché rispetto alla superficie dell'acqua; all'arrivo dell'onda la barca sale, e scende quando scende l'onda.

Paddy ha scritto:
Per concludere, prendiamo la barca per le nostre possibilità, nel giusto compromesso ed adattiamo di conseguenza le nostre attività ad essa.

Sacrosanto.
Aggiungerei due cose:
1) Quando le cose si complicano è necessario cercare di prevedere che cosa accadrà, e valutare con calma come comportarsi; troppo spesso la precipitazione causa guai maggiori;
2) Dico sempre "scotta in mano e pronti a lascare"; per una volta mi smentisco parzialmente: quando la barca ha già cominciato ad adagiarsi sul fianco, diciamo 45° o più, badare bene a non lascare di colpo:
- perché da lì in poi il vento perde efficacia sulle vele (già detto);
- e perché piantare la varea del boma in acqua può costituire un "freno poggero", tanto più se è ancora aiutato dall'inerzia (abbrivio) alla rotazione dell'albero verso l'acqua; se la pala del timone è già in gran parte fuori dell'acqua, si rischia davvero la scuffia.

_________________
Buon Vento!
Alberto
________________________________________________
Il più bello dei mari è quello che non navigammo (N. Hikmet)


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 Oggetto del messaggio: Re: barche deriva moble: quali autoraddrizzanti?
MessaggioInviato: 31/01/2012, 14:51 
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Iscritto il: 22/11/2009, 9:47
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Anch'io sono propenso a spostare il tema sulla conduzione della barca. Il vero problema è l'iterazione marianaio/barca. Si racconta di barche abbandonate e ritrovate ma non di mariani abbandonati dalla barca e ritrovati sani e salvi...........
Comunque allego un poco di tabelle per fissare delle considerazioni. Considerazioni che esprimo alla fine, quasi con malavoglia perchè vorrei che non diventassero un breviario per chi non ha di meglio.
II Glenas dicono:"Il momento giusto per prendere la prima mano è quello in cui ci si domanda per la prima volta se non sia il caso di prendere una mano di terzaroli".
Tabelle
La velocita' del vento viene misurata in nodi con una scala numerica da 0 a 12: la scala Beaufort.
Forza Velocita' Descrizione
0 0-1 Calma
1 1-3 Bava di vento
2 4-6 Brezza leggera
3 7-10 Brezza tesa
4 :lol: 11-16 Vento moderato :lol:
5 :mrgreen: 17-21 Vento teso :mrgreen:
6 :oops: 22-27 Vento fresco :oops:
7 28-33 Vento forte
8 34-40 Burrasca
9 41-47 Burrasca forte
10 48-55 Tempesta
11 56-63 Tempesta violenta
12 >=64 Uragano
I mari vengono misurati con la scala Douglas.
Forza Altezza onde (metri) Descrizione
0 0 Calmo
1 0,1 Quasi calmo
2 0,1-0,5 Poco mosso
3 0,5-1,25 Mosso
4 :lol: 1,25-2,5 Molto mosso
5 :mrgreen: 2,5-4 Agitato
6 :oops: 4-6 Molto agitato
7 6-9 Grosso
8 9-14 Molto grosso
9 >=14 Tempestoso
La seguente tabella converte le velocita' espresse in nodi, chilometri all'ora, metri al secondo e metri al minuto.
Nodi km/ora m/sec m/minuto
1 1,9 0,5 30,9
2 3,7 1,0 61,7
5 9,3 2,6 154,3
10 :lol: 18,5 5,1 308,7
15 27,8 7,7 463,0
20:mrgreen: 37,0 10,3 617,3
30 :oops: 55,6 15,4 926,0
50 92,6 25,7 1.543,3
0,5 1 0,3 16,7
5,4 10 2,8 166,7
10,8 20 5,6 333,4
32,4 60 16,7 1.000,0
54,0 100 27,8 1.666,8
2,0 3,6 1 60
9,7 18,0 5 300
19,4 36,0 10 600
3,2 6,0 1,7 100
16,2 30,0 8,3 500
32,4 60,0 16,7 1.000

Quando ridurre
Possiamo valutare a seconda delle andature queste riduzioni:
15-nodi vento- 1° mano di terzaroli sulla randa 10% riduzione fiocco avvolgibile
20-nodi vento- 2° mano di terzaroli 20% riduzione fiocco avvolgibile
30-nodi vento- togliere il fiocco e issare una tormentina
Nelle piccole barche la randa in queste condizioni è ridotta ormai al minimo utile per navigare e la sua pressione non dovrebbe avere sufficiente forza da stendere la barca, il fiocco estremamente piccolo rende lo scafo manovrabile.
E’ bene tenere in considerazione che nelle condizioni indicate in azzurro la barca comincia a fare impressione, è puttosto nervosa e sale e scende dalle onde con forza, il timone diventa impegnativo da tenere e si deve continuamente assecondare il mare. Cercare un ricovero vicino da tenere sotto osservazione, scaduto cercare il successivo.
Con le condizioni indicate in verde inizia l’effetto taboga e le onde sembrano essere sempre più grandi e difficili sbattono contro lo scafo e tendono per la loro massa a rallentarlo.Cercare un ricovero vicino da tenere sotto osservazione, scaduto cercare il successivo.


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 Oggetto del messaggio: Re: barche deriva moble: quali autoraddrizzanti?
MessaggioInviato: 31/01/2012, 14:54 
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Iscritto il: 22/11/2009, 9:47
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urca manca un pezzo :o
Con le condizioni indicate in rosso non è più possibile scegliere una rotta prestabilita, occorre cercare di mantenere la distanza dalla costa e trovare un riparo.
P.S. tornado verso Capocaccia ( ed è un bel tornare perché si entra dentro Porto Conte che è un bel riparo) ho acceso anche il motore per ridurre l’arresto del Microchallange durante gli ingavonamenti tra oanda e onda. L’andatura comunque era portante essendo un Maestrale all’inizio della sua crescita. In Sardegna il maestrale sale velocemente e diventa subito violento. Tornavamo da Bosa e alla prima avvisaglia abbiamo preso subito una bolina verso il largo allontanadoci così dalla costa per poi poggiare ed entrare quando eravamo al traverso di Alghero.
E’ ANDATA BENE !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


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 Oggetto del messaggio: Re: barche deriva moble: quali autoraddrizzanti?
MessaggioInviato: 31/01/2012, 15:00 
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Iscritto il: 22/11/2009, 9:47
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Peccato, c'avevo messo mezz'ora a dividere tutti quei numerini sulla conversione nodi Kmh e poi i colori si sno persi strada facendo

una leggendina per capire meglio

:lol: note in azzurro
:mrgreen: note in verde
:oops: note in rosso.

Per favore lasciate perdere la tabella di conversione che è diventata un casino.
La prossima volta starò più attento.


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 Oggetto del messaggio: Re: barche deriva moble: quali autoraddrizzanti?
MessaggioInviato: 31/01/2012, 18:48 
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Paddy ha scritto:
Certo. Posso prendere una scure e appoggiarla delicatamente ad un'anguria senza farle nemmeno un segno. Così una deriva poco zavorrata mentre la barca si ribalta, grazie all'attrito laterale, tenderà a rientrare lentamente. Più probabile invece che una pinna di 200/300 kg, ancorché tenuta da meccanismi a vite senza fine o cime, resista fino all'ultimo per poi piombare come un maglio. :?

Ma io non mi preoccuperei di tutto ciò. Poc'anzi qualcuno ha già evidenziato ciò che potrebbe accadere nell'eventualità di una raffica incontrollabile, la barca si adagerebbe a 60, forse 80° oltre questo angolo le vele sarebbero completamente sventate e la barca, Viko compreso, rimarrebbe in quella posizione con la deriva ancora estesa. Solo se sopraggiungesse anche un'onda allora potrebbe rovesciarsi e a quel punto che la deriva sia fuori, dentro, o media cambierebbe poco perché la barca si riempirebbe d'acqua e a quel punto dritta, rovescia o a mezzavia poco cambierebbe.


Per concludere, prendiamo la barca per le nostre possibilità, nel giusto compromesso ed adattiamo di conseguenza le nostre attività ad essa.



sono assolutamente d'accordo con paddy poi x quel che conta la mia barca sdraiata a 90° in testa d'albero dovrebbe avere ancora una spinta verso l'alto di 35 kg e quindi dovrebbe raddrizzarsi ....sono ansioso di verificare .... :lol: :lol:


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 Oggetto del messaggio: Re: barche deriva moble: quali autoraddrizzanti?
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Ecco visto che gianduia parla di cifre il Viko dovrebbe avere 15kg
Un mini 80


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Località: Reggio Emilia
e la mia???'
cioè il first??

_________________
https://www.youtube.com/user/TheLimo74


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Località: Arese
Sarà più simile al mini che al Viko sicuramente


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