La telefonata di DeFalco e la sua messa in onda apre a nuove anlisi dell'accaduto. Questo testo è tratto dal Forum Amici della Vela che a sua volta l'ha copiato da altri: Leggetelo perché è un'analisi fatta da un, sepur sedicente, operatore del settore.
DE FALCO 1 VOCE FUORI DAL CORO ....
Temo invece di avere ancora qualcosa da raccontarti e vedrai che poi cambi idea, anche se saro' costretto ad allargami un po', d'altronde ci sto prendendo gusto, non me ne volere.
La tua (e non solo tua) reazione all'ascolto della telefonata tra Schettino e De Falco e' dovuta al fatto che parti da alcuni presupposti sbagliati, e che cedi all'aspetto emotivo, incoraggiato anche dal tono concitato e fascinoso del De Falco stesso, e questo ti fa velo.
Cominciamo a definire il contesto:
1) Non vorrei che si pensi che voglio a tutti i costi difendere Schettino, non e' mio parente, te l'assicuro, e non ho azioni Carnival nel mio portafoglio. Schettino ha commesso un errore gravissimo ed imperdonabile, e' riuscito con un unico stupido errore (passare due o trecento metri piu' vicino agli scogli di quanto voleva e due o tre miglia piu' vicino di quanto doveva), a spedire al creatore qualche decina di sventurati, a mandare a fondo forse 800 milioni di euro di alta tecnologia navale, a rovinare l'assicurazione, a cancellare il marchio COSTA dai mari, che a questo punto e' diventato un marchio d'infamia, a far perdere alla Carnival un quarto del suo valore, ad arrestare la crescita di uno dei comparti economici piu' promettenti, ed a distruggere la sua carriera e la sua vita e scusa se e' poco! ha fatto piu' danni lui alla navigazione marittima di tutti gli u-boote della seconda guerra mondiale!
Non ho quindi alcuna simpatia personale, semplicemente vorrei che si evitasse di infierire a vanvera, se non altro per non fare la figura degli sciocchi!
2) E' vero che il codice della navigazione statuisce che in caso di abbandono nave il Comandante deve essere l'ultimo a lasciare la nave, come fa notare giustamente "gianfederico", ma da molto tempo questa norma viene interpretata e non presa alla lettera, se non a volte dai militari (poi ti spiego perche'). La ragione e' semplice: perche' applicarla alla lettera in alcuni casi (e questo e' uno di quelli) non avrebbe alcun senso o sarebbe semplicemente impossibile. Il senso della norma e' che il Comandante e' responsabile del salvataggio dei passeggeri e dell'equipaggio e non puo' abbandonarli al loro destino. Non risulta che Schettino l'abbia fatto.
3) con tutto il rispetto e l'affetto per i membri della Guardia Costiera, tra i quali ho molti amici e con la quale collaboro (sono uno dei periti della Direzione Marittima della mia regione, e ho partecipato a diverse commissioni proprio sui sinistri marittimi), devo pero' dire che non sempre sono competenti come dovrebbero. Non sono in effetti dei naviganti, e a parte all'inizio della loro carriera quando fanno servizio in mare, stanno per lo piu' in ufficio. Conoscono molto bene leggi e regolamenti, e in genere tendono a rispettarli alla lettera, da buoni burocrati e da buoni militari, perche' da questo lato sono vulnertabili a denunce e ricorsi, ma spesso le sparano grosse sulle questioni tecniche. Lo ripeto, non e' negligenza la loro, ma solo oggettiva ed inevitabile mancanza di esperienza pratica. I naviganti li ossequiano, perche' sono pur sempre l'autorita' marittima, ma non hanno una grande considerazione delle loro capacita' marinaresche.
Veniamo adesso di ricostruire la dinamica dei fatti:
Schettino manovra per passare vicino al Giglio per la famosa "navigazione turistica", qualcosa va storto, forse una piccola avaria, forse un semplice concentrato di sfiga, toppa alla grande ed urta il fondo, probabilmente in accostata, nel tentativo di allargarsi.
La sala macchine comincia ad allagarsi, probabilmente in fretta, non sarei sorpreso se qualche macchinista fosse ancora la' sotto, partono ad un certo punto i generatori di emergenza, ogni nave li ha, il piu' possibile lontani dall'acqua, compatibilmente con il loro peso. Si spegneranno piu' tardi, quando lo sbandamento superera' l'angolo critico oltre il quale non possono funzionare e si bloccano in automatico.
Schettino cerca di capire quali danni abbia la nave, teniamo conto che e' shoccato ed incredulo, probabilmente allerta il personale, ma non avvisa i passeggeri, ovviamente per non generare panico.
Quando si rende conto che la nave ha danni gravissimi, manovra per portarla in costa o forse ce la portano le correnti che in quel punto vanno effettivamente per nord-ovest, la nave ha una propulsione diesel-elettrica che dovrebbe essere andata in avaria quasi subito, ma potrebbe aver percorso quel breve tratto con l'abbrivo residuo o forse un po' l'uno e un po' l'altro o forse ancora il Direttore di macchina e' riuscito a tenere duro per un po'.
La nave tocca il fondo, comincia subito ad ingavonarsi, si cominciano ad evacuare i passeggeri, problemi con le lance, ma Giglio porto e' vicino e si puo' fare la spola.
In una nave da crociera il personale tecnico e' relativamente poco, per cui occupa i posti chiave mentre una parte del personale di camera e cucina viane addestrata per il servizio delle lance. Gli assistenti del Commissario, responsabili delle varie aree, hanno il compito, sempre che possano, di passare a pollice le zone di loro competenza, per assicurarsi che non resti gente nei locali.
Schettino resta a bordo sicuramente fino a mezzanotte, ci sono testimonianze in tal senso, quando la nave e' ormai quasi coricata sale su di una lancia e coordina i soccorsi da li, dato che da bordo non potrebbe fare piu' niente, e' la cosa piu' sensata che puo' fare dato che quello e' adesso il punto di osservazione migliore, ed infatti su quella lancia lo contattera' De Falco.
A quel punto restano a bordo due o trecento persone, quasi tutti membri dell'equipaggio, che lasciano la nave ordinatamente dalla famosa biscaggina, forse proprio sulla lancia di Schettino (filmato in infrarossi), arriva un elicottero probabilmente per evacuare un ferito o un cadavere, i soccorritori non trovano il Comandante e lo comunicano a De Falco, questo chiama Schettino ed abbiamo la famosa telefonata.
Schettino sta facendo quello che puo', forse bene (l'abbandono della nave e' stata uno straordinario successo, finalmente i *stupidotti* scribacchini cominciano a riconoscerlo), forse male, ma sicuramente non e' scappato affatto, e' li, dove deve essere, e cerca di farlo capire a De Falco, probabilmente non potrebbe risalire a bordo nemmeno volendo, ma soprattutto a che scopo, per ostacolare la discesa degli altri? Stanno scendendo, fra poco saranno tutti a terra, cosa ca@@o doveva risalire a fare, per dirgli ciao?
Doveva cercare i dispersi tutto da solo, nel buio totale, su una nave coricata su un fianco, i cui 17 ponti sono un labirinto che viaggia sui 150.000 metri quadri? In tre giorni di ricerche i sommozzatori non sono riusciti ad esplorarne che una piccola parte, cosa doveva fare Schettino? E quali dispersi poi, penserai mica che abbiano fatto l'appello a 4300 persone? Nemmeno adesso sanno esattamente quanti ne mancano.
Ma mettiamoci nei panni di De Falco: Lui e' a Livorno, la nave non la puo' vedere, ha solo comunicazioni radio, e' un impiegato, non un marinaio, della situazione tecnica non ha capito una cippa, conosce le leggi, ma le applica da militare, alla lettera, soprattutto per pararsi il didietro; ha in mano una patata bollente grossa come lo scoglio che si e' portata appresso la Concordia, intorno a lui vede volteggiare stormi di "uccelli paguli" e fra pochi giorni o addirittura ore un grosso energumeno peloso che si chiama "Ispettorato Generale delle Capitanerie di Porto", anzi no, da qualche anno "Comando Generale ecc." lo prendera' per il cravattino e gli domandera': "ma tu, che sapevi che ogni secondo giorno passava dal Giglio (sotto la tua giurisdizione) una navona grande grande e piena di gente a fare il contropelo agli scogli, cosa sommamente deplorevole, perche' ca@@o non hai emesso una bella ordinanza per impedirlo, eh?"
L'ha fatto apposta? ...
Non tanto a farla quella comunicazione, che al momento era probabilmente solo il frutto di una cattiva percezione della situazione, peraltro comprensibile, dal suo punto di osservazione.
No, non a farla, a diffonderla, cosa che nessuno lo obbligava a fare, ma che l'ha fatto diventare sui media "L'Italia vera, "La voce del dovere", e via delirando, che tanto Schettino era fottuto in ogni caso!
Sanzionarlo, adesso, sarebbe imbarazzante, non si puniscono gli eroi!
Cordiali saluti
|