
Caro Francesco,
Desidero illuminarti sul fatto che la mia prima barca fu un beccaccino in legno, con la coperta splendida in doghe di mogano e cedro (hai presente i motoscafi Riva?), ma con le assi del fondo attraverso cui si poteva passare un dito da prua a poppa senza farsi male. Affidata ad un carpentiere della gloriosa Italcraft, fu calafatata a perfezione e, messa in acqua, risputò fuori tutto quanto... Con mio padre riportammo tutto a zero e ricominciammo (ancora sento l'odore di canapa e stucco..). Non contento, mi infilai sotto prua e con l'aiuto di un erogatore e bombole da sub sverniciai a zero con la "lampada" a benzina tutto l'interno (puoi immaginare cosa significa?), Sotto la nostra supervisione, un falegname con incredibili antiquati macchinari costruì le due metà (per lungo) di uno splendido nuovo albero in spruce (che è legno..) con le canalette per le drizze interne... Saltando il resto (la barca fece il suo dovere per 8 anni), quando aprii la scuola di vela prendemmo 7 vaurien di compensato perché preferivamo metter le mani sul legno piuttosto che sulla resina, poi un lightning in cedro, poi un vaurien da regata sempre in compensato...
Rinsavito, ho da allora preso sempre barche di vetroresina.. perché mi lasciavano il tempo per occuparmi al meglio delle loro parti in legno
Trampquillo, i miei "diti" sopportano ben altro...
