http://www.repubblica.it/politica/2011/ ... ref=HREA-1Pubblico uno stralcio dell'articolo:
IL COMMENTO
Riconquistare il futuro
di BARBARA SPINELLI
UN ASPETTO impressionante, nella crisi che traversiamo, è l'impreparazione dei popoli. Non è l'impreparazione di chi si sente riparato. La crisi, inasprendo ineguaglianze divenute smisurate lungo gli anni, pesa sui popoli da tempo. Ma questa volta gli animi sono impauriti, disorientati, come se mancasse loro una bussola che indichi dove sta, veramente, il Nord. Nei Paesi più colpiti, come la Grecia, la disperazione può sfociare in guerra civile: come può sdebitarsi una nazione così sprofondata nella recessione, senza sfasciarsi? Nei Paesi che stanno meglio, come la Germania, cresce un isolazionismo antieuropeo non meno intirizzito. In Italia il disorientamento è diverso: la democrazia è talmente guastata, il legame sociale talmente liso, l'opinione talmente disinformata, che ciascuno scorge nella crisi qualcosa che concerne gli altri, mai se stesso.
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Questa impreparazione non è tuttavia priva di speranze, in Italia. Basta una cifra - 1 milione 200 mila che condannano la legge elettorale - e subito si capisce come il popolo voglia riprendersi il futuro, partecipare al suo farsi. Come sia disgustato da politici che usano il popolo, che gli tolgono sovranità nell'attimo in cui ne magnificano il primato. L'essenza del populismo è questo bluff. Nei quattro ultimi referendum c'è sete non solo di verità ma di società maggiorenne, e non stupisce che tanti partiti li abbiano avversati o vissuti passivamente.
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Dicono che sì, i popoli sono impreparati, ma perché qualcuno li vuole così: i
ncavernati, frammentati, dunque malleabili. Dicono che la formazione dell'opinione pubblica - ingrediente fondamentale in democrazia - è stata guastata dal dominio politico sulle tv.
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Paul Krugman spiega bene come tali poteri si nutrano
di dottrine economiche "completamente divorziate dalla realtà", fondate sulla menzogna:
la menzogna secondo cui non c'è crescita se vengono tassati i ricchi, e quella secondo cui la
crisi nasce da troppi regolamenti e non, come i fatti dimostrano, da assenza di regole....................................
La destra di oggi non somiglia in niente a quella di ieri. Va detto che l'Italia, pur anomala, non è un caso isolato. È venditrice di illusioni perfino la Germania, sono populisti Sarkozy e Cameron, per non parlare di governi liberticidi o corrotti come Ungheria o Bulgaria.
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L'Italia è in questo un laboratorio. Il deserto tra leader e popolo non resta vuoto, viene occupato da nuove oligarchie: più mafiose di prima, indifferenti al bene comune. Al posto del legame sociale s'insedia l'identità (etnica, religiosa, sessuale) fondata sul rigetto dell'altro. Le liste di politici gay, apparse in rete giorni fa, è un episodio da Ultimi Giorni dell'Umanità. In una democrazia decente i giornali le ignorano. Se non lo fanno è perché il populismo è l'aria che tutti respiriamo.
La crisi diventa occasione se si dice la verità. Bisogna cominciare a dire che in Occidente non riusciremo a crescere come ieri. Secondo gli esperti, ci vorranno 40-50 anni perché i salari dei Paesi emergenti (Cina, India, Brasile, Russia) raggiungano i nostri.
Il nostro futuro sarà fatto di meno consumi.
Non di crescita zero, purché sia un crescere diverso. Fu inventata per questo l'Europa unita. Perché non aveva più senso, costruire il futuro facendosi governare dalle menzogne