Caspita quanto pepe!
Ragazzi siete davvero appassionati!
Mi piacerebbe mediare; a mio parere, la vecchia questione tra chi sia l'eroe (chi resta o chi va?) resterà sempre aperta (meno male, altrimenti di cosa discuteremmo?!).
Mi piace l'idea di chi se ne va, è un'idea egoistica e romantica che accarezza le corde dell'avventura che sono riposte in ognuno di noi.
Ma è molto bella pure, anche se meno "pirotecnica", l'azione di chi resta silenziosamente a lavorare per il proprio gruppo familiare e la società che lo circonda, cercando di "tirare la carretta".
C'è una canzone di Caparezza che dice "sono un'eroe, perchè combatto per la pensione! Ti mostrerò cosa so fare col mio Superpotere!"
http://www.youtube.com/watch?v=MUF0oA-d7Yk&feature=relatedForse oggi è venuto il tempo di rivalutare questo "moderno supereroe"; forse siamo chiamati a fare la nostra parte e ognuno nella sua coscienza può capire quale può essere il suo ruolo.
Poi, Ragazzi, se lo schifo diventa davvero insopportabile... a vela ci sappiamo andare: mandiamo tutto a quel paese e ce ne andiamo per i mari del sud (magari!).
Consiglio a tal riguardo un libro che forse sta nel mezzo di questa discussione: "Una storia d'amore con il mare" di Ugo Conti, un ingegnere, col mal di mare, che si prende un mese di vaffan... al mondo per un'avventura un po' particolare, poi ritorna a casa e...
...ma di questo ne parliamo un'altra volta.
Buon vento!