Fidi75 ha scritto:
Jo ti ringrazio per i suggerimenti, ma vorrei precisare solo alcune cose.Ho risposto con verità anche io: sono inesperto, non ho fatto alcuna scuola di vela, sono autodidatta, imparo da voi, non ho paura di sparare cazzate... credo e pretendo di essere credibile nel mio campo lavorativo, qui mi sento l'ultimo degli arrivati e non me ne vergogno... non mi piacciono le sottolineature... però, però... saro' una pippa in campo di vela ma alcune cose le comincio a capire: vento teso, catenaria ridotta...vento leggero, catenaria accentuata...ma i tuoi suggerimenti coinvolgono la randa (vang, tesabase) sistemi per tesare lo strallo (sartie volanti? qui mi sento insicuro).
La mia domanda era diversa e dettata dalla tua affermazione che sia molto grave il fatto che il viko non risalga di bolina (è già la seconda volta che fai affermazioni pesanti sulla mia barca e vorrei ricevere oltre la critica anche il motivo su cui si fonda, per evitare in futuro di ripetere un eventuale "errore" nella scelta della barca che debba rispondere alle mie esigenze). Provo a riproporre in altri termini la questione: ho acquistato un tegame con l'intento di fare esperienza e divertirmi nelle prime manovre alla domenica. Non me ne frega nulla, per ora (leggi al momento dell'acquisto) delle regate, delle regolazioni: voglio godere della vela e lo voglio fare con la famiglia. Lo faccio da solo (sono pazzo) e con una barca facile... Non so se piacerà e non ho voglia di spendere un patrimonio. Esco la domenica e voglio poter avere spazio per dormire, s....., ecc. ecc...
Bene, esco con i miei 5 nodi di reale con armo 7/8 privo delle regolazioni elencate da Paddy... All'improvviso arrivano i 20/25 nodi (sul Garda come ben sai succede)...Ora la domanda: posso risalire con il solo fiocco? Francesco faceva paragone fra genoa del first e fiocco del viko e io credo non si possa fare. Da ignorante dico di no (non più di tanto). La randa stabilizza e in un armo come il mio mi consente di tesare lo strallo, la posso appiattire (vang, tesa base) e "scaricare" - (paterazzo), posso regolarne il grasso anche con il cunningham e la drizza (meglio il primo) ma uso la randa e non il solo fiocco. Poi oltre certi venti i limiti dichiarati della barca (a me noti all'atto dell'acquisto) si fanno sentire e l'opera morta la fa da padrone.... Insomma io chiedo semplicemente una testimonianza vera dagli altri armatori (Brezza ecc...). Con il solo fiocco riuscite a risalire il vento? Si? No? Ci riuscite con la randa? Fino a che vento? 20 nodi o più? Buon per voi... ma se ci riuscite con l'ausilio della rand e avete un armo a 7/8...per me il Viko rimane una buona barca...anzi....come disse Francesco... una barca onesta....
Ma se ho detto cazzate vi chiedo gentilmente l'ennesima lezione...
Jo tempo fa hai scritto che è molto grave il fatto che non ci sia un sistema che blocca la risalita della deriva... può darmi fastidio ma io non lo considero così grave. A 25 nodi avevo la deriva appena calata (giusto una punta) la barca non ha scuffiato. Alla boa la tengo sempre sollevata e si è presa anche più di 30 nodi... mai rovesciata... Avete in passato scritto di opera morta troppo importante che avrebbe impedito la risalita al vento anche a motore....ero terrorizzato... ma forse inutilmente... insomma.... va bene il confronto ma le affermazioni prima di spenderle come il verbo mi piacerebbe fossero suffragate da motivazioni serie...altrimenti utilizzate il condizionale...
Scusami Fidi, non era mia intenzione offendere la tua barca, alla quale mi sono interessato all'inizio, quando cercavo la mia; ma che ho scartato esattamente perchè mi dava l'idea che fosse un tentativo non riuscito di quadrare il cerchio.
Paddy ha scritto prima che la fisica riguarda anche il Viko e naturalmente è vero: dovendo sacrificare qualcosa alla abitabilità ed alla carrellabilità, che ci son tutte, i progettisti hanno sacrificato la marinità.
A mio avviso è stata una scelta sbagliata, perchè una barca deve essere per prima cosa seafriendly e seaworthly (spero di aver scritto correttamente). Una barca deve rispondere al timone con prontezza e decisione.
Io mi sento sicuro quando navigo a vela, e invece non quando navigo a motore, perchè so (o credo di sapere) come risponde la barca alle mie manovre sotto vela. Questo è un fattore di sicurezza, sia oggettivo che soggettivo, mi dà piacere e tranquillità.
La mia polemica, perdonami Fidi se ti ho offeso, non è né con te né con il Viko: è con quasi tutti i monoscafi carrellabili, perché tutte le considerazioni fatte sopra le ho pensate mentre studiavo come risolvere il problema di navigare per circa due settimane, in 4 adulti più un cane, dormendo a bordo, mangiando a bordo, e varando la barca in totale autonomia; un programma, come vedi, piuttosto "radicale" e la risposta è stata forzata: il multiscafo risolve tutto questo.
Però mi scontravo con l'opinione comune che i multiscafi non stringono il vento: ed allora ho studiato la cosa, e poi ho verificato che non è sempre vero. E penso che la scelta fatta sia stata (soggettivamente) giusta.
Ora se leggo che il Viko ha una deriva che non si può bloccare, e che non risale di bolina, e poi leggo che Paddy è consapevole di tutto questo, e lo accetta, mi va bene: Paddy ha fatto la sua scelta, conosce i limiti della barca, ma ne fa un uso diverso, e va bene così.
Lo stesso vale anche per te, se non per il fatto che, a mio avviso, scegliere un Viko come barca da iniziazione alla vela può essere uno sbaglio, giacché a tale scopo non c'è nulla di meglio di una deriva, la quale per l'uso "da lago" basta ed avanza, tant'è vero che ne ho una sul lago anche io.
Perché farsi carico dei costi di acquisto, di ormeggio, di carrello, eccetera, per una barca che poi serve sul lago per qualche ora una domenica ogni tanto?
La mia è una "polemica" politica, nulla di personale, credimi, Fidi. Il discorso va oltre
Non è con te, che ce l'ho, è con un sistema che di fatto crea e moltiplica i costi elevati della nautica, riempiendo i porti di barche, anche enormi, sempre ferme.
E dei soli 34.000 italiani "ricchi oltre i 300.000 euro" che risultano al fisco.