Esperienza in sicurezza: non potrà forse mai sostituire la realtà, ma la speranza è che le cose ti tornino in mente quando serve.
Acquaticità è la parola giusta, credo. Quante volte a scuola ho subìto strambate con tanto di boma in testa o comunque addosso! Avevo imparato a cedere, anticipando il colpo; qualche volta addirittura mi lasciavo cadere in acqua e mi ritrovavo agganciato alla falchetta con l'avambraccio
Ancora: una volta, a scuola, esco con sette-otto barche per una gita: in acqua trovo un ex-allievo con famiglia che provava le prese di uomo in mare. Mezza giornata e torno: era ancora lì a provare!!
Ma: almeno una volta ricordo di essermi buttato in acqua in condizioni di sicurezza (aria leggera, acqua calma, e toccavo!) per farmi recuperare da due amici-allievi "esperti". Avrei preso due volte il dritto di prua sulla zucca, se non mi fossi spostato! Non lo faccio più.
Ancora: mi getto in acqua per recuperare un gabbiano impastoiato in una lenza con tanto di amo nel becco. Lo prendo e mi dirigo verso la barca (11mt.) solo di gambe, perché le mani erano impegnate a tener fermo il bestiolo. Quattro facce da bordo mi guardavano, vele a farfalla, motore avanti al minimo (censura...)
E poi questa:
Tramp ha scritto:
Paura: solo qualche volta.
Un FJ nuovo di zecca dei fratelli Cru***ni, che allora erano dei bambini. Scuffiato, aveva scarrocciato fino a puntare l'albero sul fondo, in mare mosso e qualche frangente serio, quando riesco a farmi portare con un gommone sul posto, carico i ragazzi e mi immergo per vedere cosa si potesse fare.
Di raddrizzare non se ne parlava, piena d'acqua (solo mezzo doppio fondo, gavone allagato) vicino costa con frangenti non avrebe navigato.
Decido di disarmare l'albero. Con apnee frequenti ma mai troppo lunghe riesco a togliere prima oggetti vari, disarmare il fiocco, e mi accingo a togliere l'albero, con boma e randa insieme, non trattabili altrimenti.
Più volte, mentre ero sott'acqua a togliere anellini vari dalle lande, il signor gommonauta mi si avvicinava da sopravvento e a marcia indietro per - disse poi - essere pronto a darmi una cima quando la volessi.
Ebbi davvero paura: pre-vedevo un frullato di onda elica gommone vele sartie scotte e... ciccia (la mia).
Quattro urlacci hanno poi risolto, ma non mi è mai passata l'idiosincrasia per i motori:
- se ci sono, devono essere due;
- se governo io è moooolto meglio...
Ma quando impareranno 'sti motoschifari??
E' durata un bel po' e nessun dramma, era volontaria, e sotto la barca rovesciata e nei frangenti pensavo solo a tenermi e tenere discoste le robe contundenti. Insomma è stato possibile, credo senza pericoli tranne il motore (ri-censura).
Insomma esperienza volontaria e acquaticità. E speranza. Ma legati, se appena è possibile.
Sulla lunghezza del cavo di ritenuta avrei dei dubbi. Lungo abbastanza da uscire di lato e solo poi sganciarsi: se "lei" ti lascia uscire, magari è meglio. Troppo corto, rischia forse, ma forse, di farti battere (la testa?) quando cadi.
Ma non lo so...