Marinai di Terraferma

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 Oggetto del messaggio: Re: differenze d'utilizzo di Code O , Ganoa e Gennaker
MessaggioInviato: 27/06/2011, 22:12 
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Iscritto il: 22/03/2010, 18:07
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zembo, litigo spesso con quelli che mettono paura!
e' esattamente il contrario che vorrei ottenere.
si l' attenzione in barca deve essere confrontabile con quella della paura!
ma non ha senso aver paura del mare, il mare non uccide nessuno, sono le persone con le loro azioni che si mettono nella condizione di suicidarsi!
il panico e' una di queste condizioni e e' temuto piu di qualunque tempesta.
alla base delle considerazioni che ho fatto c'e una strategia che si chiama marinita, ha due aspetti, uno riguarda la barca con le sue attrezzature, l' altro aspetto e' il modo di usarle, insomma le conoscenze che servono a salvaguardare la vita e la sicurezza delle persone a bordo.
mentre la prima riguarda il produttore e le modifiche che vengono fatte piu o meno coscientemente alle barche la seconda riguarda i comportamenti.
non e' che la seconda sia meno importante della prima!
in tal senso e' molto facile per me arrivare allo scontro immediato con quelli che ritengono di poter ignorare le cose solo perche sono sicuri di fare un uso della barca che non li fara mai incappare nella sburianata.. a volte parecchi anni fa l' ho pure cercata la tempesta per capire se ero all' altezza!
e' una cosa che dobbiamo sentire dentro, una sicurezza che deve maturare dalla conoscenza, nulla a che vedere col coraggio o con l' incoscienza.. esattamente il contrario...e a che serve? serve a sembrare sempre e comuque sicuri di se e dare la sensazione che siamo in grado di superare la cosa con facilita! e' la cosa piu importante per mettere a proprio agio le persone a bordo, fatti vedere impaurito e impreparato e la situazione ti scappera di mano.. proprio come quando ti attacca un cane.


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 Oggetto del messaggio: Re: differenze d'utilizzo di Code O , Ganoa e Gennaker
MessaggioInviato: 27/06/2011, 22:38 
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Zembo ha scritto:
La vela che volevo mettere era per non star fermo con i 2-3 nodi e mi facesse da velatura ridotta per quando me la dev svignare . senza aver il grande effetto orziero del fiocco ...


vuoi un po' troppo forse...
Per andare quando c'e' poco vento ci vuole una vela leggera e abbastanza grande e non troppo grassa = code0 o drifter

quando c'e' vento forte... Una vela robusta e piccola ( il fiocco appunto)

cosi' la vedo io...

riguardo all'andare col solo fiocco... e' difficile..
finche' la barca corre riesci ancora a tenere la rotta.. ma alla prima onda che ti ferma (le ns barche non hanno questa gran inerzia..) la barca poggia inesorabilmente prima di ripartire.
Piuttosto fai fare 2 mani (3 mi par troppo su una vela cosi' piccola) alla randa e vai via con la randa ridotta..
Se proprio proprio devi......
;)


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 Oggetto del messaggio: Re: differenze d'utilizzo di Code O , Ganoa e Gennaker
MessaggioInviato: 27/06/2011, 23:12 
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Iscritto il: 17/01/2011, 12:02
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Località: ASIAGO
Mi sà che la barca me la tengo così com'è che comunque mi diverto lo stesso .
Mentre per quanto riguarda la paura , la mia non è di non saper cavarmela , poichè un paio di sventolate le ho passate , ma è come per tutto quello che faccio ....voglio sapere già prima che accada cosa devo fare quando accadrà , e questo il punto . è per questo che mi informo di tutto da tutti .... ed è per questo che sperimento in condizioni normali i comportamenti da tenere quando ne avrò bisogno , star sempre pronto al peggio ... è meglio !!!
Nelle brutte situazioni di solito riesco a stare lucido però , cerco di non andarmela a cercare e non sottovaluto i miei limiti , e se per me c'è troppo vento ...... ;) birretta , ciabattoni e controllo gli ormeggi :lol:

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Diego
Skype : diego3c


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 Oggetto del messaggio: Re: differenze d'utilizzo di Code O , Ganoa e Gennaker
MessaggioInviato: 28/06/2011, 9:55 
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Iscritto il: 22/03/2010, 18:07
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dopo il cicchetto di ieri (bello e forbito) mi sto rileggendo, richiedo scusa, non solo mi rendo conto che uso un linguaggio un po tecnico e pure il mio modo di scrivere non e' una meraviglia da leggere pero!
penso di averle prese un po tutte quelle possibili di sburianate, alla fine ti ritrovi sempre in situazioni gia conosciute, sai come comportarti e cosa puoi aspettarti sia dalla barca che dalle persone che stanno a bordo!
ci rimarco sul fatto che e' importantissimo dare la sensazione che sia tutto sotto controllo, ho scoperto che pure chiamare le manovre a voce alta mette in apprensione, e ci sta con 50 nodi di alzare il tono della voce per essere sentito.. non va fatto!
eppure e' fondamentale provarle le sburianate e per farlo in sicurezza e' importante prenderle con un equipaggio che sa quello che fa e come!
e' forse questo uno dei motivi che mi spingono a considerare le regate uno dei momenti migliori per imparare la vela!
superi le paure e impari senza danni come comportarsi.. fatele! uscite d' inverno con 20 nodi e confrontatevi con le condizioni limite, non se ne sa mai troppe e in una regatella anche se dura un paio di ore... si impara di piu che in una traversata di 10!
si impara anche ad avere autorevolezza, a comandare le cose che devono essere fatte e a comprendere le difficolta degli altri, a volte basta pochissimo per fare la differenza tra una navigazione serena e piacevole o farla col cruccio e la tensione della paura!
io agli aspetti psicologici ci tengo piu che a quelli tecnici, sara che ho visto motoscafari salire in barca a vela e imparare in un giorno cose che le persone che non hanno esperienza di mare ci mettono una vita ma le cose si imparano, le paure paralizzano sia l' azione che la comprensione di quello che succede intorno, se una persona dedica tutta se stessa all' attenzione di una posizione stabile non avra mai spazio nel cervello per capire e imparare come curare la barca intesa come regolazioni.
le regolazioni che con poco vento ti fanno andare forte so le stesse che col ventone ti mettono in grado con poco sforzo di gestire la navigazione... vi lascio con una battuta da sborone, mi sono trovato in situazioni che per sopravvivere ho dato spi.. insomma ho aumentato la tela invece che ridurre!


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 Oggetto del messaggio: Re: differenze d'utilizzo di Code O , Ganoa e Gennaker
MessaggioInviato: 28/06/2011, 13:41 
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Località: un romano tornato al mare!
Adesso sì..!! :D
E non solo ti quoto, ma mi permetto di invitare tutti, prudenti e non, bravi e non, a leggerti con attenzione, e poi... rileggerti!! :D

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Alberto
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 Oggetto del messaggio: Re: differenze d'utilizzo di Code O , Ganoa e Gennaker
MessaggioInviato: 28/06/2011, 17:05 
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Località: Ponsacco (pi)
Bravo Marco, sono pienamente d'accordo, a volte solo il pensare che una persona sappia cosa sta facendo è sufficiente a dare tranquillità.
Il problema più grosso per quanto mi riguarda, è il fatto che una parte del mio "equipaggio" considera la barca come "andiamo a fare un giro in barca, mi metto la crema e prendo il sole...." l'altra (a ragione per gioventù) ancora non comprende a fondo i possibili pericoli che il mare può nascondere....
Come è possibile gestire una situazione del genere?

P.s. forse siamo andati un po' fuori tema, non sarebbe il caso di aprire un altro post allo scopo?

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Lorenzo


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 Oggetto del messaggio: Re: differenze d'utilizzo di Code O , Ganoa e Gennaker
MessaggioInviato: 28/06/2011, 17:07 
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Località: un romano tornato al mare!
Lorenzo ha scritto:
[...]
P.s. forse siamo andati un po' fuori tema, non sarebbe il caso di aprire un altro post allo scopo?

D'accordo... e per favore ripartiamo da zero tipo cut-paste?

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 Oggetto del messaggio: Re: differenze d'utilizzo di Code O , Ganoa e Gennaker
MessaggioInviato: 28/06/2011, 17:23 
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Località: Ponsacco (pi)
Tramp ha scritto:
D'accordo... e per favore ripartiamo da zero tipo cut-paste?


Cut -cosa?

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Lorenzo


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 Oggetto del messaggio: Re: differenze d'utilizzo di Code O , Ganoa e Gennaker
MessaggioInviato: 28/06/2011, 18:12 
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Località: un romano tornato al mare!
Copia-incolla, scusa stavo a lavorà in inglese..
:shock: :o O mi stai prendendo in giro? :lol:

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 Oggetto del messaggio: Re: differenze d'utilizzo di Code O , Ganoa e Gennaker
MessaggioInviato: 28/06/2011, 20:50 
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Lorenzo ha scritto:
Bravo Marco, sono pienamente d'accordo, a volte solo il pensare che una persona sappia cosa sta facendo è sufficiente a dare tranquillità.
Il problema più grosso per quanto mi riguarda, è il fatto che una parte del mio "equipaggio" considera la barca come "andiamo a fare un giro in barca, mi metto la crema e prendo il sole...." l'altra (a ragione per gioventù) ancora non comprende a fondo i possibili pericoli che il mare può nascondere....
Come è possibile gestire una situazione del genere?

P.s. forse siamo andati un po' fuori tema, non sarebbe il caso di aprire un altro post allo scopo?


E' già la seconda volta che, senza che se ne accorga, gli faccio lezione:
1) se cado in acqua staccare subito il cordino rosso del motore e lanciare la ciambella
2) trovo tutte le scuse per farla timonare, vado a prua, metto il fiocco elei controlla la barca
3) gli faccio cazzare le drizze
... insomma piano piano gli dico tutto. Stasera mi sono trovato più di una volta con la prua nella direzione sbagliata, o messo i terzaroli anche se non ce n'era bisogno, è tutto utile.


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