Ieri è stata una brutta giornata: lavoro, lavoro, lavoro e pomeriggio passato in casa causa maltempo. Le previsioni per la domenica non erano entusiasmanti: non un programma e tanto meno nessuna speranza di uscire a vela…
Poi stamane ci ha messo lo zampino mia figlia Micol che se ne e’ uscita con un inaspettato: “papa’ andiamo in barca oggi?”. “Dillo alla mamma” rispondo io con tono fiducioso… come si fa a dire di no alla piccola? E Alla fine Vale cede… scorgo un po’ di comprensiva apprensione nel suo sguardo ed io conoscendo i miei limiti, non intendo “strappare”. L’obbiettivo è passare una tranquilla giornata sul lago, lungo costa, rimanendo nei paraggi del campo boe, per la tranquillità di tutti. Dopo un breve” briefing” con mia figlia finalizzato a farle comprendere che quel giubbotto giallo della Neylpryde, nonostante la sua avversione, lo dovrà indossare pena rinuncia alla gita, partiamo in direzione Moniga con equipaggio al completo: io, Vale, Micol, Rosecchia (l’oresetto Rosa di Micol), ed Hello Kitty…

Ci sono un po’ di nuvoloni all’orizzonte e se avessi potuto avrei scelto una giornata diversa per il battesimo in barca di mia figlia…ma come si dice? Carpe diem… Durante il viaggio mi chiedo se resisterà, se si divertirà o se si annoierà... intanto continuo a guardare il cielo…
Arrivati a bordo, siamo accolti dalla solita calura e bonaccia… Decido quindi di mollare gli ormeggi e di dare motore… Il pilota automatico viene nominato timoniere mentre io comincio a sistemare un po’ di cose, non prima di avergli ordinato di proseguire lungo costa, direzione isola dei conigli.
Vale si è già posizionata sulla panca di dritta per prendere il sole, che comunque non manca, mentre la piccola scende in cabina ad esplorare la barca. Sembra a suo agio, ogni tanto esce sorridendo dal passauomo per scrutare l’orizzonte e per segnalarmi la presenza di “barconi”… manco fosse in una coffa come vedetta

(oddio, anche vero che come dice Tramp…il Viko ha 4 piani…e diciamo che offre una buona vista

).
Dopo aver perlustrato ogni singolo pertugio della barca, dopo essersi lavata le manine Micol esce in pozzetto per un pranzetto frugale a base di riso freddo, pane, bresaola, acqua e succo di frutta. Ride e si diverte ad ogni passaggio di onda provocata dai motoscafi… manca ancora qualcosa ma non tarda ad arrivare… Un leggero venticello che ci permette di spegnere il motore e di aprire le bianche vele… Micol si siede in mezzo alle mie gambe e prova a timonare (ha già capito come funziona il timone!) poi, dopo aver provato il bugliolo causa troppa acqua Rocchetta (mi piace il suo spirito di adattamento!) scende a giocare e a “riposare” nella “cabina” dell’armatore, non prima di avermi detto dall’oblò di poppa che la mia barca le piace molto e che si sta troppo bene (non vi dico come mi sono sentito).
Il riposino dura qualche minuto ed ecco che la piccola esce di nuovo in pozzetto, questa volta per aiutarmi nelle manovre. Le affido le scotte del genoa ed è bello vedere come si sente calata nella parte nell’intento di aiutare papà nelle virate e nelle abbattute. Andiamo avanti così per tre orette. Purtroppo il grigio del cielo avanza e decidiamo di dirigere sul campo boe perché è ormai chiaro che il tempo a disposizione sta scadendo. Arrivati, diamo motore, ammainiamo velocemente le vele e ci dirigiamo alla boa. Micol scende in cabina per passarmi il mezzomarinaio che avevo precedentemente preparato sul divanetto. Ormeggiamo, di fretta sistemiamo la barca e ci rivestiamo… Arriva il gommone a prenderci, il tempo di salire e cominciamo a sentire le prime gocce di pioggia... appena in tempo.
Nel viaggio di ritorno ci fermeremo per gustare un gelato meritato.
Arrivati a casa Micol mi si avvicina e mi dice: papà, non svuotare il frigor che domani andiamo ancora in barca…………….. sono felice, davvero….