ancora 5° giorno:
Meno di una decina di miglia dopo Civitavecchia, a Lido di Tarquinia, dovrebbe esserci un circoletto velico dove accamparci, vediamo se lo troviamo… e se non lo troviamo, amen, il litorale è sabbioso e il posto non mancherà..
Verso le 16.00 intravediamo delle velette sotto costa. Vele vogliono dire circolo, circolo vuol dire canale di lancio e gente abituata a vedere barche ingombranti sulla spiaggia.. per questa volta non dovremo elemosinare tolleranza né rischiare multe. Poggiamo e puntiamo i triangolino bianchi e colorati. Dal gruppo se ne stacca una che viene verso di noi, dev’essere un cat… Dopo poco ci incrociamo su rotte opposte e parallele, e salutiamo il 18.. indubbiamente suscitiamo curiosità, perché loro invertono la rotta e ci scortano una cinquantina di metri a poppa fino a terra, dove un paio di persone ci aiutano a tirare in secca Africa sul carrello. Non l’abbiamo chiesto ma tra gente come noi non ce n’è bisogno no?? Saluti, presentazioni, provenienza, richiesta d’asilo.. Tutti cordiali, disponibili e già amici. Ci offrono un posto all’interno sul corridoio tra due file di barche ma non ne approfittiamo, anche perché intralceremmo qualcuno che domattina volesse uscire di buon’ora. Ci sistemiamo appena fuori la staccionata che delimita il circolo, accanto alla pista per l’alaggio. Tra i soci Federico, ha un amico al nostro circolo e c’è stato qualche volta per delle regate. Ci sistemiamo…
Mentre mi abbasso per aprire il tappo dello scafo di sinistra

mi si gela il sangue: alla fusione superiore del timone ne manca un pezzo, spezzato di netto proprio dove c’era uno dei fori del bullone che tiene insieme il tutto… ecco lo STOCK… ma come abbiamo fatto a non perderlo e a non vederlo??? E ora? Anzi, “E mò??” Forse ero talmente concentrato sulla pale da non vederlo o forse s’era solo spezzato restando in posizione sfilandosi dal bullone in navigazione… vabbè a questo punto è irrilevante, ora tocca capire come facciamo a sistemare sto danno!!! …

mumble mumble mumble

… tutti i presenti intorno a guardare e a pensare e a formulare ipotesi: ci vorrebbe una fornace, dell’alluminio in lingotti e lo stampo… decisamente fuori portata… potremmo farci portare una fusione smontata da Yaman direttamente da Anzio… già ma chi lo fa, gli altri lanzichenecchi sono tutti in vacanza… e pure se fosse a chi chiediamo di farsi tutta sta strada?
.. dopo un pò...
Da qua non dovremmo essere tanto distanti dal lago di Bolsena e lì c’è “Bolsena yachting”, concessionario ufficiale Hobie Cat Italia!!! Qualcuno si offre di accompagnarci nel pomeriggio ma sarebbe troppo tardi, e troppo rischioso. Domattina ci avventureremo col pullman, con l’autostop, a dorso di mulo o in qualche altro modo e vedremo di arrivarci. Una quarantina di km, accettabile! Intanto però chiamiamo per vedere se ha il pezzo. Domenico ha in memoria sul cell il numero di telefono, da Bolsena viene Yaman e tutti gli altri pezzi di ricambio che ci sono serviti dal 2001 e che è impossibile trovare altrove se specifici per il 21. Domenico parla con Pino, il titolare, che ci si ricorda bene. Il pezzo c’è, è lo stesso del 18.. 140 euri!!! Azz… ma conta poco, ci serve! Gli spieghiamo dove siamo cercando di farci dire in che modo conviene raggiungerli all’indomani. Pino ci blocca: il suo braccio destro, conosciamo anche lui, sta per partire da Bolsena per venire a Tarquinia a sbrigare delle faccende per l’azienda… per le 19.00 potrebbe consegnarci la fusione nuova in spiaggia!!! Che culo!!!!!! (permettetemelo)

Nel frattempo smonteremo quella rotta.
Federico si mette a disposizione e dopo 2 minuti si presenta con un trapano con la punta del 5 per togliere i rivetti che fissano la fusione alla barra, allentiamo il bullone ancora attaccato dalla parte opposta e in 10 minuti il pezzo danneggiato è nel secchio. Ora aspettiamo.. vabbè che famo??? Birra!!
Alle 19.10 arrivano i soccorsi, e partono 140 euri.. ma benedetti tenuto pure conto che non ci siamo allontanati di un chilometro! Tra le dotazioni di bordo abbiamo una piccola rivettatrice e rivetti di ricambio e quando il sole scompare dietro l’orizzonte il danno è acqua passata. Due ore prima immaginavamo di restare ancora chissà quanto tempo fermi, in attesa dell’aereo di quelli dell’amaro Montenegro che ci paracadutasse il pezzo di ricambio, e ora già potremmo ripartire!! Che salvata… Federico ci esprime la sua ammirazione e noi non possiamo che invitarlo a cena al bivacco. Stasera fagioli e tonno con cipolla in padella, stile Bud Spencer e Terence Hill in “Lo chiamavano Trinità”. Fede accetta e fa un salto a casa, dice, a prendere una cosa.. Noi montiamo la tenda e ci vestiamo da sera: pantaloncini corti e maglietta! In pratica stendiamo i costumi.
Verso le 21.00 torna Federico e ci mostra un lettore multimediale portatile. Vorrà vedere un film dopocena?? No, durante l’attesa del pezzo di ricambio, mentre ci tracannavamo la birra in un baretto adiacente ci raccontavamo storie di mare. In particolare Federico ci diceva che l’anno prima aveva affittato una barca a vela in Sardegna con un gruppo di amici e noi replicavamo dicendo che anche noi c’eravamo stati la stessa estate, quella volta in 6, con entrambe le morammazzate smontate, carrellate e traghettate all’Isola dei Gabbiani (Palau), con l’intenzione di farci tutta la costa, zingareggiando da lì al’Isola di Tavolara passando per l’arcipelago della Maddalena ma questa è un’altra storia… peraltro fallita ma che spero di raccontare a parte. Premesso questo, Federico accende il lettore e seleziona un video che parte all’istante. E’ lui che filma dalla coperta della barca a vela. Si vede gente distesa al sole in navigazione tra le isolette sarde, la sua vacanza dell’estate precedente. Forte! La Sardegna, che ricordi quell’anno… All’improvviso una voce fuori campo nella clip urla: “ooohhh guarda quelli! guarda quelli!” l’inquadratura ruota velocemente e punta due frecce in arrivo sopravvento che sfilano in formazione tipo caccia a 20 metri l’una dall’altra, superando la loro imbarcazione… dura pochissimo ma si vedono chiaramente le morammazzate, prima Yaman poi Africa, in assetto zingaresco con 6 zammammeri a bordo alle prese col vento sardo… eravamo noi.. Federico aveva ipotizzato la cosa senza dire niente durante la birra, aveva visto l’adesivo del nome sugli scafi di Africa ed era andato a casa a verificare sul video trovando la già certa conferma. Quanto è piccolo il mondo.. e il mare nella sua grandezza!!! Giuro che è la verità
Cena e pernottamento.