Signor Morgan ha scritto:
... fino a che, una un pò più alta (ma nemmeno troppo) lancia la morammazzata e immerge le prue quel tanto che basta a fargli fare la capriola in velocità......
Per il resto complimenti sinceri per le scorribande in bici, la filosofia direi che è molto simile, ma la fatica è decisamente maggiore........
P.S. se avessi qualche idea alternativa per sistemare una rete a prua ti prego di suggerirmela perché l'amacona non ha prezzo sotto le stelle!!
La scuffia così con il carico a bordo è roba da matti(a). Prudenza, rallentare, lascare, scarrellare, orzare, eccetera.
Sul Mattia cerco di non superare mai gli 8-9-10 nodi, e specialmente con mare formato. Guai!
Ah, la bici, che avventura! Partiti in due da Roma, diretti a Civitavecchia e poi in Sardegna, per evitare il traffico di camion sull'Aurelia, decidiamo, con la leggerezza dei vent'anni, di "fare" la Braccianese e poi scendere giù da Tolfa. E naturalmente ci troviamo con la Tramontana contro; si era all'inizio di Ottobre, credo del '78. E poi ci tocca la salita di Tolfa, io senza cambio, il mio amico con 3 marce....
Arriviamo a Civitavecchia (forse 100 Km, per i non romani) così stravolti che non sapevo più se fosse giorno o notte o che ora fosse.
Ma il traghetto della sera (quello delle FS, naturalmente) l'abbiamo preso in tempo, e la notte sul ponte, con tutti i fricchettoni diretti alla Valle della Luna, ci ha ristorati.
Il telaio che supporta la rete di prua, visto su una vechia foto di un tale che l'aveva sul Tornado, deve essere più alto, tipo cassero di prua, appunto per evitare di fare da "pala". In effetti è cos' anche sul Mattia, c'è un 20 cm di più di aria sotto, rispetto al ponte di poppa.
