Come da titolo racconto brevemente l'esperienza della Veleziana.
Equpaggio: mio padre ed io;
Imbarcazione: Viko 20;
Regate svolte: 0 (questa è stata la prima);
Obiettivo: partire e prima o poi finire.
Dopo aver dormito alla Certosa ci dirigiamo con il nostro Viko20 a largo della diga di San Nicoletto (Lido di Venezia). Verso le 10.45 raggiungiamo l'area di partenza. L'inizio della regata è previsto per le 11.30.
Fin da subito si capisce che non sarà proprio una passeggiata. Mentre il Viko fatica a superare i 2 nodi le imbarcazioni oltre i 50/55 piedi corrono come se avessero un motore. Poco male. Le barche per "umani" si aggirano qua e là con velocità che vanno da 1 a 3/4 nodi circa.
Quando mancano pochi minuti al fatidico via la prima domanda che sorge a bordo è: "ma dove sta la linea di partenza?". Per poi aggiungercene una seconda: "e poi dove si va?".
Sulla carta era segnata una boa a nord-est. Scrutando l'orizzonte però nessuna boa si vedeva.
Dopo svariate dozzine di minuti (circa un'ora e un quarto!) passati a navigare un po' avanti e un po' indietro (letteralmente) vediamo finalmente la boa. Perfettamente controvento a circa 1 miglio di distanza.
Alle 13 poco più, dopo aver tenuto testa anche ad un 12 metri (merito nostro? demerito dell'altro skipper? Ad ogni modo pareva che il Viko avesse le ruote in quei momenti da quanto bene che andava rispetto alla barca a noi vicina), decidiamo di ammainare il Code Zero, la rande e di procedere a motore abbandonando la regata.
Obiettivo: non raggiunto.Ad ogni modo il Viko non si è dimostrata una barca tanto più lenta delle altre, anzi. Probabilmente avendo avuto un minimo di esperienza in più si poteva fare una bella regata.
Prendiamo quanto accaduto come esperienza costruttiva (e divertente nonostante tutto!).
Il prossimo anno andrà decisamente meglio. Spero.
