Marinai di Terraferma

Venerdì è una bella giornata, le previsioni sono buone, il sole nonostante novembre inoltrato intiepidisce e verso mezzogiorno riesce ad asciugare la barca dalla rugiada. E' il momento giusto per partire per una bella battuta di pesca. Uscendo dal canale la bassa marea mi costringe a fare un lungo giro verso Duino. Ne approfitto per trainare lento un artificiale che mi fa prendere un branzino di qualche hg. Esco e vado oltre l'allevamento di cozze verso il mare aperto ancorandomi vicino una delle prime bricole d'ingresso del canale di Monfalcone. Nonostante le due canne in acqua armate, una con la totanara e una con il bibi francese, in un paio d'ore non sento nemmeno un pesce.
La giornata è cmq piacevole per il clima particolarmente mite e il mare calmo.
Decido di spostarmi lentamente trainando un rapala fino alla prima diga di protezione di Monfalcone mentre una brezza leggera da ovest comincia a rinforzare e mi costringe a fermare la barca con un ancoraggio intorno agli 8 mt. L'ecoscandaglio sempre acceso mi segnala inaspettatamente un grosso ostacolo fin quasi alla superficie, contemporaneamente la frizione della canna appoggiata ormai distrattamente alla battagliola parte, recupero rapidamente forse troppo velocemente e la preda molla la presa. Passo un paio d'ore senza sorprese, decido quindi di alzare l'ancora lasciando la barca scarrocciare e prendo così una bella e corposa seppia. Cerco di scaricarla con delicatezza direttamente nella rete senza allarmarla troppo ed evitare gli schizzi di inchiostro quasi indelebile.
Il vento aumenta decido quindi di mantenere il motore al minimo per contrastare il veloce scarroccio. Improvvisamente l'ecoscandaglio suona di nuovo rilevando un punto dove nulla ci dovrebbe essere se non una distesa monotona di sabbia. La canna parte e questa volta un calamaro lungo 40 cm va a fare compagnia alla seppia nella rete.
Non è affatto semplice regolare il motore per contrastare lo scarroccio e contemporaneamente salpare la preda.
Passando e ripassando sullo stesso punto l'eco impazzisce sempre, sono sotto costa e un branco di calamari ha deciso di riposarsi in quel posto insolito mentre il vento rinforza portandosi una perturbazione da EST. Ogni volta che passo su quel punto sugli 8 mt l'eco suona e la canna parte.
La seconda volta dopo pochi mt di recupero la totanara composta da tre esche ma poco dopo deve essere aggredita completamente dal branco, non riesco a fermare la barca e il filo 0,40 mm dolorosamente si spezza. Persi i calamari e perse le tre esche. Il vento continua a rinforzare mentre il sole è ormai velocemente tramontato.
Non sono lontano dal mio ormeggio ma quelle due tre miglia contro vento per tornare me le devo fare, Le nuvole, il vento e il buio non fanno altro che rendere l'atmosfera sempre più sgradevole mentre l'eco in quel solo punto continua golosamente a suonare. Riesco a prendere ancora due grossi calamari, poi con le canne ormai tutte aggrovigliate al buio decido di accendere le luci di via e inizio il ritorno, indossando tutti gli indumenti disponibili in barca. Con il motore al massimo contro vento rientro dolorosamente nel buio più pesto cercando con qualche apprensione il fanale verde d'ingresso davanti Duino.
I calamari in quel punto tre giorni dopo erano già spariti, inutile cercarli di nuovo.

Bella, la tua storia, gt.

Ora che mi ci hai fatto pensare, ho giusto bisogno di uno che mi insegni a pescare dalla barca; che guarda caso si trova proprio a Monfalcone!
Pertanto propongo, a primavera (ora è stagione di stufa e sci, o al più bicicletta, credo...) di ospitarti su wayra in qualche week end nei dintorni: Duino o Sistiana o l'allevamento fuori delle bricole.
Se preferisci, monto io sulla tua barca; tu mi spieghi e poi insieme ci mangiamo il pescato.

Considera che l'unica volta che sono andato a funghi in vita mia, da solo ho trovato 8 porcini su 11 raccolti dalla intera compagnia, ed eravamo 4 o 5 persone. La fortuna dell'esordiente.

Cosa ne dici?

hai letto il vecchio e il mare di Hemingway?

Devo farti i complimenti ed alla fine sei rientrato a mani piene

Il mio consiglio per le totanare in generale è di tenerne una per ogni filo, fai senza la canna ti basta il semplice filaccione. In adriatico le seppie son belle grosse...ed alle volte pure i totani....sai quanto tirano tre di queste su una sola lenza??
Con il bibi speravi in orate eh!!? Confessa

Quest'anno son senza barca...e son uscito una sola volta prendendo un solo e piccolo totano...magrissima consolazione, ma l'acqua era ancora sopra i 20gradi.

Brev!

Complimenti gtfarm. Le mie magre pescate (solo a traina , a vela) si sono sempre limitate a qualche sugarello.

bv

Io manco quelli

Ma margutte...la fili l'esca ogni tanto?? Perchè altrimenti non si pesca na sega

potrebbe anche essere che vai troppo veloce per fare traina...colpa dei cat

Joc, non ti lludere, per una uscita "movimentata" ce ne sono almeno altre 10 in bianco, non sono um pescatore molto catturante, di cattuarnti ne conosco, ma sono così gelosi delle loro "poste" che quando ti ci portano non prendono mai nulla,
Cmq se capita possiamo uscire insieme, mi fa piacere ma non avere molte aspettative ....



Sono curioso: di totanare ne metti una sola, a bandiera con piombo terminale o con piombo scorrevole prima della girella che trattiene la totanara ? Poi per le orate, beh alle volte qualche oratella capita

Mi accontento di un insegnamento-di-base: armamento e munizionamento;
l'esercizio di tiro (forse) farà il resto...

Non metto piombo ma affondatore e poi lo spezzone finale con la totanara.

I pescatori consigliano tre spezzoni, uno per lato a poppa circa 50/60mt ed uno centrale più corto max40mt.