Marinai di Terraferma

Forum dei marinai carrellatori
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 Oggetto del messaggio: Re: La ballata del condor
MessaggioInviato: 28/08/2014, 9:15 
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Iscritto il: 15/11/2009, 16:44
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Sfortuna, certo.
E nella sfortuna, molta fortuna cioè molto aiuto da Margutte e da Jody e da Violanda.
Peraltro, senza Margutte e la curiosità di vederlo su Tom Tom (non sapevo dell'appartamento), non ci sarei di certo andato, a Klimno.


Ma la sfortuna non esiste. Si sbaglia e si paga.
Dice un tale che conosco, ottimo scialpinista: "non esistono nevi cattive, esistono solo sciatori mediocri".

La leggerezza, la noncuranza, l'inesperienza si pagano, prima o poi.
E sbagliando si impara. Almeno, lo speriamo.


Quindi, Marco: errori? molti.

Il primo:
partire da Kolorat, la mattina, con previsioni buone ma ancora non convincenti, con il proposito di arrivare entro sera per stare in compagnia. Il giorno prima ero rimasto fermo, con tempo tutto sommato buono, per aspettare che si chiarisse la situazione meteo e mi ero tremendamente annoiato. Avevo voglia di compagnia e di bisboccia.

Il secondo:
Mentre schivavo il temporale del pomeriggio, avevo guardato frettolosamente il meteo ed avevo visto il grosso temporale per l'indomani. Ho pensato di avere tempo e poi non ho ricontrollato in serata. Mi ero completamente rilassato e me ne sono dimenticato.

Il terzo:
Prima di ancorare mi ero appoggiato ad un gavitello, credo privato, per aspettare Margutte. Con lui mi sono consultato sulla possibilità di rimanerci, e lui si è fatto un giretto per cercare qualcuno a cui chiedere, senza trovarlo. Pensavo proprio al temporale "di domani". Avrei dovuto insistere nella ricerca e rimanere attaccato al canapone.

Il quarto:
Nel dare àncora, all'arrivo, pur con l'aiuto di Margutte, salito a bordo, non ho dato molto calumo. Ho filato tutti i miei 16 metri di catena (in quello che si considera un buon ridosso, e su un fondale buon tenitore di 4,5 metri) e in più soltanto 5 metri di cima. Avrei dovuto darne almeno 15. Previsioni o non.

Il quinto:
Una volta arrivato ed ancorato, avrei dovuto guardarmi bene intorno, studiare il terreno, valutare distanze, ostacoli e ridossi e memorizzare tutto.

Il sesto:
La notte, al cominciare del temporale, dovevo filare calumo e poi restare fuori di guardia, semmai a motore acceso. Con la cerata e le scarpe e semmai con la muta. Avrei potuto reagire subito, con prontezza e con efficienza.
A mia parziale discolpa posso solo tornare al punto precedente: mi ero rilassato, non ero pronto all'iradiddio. Non ero carico a molla. Dormivo al calduccio dopo una bella serata in compagnia, e mi sono svegliato mezzo rinco.....to, ai lampi ed ai tuoni, di certo in quello che è il più violento e brutale "atto di dio" in cui mi sia trovato, in mare



E poi avanti di questo passo.
Fatti accumulare, in serie, questi errori tattici e strategici, il resto ne è venuto come conseguenza.
Ai guai bisogna pensarci prima; dopo, per rimediare, in genere è tardi.
Purtroppo questo implica un perenne "stare sul chi vive", e pensarle tutte; una mentalità da militare in servizio che poco mi si addice, e che avevo forzatamente sviluppato già in luglio, ma che in agosto avevo poi momentaneamente accantonato, complice il bel tempo delle due settimane precedenti.
Ormai mi sentivo "a casa", nonostante il postaccio che oggettivamente è Klimno, e prossimo alla fine del viaggio.
E si sa bene che molti incidenti di macchina si verificano alla fine di un lungo viaggio, proprio quando si è vicino a casa.


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 Oggetto del messaggio: Re: La ballata del condor
MessaggioInviato: 28/08/2014, 10:09 
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Iscritto il: 29/10/2010, 17:06
Messaggi: 216
Località: Bagnatica (BG)
Caro Joe,

parte degli errori, comi li chiami tu, sono frutto dell'eterno compromesso del nostro andar per mare.
Infatti da una parte la marineria è un'arte che richiede applicazione militare, metodo, analisi ...
dall'altra in barca ci andiamo per le vacanze ... ed in fondo al cuore, soprattutto dopo giorni difficili e momenti stressanti, c'è sempre il sogno di trovare quella baia tranquilla in cui butti l'ancora e tutto andrà bene.
Una sensazione nella quale ci si sente un po Poseidone !

Gli sbagli che tu citi li rivedo tutti nelle uscite fatte e avverranno anche in futuro (nel mio naturalmente).

A volte capitano nelle lunghe navigazioni ... altre in quelle giornaliere, quando arrivi alla barca con la pretesa di uscire per alcune ore mentre il vento è "quello giusto" salvo accorgerti che qualcosa non è al 100% (il motore che borbotta, la drizza danneggiata ...).
Cosa fai ? rinunci ad uscire e sistemi la barca ... io personalmente nel 99% dei casi sistemo il problema alla meno peggio (mentre moglie e figli ti guardano aspettando impazienti di uscire dopo che a fatica li hai convinti che "oggi è il giorno giusto") ed esco.
A volte va bene ... altre va male.

Altra osservazione invece molto importante è quella di avere il supporto, anche solo psicologico, di qualcun'altro in zona.
Il tuo amico Marguette è stato importante sia dal punto di vista operativo e ancor più da quello morale.
Nelle veleggiate più lunghe che ho fatto ci siamo sempre mossi in flottiglia ... almeno in 2 barche.
In caso di cattivo tempo ognuno deve pensare alla propria barca e ancor di più al proprio equipaggio ... ma quando qualcosa va storto, saper di poter chiamare qualcuno vicino a te è una sicurezza ineguagliabile.
Essere solo di fronte a queste situazioni è, per me, lo strazio peggiore che ti può capitare.

Buon vento

_________________
Luca
Gaia - COMET 850
Lago d'Iseo - Circolo Velico Sarnico


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 Oggetto del messaggio: Re: La ballata del condor
MessaggioInviato: 28/08/2014, 11:10 
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Iscritto il: 11/05/2012, 9:22
Messaggi: 623
Località: Cremona
Ciao Joco,
mi unisco in ritardo alla solidarietà di tutti gli amici del forum per la tua brutta avventura in mare. Succede, purtroppo, e vedo con piacere che stai già rielaborando l'accaduto con lucidità.

Lascio ad altre occasioni il racconto della mia esperienza con i temporali, in particolare (se non sbaglio) nel 2007 all'Elba, in cui sia a Porto Azzurro che a Marina di Campo ho visto letteralmente "partire" per il largo varie barche ormeggiate in rada e ne ho pure "pescata" una al volo. Questo solo per rassicurarti sul fatto che davvero succede a molti di "perdere il grip" col fondo.

Vorrei però approfittare del momento, diciamo, riflessivo che stai (e stiamo tutti) vivendo per fare un'osservazione che mi sembra non sia ancora emersa con chiarezza nei molti commenti che ho letto fin qui.

Non ero lì come Margu e te, né ho altre foto oltre a quelle che hai postato del moncone troncato della tua cima d'ormeggio per valutare oggettivamente la situazione; quindi potrebbe essere una castroneria e di questo, nel caso, ti chiedo scusa in anticipo e ti autorizzo a darmi pubblicamente del pirla. La cosa che vorrei dire è che dalla foto che hai postato la tua cima d'ormeggio mi è parsa di diametro inadeguato per la tua barca. Non ho visto neppure evidenti segni di sfregamento, a parte una certa usura da cima già "vissuta": sembra cioè che abbia ceduto quasi di colpo. Non conosco il comportamento dei catamarani all'ormeggio; non conosco nemmeno a memoria le tabelle di carico del cordame. Ma posso immaginare che la presa al vento di un cat sia almeno pari - ma francamente mi aspetto ben superiore - a quella di un monoscafo di pari dimensioni. Inoltre le onde spingono su due scafi, con effetti che possono quindi sommarsi. Ecco, credo che questo sia stato il vero fattore di rischio che ha trasformato la tua disavventura in un, per fortuna recuperabile, incidente: una cima d'ormeggio inadeguata.

La leggerezza, la noncuranza e l'inesperienza, come dice Lazy, sono purtroppo delle costanti per chi va in barca per vacanza, anche per chi ha molte miglia sotto la chiglia. Nel tuo caso, anche dall'analisi che hai fatto tu, non mi pare di ravvisare errori gravi. Vero, non hai guardato il meteo, ma sappiamo che quando il tempo è perturbato - e diavolo se quest'estate lo è stato - il temporale arriva e che fai? Lo buschi e aspetti che passi. Inoltre eri in un "culo di sacco", potenzialmente senza soverchi pericoli. Quindi, secondo me, grosse stupidaggini nella condotta della navigazione non ne hai mica fatte. Il problema è stato semplicemente quella dannata cima.

Ecco, ho detto quello che sentivo di dover dire. Io penso che questo splendido forum debba avere anche la funzione di far emergere la verità, soprattutto quando magari è un po' cruda, ma può contribuire ad evitare che si ripetano certi fatti.

Se invece ho mal interpretato la situazione ti prego di nuovo di scusarmi e di inchiodarmi dove merito di essere inchiodato.
Ti saluto con amicizia e stima.
L.


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 Oggetto del messaggio: Re: La ballata del condor
MessaggioInviato: 28/08/2014, 11:12 
fortuna? sfacciata a mio parere
doveva perdere la barca glielo ha impedito le derive
e timoni che si sono impiantate se no vedevi cosa succedeva


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 Oggetto del messaggio: Re: La ballata del condor
MessaggioInviato: 28/08/2014, 11:28 
intanto come dicevo tempo fà è una somma di errori che
favorisce l'incidente
il primo errore ,con tempo difficile non si va e proprio apposta
senza motivo in un buco dove lo sanno anche i ..... che non
è raro che il vento tocchi i 150km 2)e senza sapere dove ormeggiare
il resto non credo sia il caso come diceva marco è meglio a bocce ferme


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 Oggetto del messaggio: Re: La ballata del condor
MessaggioInviato: 28/08/2014, 12:39 
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Iscritto il: 15/11/2009, 16:44
Messaggi: 2843
Architeuthis ha scritto:
Ciao Joco,
mi unisco in ritardo alla solidarietà di tutti gli amici del forum.............. La cosa che vorrei dire è che dalla foto che hai postato la tua cima d'ormeggio mi è parsa di diametro inadeguato per la tua barca. Non ho visto neppure evidenti segni di sfregamento, a parte una certa usura da cima già "vissuta": sembra cioè che abbia ceduto quasi di colpo. Non conosco il comportamento dei catamarani all'ormeggio; non conosco nemmeno a memoria le tabelle di carico del cordame. Ma posso immaginare che la presa al vento di un cat sia almeno pari - ma francamente mi aspetto ben superiore - a quella di un monoscafo di pari dimensioni. Inoltre le onde spingono su due scafi, con effetti che possono quindi sommarsi. Ecco, credo che questo sia stato il vero fattore di rischio che ha trasformato la tua disavventura in un, per fortuna recuperabile, incidente: una cima d'ormeggio inadeguata.
...................
Ti saluto con amicizia e stima.
L.


Ed io ti ringrazio dell'osservazione e del modo garbato con cui la hai espressa.

Ciò che dici secondo me è vero. Quella cima è secondo me inadeguata ad una barca da 2-2,5 ton con due scafi che si offrono al vento, e che quindi tira di più di un monoscafo. Tuttavia penso anche che con maggior calumo e con le briglie quella stessa cima avrebbe lavorato molto meglio.

Ormai è andata così. Poteva andare anche peggio? Non molto, credo. Bastava che la deriva-scarroccio mi portasse 15 metri più a nord per scapolare il molo e trovarmi semmai sulla spiaggia.

Sottolineo, tanto per proporre una discussione nuova, che nella stessa circostanza un monoscafo (a bulbo) avrebbe subito danni ben maggiori, rovesciandosi sul fianco e sbattendo con la tuga e con l'albero.

Comunque la prossima volta starò più attento.


Ultima modifica di n/a3 il 28/08/2014, 13:05, modificato 2 volte in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: La ballata del condor
MessaggioInviato: 28/08/2014, 12:49 
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Jocondor ha scritto:
[
Sottolineo, tanto per proporre una discussione nuova, che nella stessa circostanza un monoscafo avrebbe subito danni ben maggiori, rovesciandosi sul fianco e sbattendo con la tuga.


Pensavo giusto adesso alla stessa cosa, ma sempre per esercizio di stile, una pancia liscia avrebbe sbattutto come e più della tua, ma forse avrebbe sbattutto però di prua e non di lato, forse, forse una barca con il bulbo si sarebbe arenata prima di arrivare agli scogli, forse la naturale propensione a brandeggiare avrebbe ridotto di molto il tiro sulla cima d'ormeggio. Forse.

Tra se e forse, preferirei parlare di come non trovarsi in queste situazioni, più che di come risolverle, soprattutto perché, questo è il vero insegnamento, tutto avviene in attimi, che questi siano minuti o più, non si ha il tempo di reagire. Per questo non dobbiamo arrivarci.

La mia nuova cima di ormeggio sarà sicuramente più resistente della bitta a cui è agganciata, le ancore d'ora in poi la notte saranno sempre 2 e, oltre alla via di fuga, quest'ultima ora so che sia un altro esercizio più che una vera possibilità, avrò anche una via di salvataggio che mi consenta di arenarmi" nel posto "giusto".


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 Oggetto del messaggio: Re: La ballata del condor
MessaggioInviato: 28/08/2014, 13:14 
forse non avete capito il problema
i catamarani non hanno gli stessi problemi delle barche normali
la barca normale si mette da sola in bandiera basta mettere un'ancora
in più o una catena più lunga la cima più di tanto non sforza
nel catamarano uno scafo prende l'aria e l'onda l'altro no
sei tu che devi favorire la bandiera
se si traversa hai voglia a mettere cime e catene si spacca una bitta
trascina l'ancora oltretutto lo scafo di joe è alto velo immaginate una
paratia di 1.5 x 10 di quanta aria e onda prende?
l'unica cosa da fare con qualche probalità di successo è avvolgere la catena
sull 'albero e in acqua per i fulmini e andare al largo


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 Oggetto del messaggio: Re: La ballata del condor
MessaggioInviato: 28/08/2014, 13:25 
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Quindi la mia non avrà alcun problema simile?

Della catena all'albero per i fulmini parliamo un'altra volta ;)


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 Oggetto del messaggio: Re: La ballata del condor
MessaggioInviato: 28/08/2014, 13:47 
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Iscritto il: 08/06/2014, 11:59
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Non so mai quando finisce l'improvidenza e quando comincia la sfortuna.
So per certo che in barca bisogna essere molto pignoli, informati e attenti.
Poi se si naviga da soli i rischi aumentano in maniera esponenziale perchè
il cervello non può sempre funzionare al 100%.
Una cosa non so: la soglia di attenzione verso certi pericoli è maggiore,
minore o la stessa di chi naviga in catamarano rispetto a chi naviga in
monoscafo? Ossia, il tipo di imbarcazione mono o pluriscafo può influire
e in che modo sulla valutazione dei rischi?


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