Sabato sorso, Sulzano-Lovere. Dopo l’isola con il monastero, poco distante dalla più grande: Montisola. Ho poggiato allontanandomi dalla costa del grosso cementifico, là c'è un’ansa, dove il vento rigira e ti fa andare di qua e di là senza profitto. Poi sono risalito con le vele a farfalla, fino al promontorio che apre sul lago difronte a Lovere. In quella zona il vento si incanala e aumenta di intensità, così ho preso una mano alla randa, poi il vento gira, stringo, arrivo all’acciaieria viro e vado verso la banchina dai pali celesti, vicino alla piazza di Lovere, è mezzogiorno, ormeggio. Perdo tempo a terra, panino birra, gente che passa, decido il rientro. Al traverso fino ai moli dell’acciaieria, ancora tra le bizze del vento, poi dopo il promontorio dove corrono serf e Kait il vento scende, tolgo la mano e proseguo a gran lasco bordeggiando. Solo allora mi accorgo di un Trio: il catamarano che tanta scuola a fatto a tutti gli amanti del campeggio e non solo. E’ poco distante, abbiamo le prue sullo stesso allineamento, procediamo con la stessa rotta. Sul trio un comandante con la grande barba bianca, un cane che ogni tanto fa il giro della barca, non siamo così vicini per scambiarci qualche commento oltre al solito saluto. Noto che diversamente, da tanti altri incontri, di tempi passati viaggiamo di conserva, il catamarano serra le vele ma non procede oltre. Ho la randa che può ancora esprimere più potenza, serro anch’io, la barca si inclina un poco e mantiene la posizione. Stringo il vento verso l’ansa di Iseo, anche lui segue la rotta, stringo ancora un poco e la mia prua va avanti…….adesso so che Minahouet può andare veloce come un catamarano, anche se modesto. Ancora avanti, il vento scende, strambo, lui non mi segue più, rientro in porto, la giornata è finita…..
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