E’ bastata un’ostrica presa alla bancarella ed il sapore di donna e di spiaggia deserta bagnata dal mare ha fatto nascere un gioco psichedelico d’immagini. La foce del fiume s’è sovrapposta alla fiera e poi il promontorio nero, le onde scomposte dalla costa; ogni urto di gente che affolla gli stend si tramuta in sussulti dello scafo. Il vento colpisce le vele e uno strato leggero d’umido si posa sul viso, riempie le labbra del sapore di salsedine, attorno il mare è un tessuto disteso in disordine sul mondo. Dall’orizzonte grigio, appena più chiaro del mare, appare la sagoma della Gorgona che nel mattino si avvicina e si trasforma in isola. Ultra immagine si sovrappone e trasforma la festa: è la danza rituale attorno al carrello pieno di luci e l’euforia della partenza verso la Croazia; i fari in strada che ti vengono incontro, il peso del carrello con la barca dietro all’auto sono tensioni che si posano su tutto il corpo. Ormai galleggio tra la folla nel mio atollo di emergenza, ci sarà pure un porto che mi soccorrà: dove intrrompere questo viaggio, riordimarmi e aspettare l’anno prossimo. Adesso però le scogliere profumate dal lentisco e dai pini piegati dal vento sono l’approdo naturale per i pensieri. Quante volte, dopo giornate di sole, nel mare coperto di scaglie con i riflessi accecanti, ho ormeggiato in piccole baie ghiaiose e attraversando a nuoto l’ultimo tratto d’acqua andando a distendermi sotto i rami ombrosi di quei pini: dispiegati vicino al suolo, poco più alti dei cespugli di corbezzolo. Da quella posizione guardare la barca sospesa sull’acqua cristallina e per un attimo scoprire d’essere nel posto che abbiamo sempre cercato; un attimo dopo, stregati dal continuo moto del mare, sentire il desiderio di una nuova meta. Una mattina, sull’autobus che abitualmante prendo per andare al lavoro, leggevo dell’arrivo di Slocum, dopo una navigazione lunga più di un mese, presso una baia dalla sabbia rilucente contornata di palme, colorata dalle case di un piccolo villaggio di pescatori. Lui stava alla ruota e ascoltava le voci e i rumori che venivano dal villaggio: non aveva fretta di sbarcare; ho ricordato che anche a me piace restare a bordo a godermi l’approdo lentamente. Per essere in sintonia completa con lui mi manca il grande viaggio.
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