Marinai di Terraferma

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 Oggetto del messaggio: i pigrotti del tiki: crociera 2013 parte II
MessaggioInviato: 25/10/2013, 22:18 
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- i pigrotti
Molte cose non sono state ancora messe appunto su Tomtom: c'è un cortocircuito da qualche parte, per cui il pannello non carica le batterie o forse, le batterie non tengono la carica. Non abbiamo il tender, lo abbiamo prestato a Sergio, che probabilmente quest'anno ne ha più bisogno di noi e manca quel pezzo del motore, che credo sia rimasto a casa, ma che forse non serve poi tanto.
In fondo dobbiamo rimanere fuori solo un paio di notti, al massimo tre. È un esperimento tanto per capire come si comporterà la ciurma in barca.
Nonostante abbia molta più esperienza delle altre volte, sono anche molto più agitato. Sarà che Yanez è un po' più grande e non se ne sta più in braccio alla mamma, ma vuole esplorare, fare, brigare, provare e soprattutto Emir è ancora molto piccolo e non sappiamo come reagirà in barca.
Violanda è molto più fiduciosa di me e sembra addirittura rilassata. Tutti gli aut aut che aveva imposto nelle altre crociere, si sono rivelati solo delle false certezze. II frigo, per conservare gli yogurt dei bambini, abbiamo scoperto non essere fondamentale anzi, del tutto superfluo e la tenda, che sarebbe dovuta essere una delle priorità della nuova crociera, si è risolta, ancora una volta, in un robusto telo di buona stoffa impermeabile, montato su un albero da surf collegato all'albero del tiki e tenuto saldo da cordini e sagole. Solo il motore è stato sostituito per causa di forza maggiore da un modernissimo marchingegno giapponese che funziona a meraviglia, anche se devo ancora capire come fare senza quel pezzo che blocca il piede al suo posto e che devo aver dimenticato a casa, ma tanto sembra che tutto funzioni bene ugualmente.
Insomma, come al solito, tutto quello che doveva essere organizzato alla perfezione, si è risolto in un arrangiarsi alla meglio secondo la necessità.
Tanto staremo fuori solo un paio di notti, così tanto per provare. Al massimo tre.

Risaliamo il il Tihi Kanal a motore, in una mattinata serena e limpida che rende onore al toponimo dello stretto canale e mentre Maya gestisce il timone, con le gambe incrociate sopra la tuga, io cerco di sistemare tutto quello che è stato gettato in barca alla rinfusa dentro gli scafi. Yanez, imbambolato dal ronzio del motore, guarda le bolle che il catamarano lascia a poppa ed Emir si è già addormentato dentro il lento e consueto ritmo di navigazione. Dorme nel suo ovetto, all'ombra di un asciugamano che lo protegge dal vento e dal sole. Violanda è seduta a prua, con l'ovetto stretto tra le gambe e contempla il Velebit che scorre lento. Anch'io qualche volta mi fermo e guardo la nostra barchetta, la sua ciurma e il mare blu. Alla fine siamo partiti davvero.
Sotto il ponte di Krk finalmente la prua vira verso sud e come previsto, l'angusto canale tra Cres e Krk, permette di issare le vele. Ogni volta è la stessa magia, il quadrato che diventa un luogo ospitale all'ombra del genoa e l'elica del fuoribordo al minimo, che inizia a lavorare a vuoto, finché in silenzio, le gocce che cadono dal piede sollevato del motore si perdono nella scia di una nuova crociera.
Maya rimane al governo della barca. Ormai è abbastanza grande ed è ora per lei di imparare a timonare. Io mi sposto a prua, all'ombra del genoa, vicino a Violanda e a Emir che ancora dorme nel suo ovetto. Maya tiene sott'occhio i filetti del fiocco e io controllo che tutto proceda liscio e qualche volta richiamo il timoniere se per caso si perde a cercare i delfini nel mare blu. Yanez gestisce le scotte della randa, o quanto meno ci prova, e finalmente mi apro una birra e contemplo la nostra barchetta da un punto di vista inusitato per me.

Ieri sera abbiamo dormito in una baia a sud di Cres. Era la prima notte in barca per Emir, ma non ci sono stati problemi di sorta. Anche Yanez si è addormentato relativamente presto, abbracciato a Maya nella sua cabina. Forse le ultime corse sulla spiaggia lo hanno sfiancato e non ha opposto resistenza quando l'ho portato in cabina e l'ho steso a fianco di Maya. Io ho dormito in quadrato, ascoltando il lontano brusio delle chiacchiere delle altre barche alla fonda e il tranquillo sciabordio delle onde sulla spiaggia. Ho scambiato qualche parola con Violanda, stesa nell'altro scafo con Emir e poi piano piano, silenzio. La rada è protetta, ma non c'è da preoccuparsi questa notte. Il cielo e il mare promettono bene e ci regalano una notte quieta. La mattina, Yanez e Maya lavano i piatti sulla spiaggia e io quasi quasi, medito se passare un'altra notte in questa baia protetta e accogliente. Mentre i bambini lavano le stoviglie e giocano a raccoglierle tra le onde, Emir gattona tra i piedi di Violanda che sfoglia il 777 all'ombra della tenda, ancora montata dalla sera precedente.
- allora, adesso dove andiamo?
- non so, veramente pensavo di passare un'altra notte qui.
Violanda alza lo sguardo dal portolano e ha un'espressione nuova e lontanamente inquietante.
- abbiamo un obbiettivo.
- davvero? Non lo sapevo.
Violanda mi guarda nuovamente con una luce strana negli occhi
- senti, probabilmente questa è la mia ultima estate in cui posso avere così tanti giorni liberi. Io voglio vedere le Kornati.
Cerco di tergiversare, facendole ricordare che eravamo partiti per una crociera di pochi giorni, solo per fare una prova, per capire come si sarebbero comportati i bambini in barca, ma lei è davvero determinata.
Prendo tempo ancora un po' e tra di me penso che possiamo spingersi ancora un po' più giù, magari fino a Rab, a Lopar che per i bambini è un paradiso e poi lì temporeggiare e tentare di farla ragionare.
Lentamente rassetto la barca, avendo cura di togliere la tenda solo alla fine, per non esporre inutilmente il bambino al sole che ormai è alto sull'orizzonte e feroce. Poi accendo il motore e si parte.
Fuori dalla baia il mare è decisamente più rabbioso di ieri. Non c'è vento, ma le onde dritte sul naso mettono a dura prova il mio equipaggio e l'attrezzatura. Dopo qualche tentativo, decidiamo di non forzare la resistenza della ciurma e individuiamo una nicchia della costa dove ripararsi e aspettare l'evolversi degli elementi. Facciamo il bagno, gironzoliamo e mangiamo un'ottima pasta, al riparo di una roccia che proietta la sua ombra sulla spiaggia. A questo punto bisogna prendere una decisione. Il mare non sembra essersi calmato, tuttavia sembra che si sia alzato un venticello invitante. Emir comincia a dare segni di insofferenza, si strofina gli occhi, piagnucola e vuole sdraiarsi e anche Yanez, considerando l'ora, non dovrebbe tardare ad addormentarsi. Che si fa?
Decidiamo di salpare e coprire le dieci miglia che ci separano da Rab per poter dormire nella baia quieta e trasparente di Lopar. Rassettata la barca ci mettiamo per mare. Maya è in cabina con Yanez e Violanda, seduta sulle panche del quadrato, dondola Emir nel suo ovetto, sistemato in fondo al pozzetto nel punto più riparato della coperta. Il mare non si è calmato, anzi, gorgoglia di creste bianche e il vento è sostenuto. Insisto a forzare l'andatura a motore, ben sapendo che il nostro catamarano soffre con il mare formato se va a motore e che invece il vento ci spingerebbe con un bordo buono verso Lopar. Esito ancora un po'. Maya e Yanez sono stesi in cabina che mangiano cioccolata e leggono un topolino. Emir si è addormentato. So cosa devo fare, ma esito ancora. È come se il motore mi desse sicurezza. Poi metto la manetta al minimo, porto la prua al vento e sbroglio la randa. Violanda è ferma in pozzetto che tiene l'ovetto di Emir. Cazzo le vele prima di issarle, perché non sbattano troppo e sveglino il bambino e quando sono certo che il picco della randa è bene issato, vado al timone, poggio e regolo le vele. Il catamarano decolla e le prue scavalcano leggere le onde. Qualche spruzzo ogni tanto sorvola la coperta, ma Emir è ben protetto dall'asciugamano. Sbircio di nuovo in cabina e Maya sta leggendo i fumetti a Yanez, che è ancora indeciso se dormire o resistere ancora, rannicchiato contro la sorella. Violanda mi guarda sorridendo, con una mano sul manico dell'ovetto. Le nocche che stringono la culla di Emir sono bianche, sorride, ma neppure lei sa se emozionarsi per quella cavalcata tra le onde spumeggianti che ogni tanto spruzzano la coperta, o essere spaventata per questa corsa, tra i frangenti bianchi di spuma. I timoni cominciano a diventare duri e le vele sono tese come un tamburo. Maya esce dalla cabina, Yanez si è addormentato e io, leggermente incredulo, un po' spaventato, sbircio il gps che segna a volte sette, a volte nove nodi e mi domando se sia il vento, il mare o la magia del nostro catamarano ad aver addormentato i bambini, mentre Tomtom divora le miglia che ci separano da Rab e le chiglie oramai sembrano non toccare più l'acqua.

Siamo rimasti a Lopar tre notti. Entrando in porto con mare formato ho capito a cosa serviva quel perno di ferro sul piede del motore che era rimasto a casa. Solo che l'ho scoperto troppo tardi e con le onde della burianata si sono sfondati i cuscinetti del piede del motore. Con una serie di telefonate e un rivenditore scaltro, siamo riusciti a rimediare in breve e con una spesa contenuta dei nuovi cuscinetti per il nostro motore. Violanda sostiene siano pezzi rubati, ma ciò che conta è che siamo di nuovo pronti a partire. La dromomania è cronica nella nostra ciurma e dopo qualche giorno che siamo fermi, ci sembra di stare in prigione, anche se il posto è incantevole come Lopar. Il mare è tornato ad essere un olio e la brezza soffia verso sud. Rientrare a casa comunque non dovrebbe essere difficile, possiamo fare qualche bordo fino a Baska e poi di lì, nella peggiore delle ipotesi, risalire il canale del Velebit a motore. In poche ore saremmo nuovamente a Klimno e già domani sera potremmo berci la birra sulla nostra terrazza. Violanda mi squadra con il 777 aperto in mano.
- ormai i soldi per riparare il motore li abbiamo spesi, ora dove si va?
Sono immerso nell'acqua fino al bacino, mentre stringo le viti del motore, appena
sistemato e controllo che tutto sia in ordine. Guardo Violanda seduta in pozzetto, all'ombra della tenda, con le ginocchia raccolte contro il petto, che sfoglia il 777.
- ormai i soldi del motore li abbiamo spesi, ora andiamo a sud.
È come se il demone che mi ha sempre infiammato e che non mi ha mai permesso di stare quieto in un luogo, mi avesse abbandonato d'un tratto, ma uscito da me si fosse impossessato di Violanda. La guardo e cerco di interpretare la sua espressione, ma sembra davvero determinata.
- e dove vorresti andare?
- a sud.
Emir dorme nel suo ovetto all'ombra della tenda, rinfrescato da una gradevole brezzolina e Yanez russa in cabina già da un po'. È strano, ma tanto fatichiamo ad addormentare i bambini in terraferma, quanto si appisolano volentieri in barca. Forse il movimento asimmetrico del catamarano o forse il mare che come dicono i vecchi, “stanca”, tant'è che in barca, i bambini non hanno mai avuto problemi ad addormentarsi. Almeno finora. Il sole del primo meriggio batte violento, ma noi ce ne stiamo ancorati leggermente discosti dalla spiaggia e una piacevole brezzolina rinfresca l'ombria sotto la tenda del catamarano. Maya legge in cabina e Violanda sfoglia il 777. Io ho passato una brutta nottata, perché come un idiota ho ormeggiato troppo vicino alla spiaggia e la bassa marea notturna, mi ha costretto a spostare la barca nel cuore della notte. Il motore è in ordine, revisionato, sistemato e con quel dannato perno che ho dimenticato a casa, finalmente al suo posto. Salgo in barca e mi siedo vicino a Violanda sulle panche del pozzetto. Mi apro una birra tiepida dalla sentina e ragiono per qualche minuto.
- a sud?
- i bambini stanno bene, sono riposati e non soffrono né per il caldo, né per il mare, te ne sei accorto anche tu, l'altro giorno quando abbiamo affrontato quella burianata. La barca è in ordine le previsioni sono buone e abbiamo ancora tanti giorni davanti a noi. Perché non andiamo a sud?
Il ragionamento di Violanda non fa una piega, eppure c'è qualcosa che mi trattiene, uno scrupolo di coscienza, un dubbio, una paranoia. Per tuta la vita ho sognato di poter disporre di una barca, di un tempo indefinito e di una ciurma che segua il suo comandante e ora che tutto ciò è attorno a me è come se avessi paura e sono assalito da mille dubbi. Tutte le domande che mi assillano la mente hanno già trovato la loro naturale risposta. La barca è pensata per essere sicura soprattutto per i bambini. Se cambia il tempo, troveremo un ridosso come abbiamo sempre fatto, le previsioni sono attendibili e possiamo collegarci a internet in qualunque momento, se i bambini stanno male abbiamo un prontosoccorso di emergenza e se si butta al peggio, possiamo comunque raggiungere un centro servito da navi o nella peggiore delle ipotesi, da elicotteri. Soprattutto sono convinto che l'imprevisto, anche il più grave, può accadere anche fuori dalla porta di casa propria.
Guardo Emir col ciuccio in bocca che dorme nel suo ovetto, poi mi sporgo oltre il passauomo della cabina e contemplo Yanez, a braccia spalancate, che dorme sdraiato vicino a sua sorella, accucciata con un libro aperto sulle ginocchia. Una gradevole brezzolina mi accarezza la schiena. Faccio ancora un sorso di birra e poi rifletto ancora qualche istante.
- a sud?
- a sud.

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 Oggetto del messaggio: Re: i pigrotti del tiki: crociera 2013 parte II
MessaggioInviato: 25/10/2013, 22:38 
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Località: Arese
Da papà a papà mi sono commosso.

Solo una cosa: Non ho capito bene dov'è che dorme Emir? :lol:


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 Oggetto del messaggio: Re: i pigrotti del tiki: crociera 2013 parte II
MessaggioInviato: 25/10/2013, 23:59 
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Iscritto il: 14/11/2009, 10:10
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Località: un romano tornato al mare!
Paddy ha scritto:
Da papà a papà mi sono commosso.

Non sono nonno solo perché non sono papà.
Ma la commozione viene da un papà e raggiunge tutti.
E come non potrebbe, con quella famiglia che potrebbe tranquillamente fare a meno della barca e del resto, e che che invece si trova intorno e che rende ancora più bello..?

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Buon Vento!
Alberto
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Il più bello dei mari è quello che non navigammo (N. Hikmet)


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 Oggetto del messaggio: Re: i pigrotti del tiki: crociera 2013 parte II
MessaggioInviato: 26/10/2013, 9:08 
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Grazie Margutte.... è sempre un piacere leggerti.

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Lorenzo


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 Oggetto del messaggio: Re: i pigrotti del tiki: crociera 2013 parte II
MessaggioInviato: 26/10/2013, 22:44 
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Località: Ferrara
Come sempre accattivante e .........dritto al cuore ;) .
Grazie.


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 Oggetto del messaggio: Re: i pigrotti del tiki: crociera 2013 parte II
MessaggioInviato: 30/10/2013, 12:40 
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Iscritto il: 02/09/2010, 11:06
Messaggi: 3211
Località: Reggio Emilia
Bello....davvero bello ed intenso!!! Io invece non ho capito dove dormi tu?? in quadrato??

Però un paio di fotine....

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https://www.youtube.com/user/TheLimo74


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 Oggetto del messaggio: Re: i pigrotti del tiki: crociera 2013 parte II
MessaggioInviato: 05/11/2013, 13:01 
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Iscritto il: 15/11/2009, 16:44
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Era tempo! (per dirla con Salgari).
E avanti con le puntate!

Solo, se posso, ti chiedo una cortesia: postare il racconto con qualche riga di intervallo, ogni tanto, ma un po' meno tanto, per facilitare la lettura. A me almeno. :oops:


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