Marinai di Terraferma

Un raccontino per elogiare questo piccolo cabinato che può dare grandi soddisfazioni sia a sparaboe sia a sparacambiuse. Scritto per i Lagonauti, aggiungo alcune precisazioni per il resto del mondo.


Premessa: Monvalle (località sul Verbano a sud di Laveno, ndr) è un posto che aiuta per la sua posizione, ma i monvallini (Circolo Velico molto attivo sul lago, ndr) ci mettono comunque del loro. Il vento quindi non è merito loro, ma per ospitalità e organizzazione non sono secondi a nessuno. Finalmente percorso ridotto per i più piccoli, finalmente la partenza ad orario si antelucano, ma utile ad avere vento per tutti. Solo la tendenza a diventare sempre più sboroni è inadatta alla mia indole; carbonio ogni dove, cerate scicchissime, perfino i panini sono di Marchesi (locale Milanese,moooolto scich ndr), ma nonostante tutto non ci sentiamo ne ci fanno sentire fuoriposto con la nostra cerata 10tlon e le vele stazzate nell'89!

Sveglia alle 7, anzi alle 6,30 perché il comandante era in agitazione. Colazione al calduccio (abbiamo il camper appoggio, ndr) e poi in barca per armare le vele.
Usciamo alle 8 meno dieci. In mezzo al lago già si vedono le prime ochette e alcune barche che sventano randa, in regata non si riduce. Breve conciliabolo su quali vele e in che misura e decidiamo per il genoa grande e tutta la randa. Cunnigam a ferro, carrello genoa tutto arretrato, niente stralletto, niente carrello, randa sottovento.
A -20 togliamo il motore e ci portiamo mure a sinistra sottovento alla linea di una cinquantina di metri; il campo è ben disposto e non sembra ci sia un lato migliore, credo perché se vogliamo fare una critica la boa di bolina non si sa mai dov'è esattamente, la tendenza dei più è di partire in barca giuria noi decidiamo per stare a metà.
-5 strambiamo a pochi metri dalla barca giuria
-2 siamo a metà della linea a 50 metri sotto, orziamo per lanciarci
Via. Siamo un poco sotto la linea, ma perfettamente liberi, a parte Ramingo (Comet di 10 metri) che però in pochi secondi parte come una freccia e ci libera dai suoi rifiuti.
Boliniamo con la falchetta in acqua, Lorenzo al timone Ale in falchetta da buon prodiere e io fuori quanto posso pur tenendo la scotta della randa. Continuamo così per un buon tratto, talvolta scarrellando leggermente tal'altra orzando nelle raffiche.
A metà lago ci sembra scarseggi e viriamo; è la seconda regata insieme e la manovra ci riesce in modo fulmineo senza perdere un grado di bolina e con il fiocco a segno immediatamente. Via così, ora cominciamo a cercare gli avversari, il Gilda in particolare, e così il timoniere si distrae e facciamo una buona decina di minuti navigando poggiati. Nonstante questo al primo incrocio proprio con il Gilda siamo sotto di loro di pochissimi metri. Passano e, ovviamente, non gli andiamo dietro preferendo tirare ancora sperando di avere noi il vento buono.
Al secondo incrocio siamo ancora dietro, ma di pochissimo riusciamo perfino ad augurargli buona fortuna, poco prima di vedere il loro carello del genoa saltare. Bordo lungo verso il Piemonte (siamo fra Stresa e Laveno nella zona più bella del Verbano, ndr), bagnati, ma felici io specialmente stupefatto dal comportamento di questa barca.
Altra virata quando ci sembra di essere in lay-line (la boa è posta al traverso della punta di Cerro, ndr) e via mure a sinistra purtroppo questa volta accodati al Gilda. Qui avviene l'incredibile: quando sembra che il vento dia buono il Gilda vira e si riporta verso il Piemonte, noi dritti come fusi convinti del loro errore dopo meno di 300 metri ci troviamo in un buco di vento che per di più scarseggia, viriamo ma è tardi la nostra prua nonostante i metri fatti in più è perfino più bassa della loro.
Mesti ci concentriamo per non perdere altra acqua sperando di arrivargli in coda tanto da coprirli. Niente da fare alla virata, finalmente e veramente in layline, siamo irrimediabilmente staccati. Giungiamo in boa dopo un'ultima virata e issiamo lo spy.
Ale a prua è veramente brava e veloce e io finalmente so quali sono le manovre, la vela esce veloce e a segno, il fiocco sparisce e noi siamo immediatamente catapultati in avanti dalla forza del vento e il meteor che se mi ha stupito in bolina ci riesce di nuovo. Siamo leggeremente orzati, la scotta tira come una bestia e fatico a tenerla eppure nonostante le dimensioni il barchino fila dritto senza dare cenni di voler cambiare rotta. Stramente soffre l'effetto contrario quando si poggia troppo.
Il Gilda è la, ormai irraggiungibile, ma noi tiriamo lo stesso anche se molto poggiati perché ci spaventa un po' strambare con quel vento e così tentiamo di arrivare in boa con un bordo solo e ci siamo quasi riusciti mancavano pochissimi metri, ma non era destino.
Fortuna che il vento è diminuito o sfortuna perché siamo partiti in virata un pochino splendidi, Ale ha passato il tangone perfettamente Lorenzo accompagnato la randa in fil di ruota, io non ho mollato subito il braccio e lo spy si è fatto su con 6 parlati 2 gasse un piè di pollo e 4 margherita sullo strallo e così abbiamo tagliato il traguardo a 3 minuti dal Gilda.