franco ha scritto:
Ai tempi delle elementari, domenica mattina,era abitudine passeggiare con mio padre per le banchine del porto di Viareggio. Parecchi anni prima che arenassero li quel vecchio barcone travestito da galeone, quando ancora la banchina ospitava onorevolmente la draga ed il rimorchiatore dal fumaiolo nero contornato dalla fascia colorata a rombi. Fu su quella banchina che per la prima volta ho visto manovrare una barca a vela. Era una bella star che si dirigeva verso lo stretto passaggio per la darsena interna: quella che porta alla capitaneria ed al faro. La vela stesa che riflette la luce con una magica aureola, lo è scafo piegato, i due uomini stesi sul fianco, la prua in rotta verso lo spigolo del canale. Ci fermiamo a guardare, dal bordo della banchina, alti sull’acqua assistiamo alla virata, vicinissima alla pietra del canale,poi il nuovo bordo stretto, necessario per entrare nello spazio aperto della darsena interna. Il fiato della vela che arriva addosso, lo scafo che scorre vicino all’acqua, il ponte listellato, il bordo bianco, le armature luccicanti, il rettangolo nero che lascia intravedere il fondo dello scafo, gli uomini con le gambe penzoloni all’interno, il rumore metallico delle manovre la cassa si risonanza dello scafo, le voci secche d’intesa tra i due, tutto ritorna sempre alla mente, quasi a voler annullare gli anni che passano . Destino è che parecchi anni dopo, tra l’erba alta di un rimessaggio, adagiata su un invaso di legno traballante, la rivedessi ancora, la pittura screpolata, lasciava intravedere le tavole di larice, la coperta aveva bisogno della gomma, ma ancora non erano presenti le suture che segnano lo scollamento degli spigoli, la deriva poggiata sulla base dell’invaso era salda e no aveva segni di staccamento. Diventata mia, ancora sono passato per lo stretto canale ma invano ho cercato di annullare gli anni passati.……..Ancora debbo trovare quel vascello che mi porti a navigare attraverso il tempo.
autentica poesia.... grazie!