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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Chiuso il martedì
MessaggioInviato: 15/11/2009, 17:15 
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27 maggio 2008

Ore 10 siamo al lago in un stupendo martedì di maggio, dopo settimane di pioggia ininterrotta finalmente si pare un piccolo spiraglio e noi siamo pronti ad approffittarne.

Armiamo Vikolocorto e in pochi minuti siamo pronti ad uscire, destinazione programmata Lesa.
C'è un po' di tramontana, 5/6 nodi sufficiente per dare vela, il primo bordo è come al solito più o meno piatto verso la LN, il secondo più buono ci porta a costeggiare i canneti fino al ridosso di Angera, ci avviciniamo troppo per curiosare nell'ultimo cantiere rimasto sul lungolago e il vento ci tradisce, noi siamo sparacambuse e il motore non ci spaventa, lo accendiamo e rivolgiamo la prua oltre la punta, dove il vento torna e si riparte.
Costeggiare il Moretto mette tristezza, soprattutto perché non si conosce tutta la verità ma solo i sentito dire, per di più tutti assurdi. Per chi non sa ormai sul lungolago di Angera rimane un solo porticciolo, gli altri sono stati chiusi dall'amministrazione pubblica per motivi che a noi poveri utenti sfuggono.


Procediamo costeggiando il frangiflutti a pochi metri per avvicinarci alla costa e curiosare sui microecomostri che intanto stanno sorgendo, perdonate la polemica, ma le due cose sono in contrasto.

Torniamo alla nostr aplacida navigazione che , con il bordo successivo ci porta verso Solcio e, purtroppo anche verso la piatta inesorabile del canale di Ranco dove Venturi non è mai passato. Diamo motore e pilota e con una scatoletta alla volta diamo fondo alla cambusa, mentre Vikolocorto ci porta tranquillo verso Lesa. Dove approdiamo alle 13.

Lesa ha un bellissimo lungolago attrezzato per l'ormeggio all'inglese o con ancora a circa 1/3 di questo un piccolo pontile galleggiante e più a nord un altro pontile galleggiante con una decina di posti su finger.

2 passi sotto i portici, caratteristici, gelatino (sei meno meno) altri 2 passi per memorzzare i punti di interesse (ristoranti, bar, gelaterie) tutti chiusi il martedì, ed è il momento di iniziare il rientro.


Appena fuori ci viene incontro la pilotina delle "guardie" siamo soli in mezzo al lago e temiamo di venir fermati come lo scorso anno nello stesso identico punto; questa volta ci ignorano e noi proseguiamo diritti verso il prossimo obiettivo, l'esplorazione della costa Est fra Ispra e Ranco.
Puntiamo verso le fornaci, qui è presente un caratteristico esempio di archeologia industriale e il relativo porto da cui partivano i barconi carichi di calce alla volta di Millano, il porto è abbandonato e gli alberi si protendono all'interno della darsena, ma noi temerari vi entriamo comunque forti del nostro pescaggio prossimo allo zero.
Il frangiflutti è praticamente intatto, non è così per la massicciata di approdo che crollando ha sparso parecchi pietroni nel fondale rendendo pericoloso l'approdo, rimaniamo una cedina di minuti all'interno immobili, a godere della bellezza del paesaggio.


Prossima tappa Ispra dove tentiamo un approdo al primo porticciolo, purtroppo è pieno, ci sarebbe la barca giuria della vicina associazione velica, ma uno sguardo ai bar e negozi, tutti chiusi (è martedì!) ci fa desistere. Usciamo per visionare il secondo porticiolo, con il frangiflutti quasi sommerso dal lago. Anche qui i posti sono tutti occupati dai residenti, proseguiamo verso il terzo, Ispra ha 3 porti comunali tutti ben sistemati ed attrezzati, qui il posto c'è l'intera parte esterna del molo è dedicata ai transiti. Ci sentiamo di ringraziare in sindaco di Ispra e tutta l'amministrazione per lo spazio a noi dedicato.
Proseguiamo verso Ranco sempre costeggiando, non troppo vicini però per evitare i pali che sovrastano le sassaie praticamente sommersi e molto pericolosi, fino al mitoco Sass Cavalass e poi puntiamo verso la punta di Ranco, breve intermezzo per vedere una darsena privata completamente vuota quasi sulla punta e poi via decisi per il rientro.

Giunti al Moretto rallentiamo per un paio di foto commemorative e infine poggiamo tentando una sosta ad Angera. Il muro dello scivolo, a fianco dell'ultimo cantiere rimasto sul lungolago, dove spesso arrischio l'ormeggio anche se gli anelli sono fariscenti e il rischio di perdere la presa è alto è quasi sommerso tentiamo allora all'interno de porto Asburgico. I posti sono tutti occupati dai residenti, ci sono alcune boe quà e là ma non me la sento di rischiare, il molo sulla sinistra ha sempre i due gradini sfascia carene, non ci rimane che uscire e provare al pontile mobile verso l'area protetta. Il pontile risulta di fatto all'interno di un'area delimitata da boe che segnalano l'area di divieto di transito, ma noi ci avviciniamo lo stesso. Ben costruito e comodo per l'ormeggio, peccato che le briccole siano troppo vicine al pontile e rendano impossibile avvicinarsi per ormeggiare all'inglese e men che meno per utilizzarle per fissarvi le cime ormeggiando perpendicolari. Ancora complimenti.

Delusi rimettiamo la prua a sud per l'ultimo tratto, brevissima sosta al Città di Angera per curiosare la barca nuova di un amico e via all'ormeggio.
Rassettata veloce a Vikolocorto e poi a casa.


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