Marinai di Terraferma

Alla fine il momento è arrivato: svernare. Lunedì pomeriggio è stata una vera e propria corsa contro il tempo: tutto entro le quattro e mezza, ora in cui cominciava ad essere veramente freddo. In due ore abbiamo fatto tutto, posizionata la barca sul carrello, parcheggiata al suo posto, svuotata di tutto e caricato tutto il materiale in auto, incluso il motore, per svernare a casa. Alla fine abbiamo lavato ben bene ponte, opera viva e opera morta. L'antivegetativa sembrava in buone condizioni per cui si può sperare di farci un'altra stagione, vedremo quando è bella asciutta. Avrei voluto dare un'occhiata alla deriva ma Livio mi ha scoraggiato. Ci sarebbe voluto un altro carrello e molto tempo in più, perciò ho desistito. Tanto più che ho la vaga impressione che manovrare la deriva fuori dall'acqua, senza la sua spinta, potrebbe diventare molto pericoloso con conseguenze letali per lo scafo. Ci tengo che il mio barchino stia bene e rimanga in condizioni ottimali. Questo garantisce la sicurezza durante la navigazione e ne mantiene il valore commerciale. Ora mi aspettano la manutenzione del motore e il lavaggio delle vele, nonché la sistemazione di tutto il materiale negli scaffali della cantina, al fresco e all'asciutto, assieme all'ottimo vino della nostra Toscana.
Non ho perso l'occasione di osservare le barche vicine alla mia, un bel Microchallenger color grigio, un Meteor ristrutturato, Lalù il bellissimo Piviere, e così via con un pò di malinconia nell'attesa di rivedersi a marzo per cominciare la nostra stagione velica con la consueta uscita di Pasquetta e relativo varo di Aspirina. Comunque siamo venuti via soddisfatti, ovviamente dopo aver allentato del tutto il paterazzo e fissato il boma sul ponte.
Il lago era splendido e ci sarebbe stata anche l'opportunità di uscire perché c'era un bel venticello, ma ho preferito sistemare la barca. Non mi stancherò mai di ricordare a tutti che il Trasimeno è meraviglioso, più passa il tempo e più lo frequento e meno sono attratto da altri luoghi: il silenzio, il vento, la solitudine, la storia, la sua natura sono incomparabili e la confusione e lo stress che si vive in tanti luoghi di mare durante l'estate mi attraggono sempre meno. La "mia isola", la Polvese non ho potuto fare a meno di inserirla nella testa di questo forum e del sito e in queste giornate fredde d'inverno ne sento tanto la nostalgia. Durante il ritorno ad Arezzo un tramonto imperdibile tra l'azzurro intenso del cielo e l'arancione del sole che era scomparso, una continuità di colori che mozzava il fiato.