Marinai di Terraferma

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 Oggetto del messaggio: Avventura da paura
MessaggioInviato: 15/11/2009, 16:13 
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Ore: 10,00 lascio il pontile alla ricerca del vento provocato dai temporali che girano nella zona
(nota: pochi giorni fa un comet 701 è affondato per un fulmine che scaricando sull'albero ha fuso la guarnizione del log).
Ore 10,30 vento da SO 10 Nd (misurazione empirica a dito bagnato), piovigina, metto la cerata e continuo
Ore 11,00 vento da S 15 Nd (C.S.), piove ma fa caldo e mi diverto
Ore 12,00 vento da S 15 Nd, ha smesso di colpo di piovere, noto a 2/3 Km a sud una barca con le vele che sbattono e mi chiedo cosa stiano combinando mi fisso su di loro per curiosità e ad un certo punto il fiocco parte (si è strappato in testa d'albero) ma la barca continua a sbandare con la tuga nell'acqua.
Ore 12,01:15" (non dimenticherò mai l'istante esatto) vento da SO 50/60 Nd (??), di colpo mi trovo con la barca sbandata a sinistra con la falchetta completamente immersa e l'acqua che entra in pozzetto, svento immediatamente la randa e un istante dopo uno schiocco secco mi annuncia l'esplosione del fiocco (per fortuna), nonostante questo rimango inclinato e continuo ad imbarcare acqua, spinto dalla disperazione mollo la drizza della randa, raggiungo l'albero e ammaino, tirando come un forsennato, butto tutto (compreso il boma) sotto coperta, sbando ancora faccio almeno 10 Nd ma di traverso
Ore 12,05 vento costante, grandina, il pozzetto è ormai pieno e l'acqua tracima sottocoperta, seduto nell'acqua in pozzetto dò motore per mettere la prua al vento ma il volvo non riesce a farmi orzare, mi butto allora in poppa verso terra nella speranza di incagliarmi tra i canneti (poi ci penso)
Ore 12,10 vento da S 20/30 nodi, pioggia a secchiate, mi avvicino a 10/20 Mt dai canneti e dò fondo all'ancora (per tirarmi poi fuori) e punto a tutto motore verso la riva fino a bloccarni tra le canne, fermo il motore
Ore 12,30 vento e pioggia cessano di colpo, rimango ancorato a 5 Mt dalla riva tra le canne con la chiglia che sfiora il fondo in un ambiente surreale, si è alzata la nebbia dovuta probabilmente alla grandine
Ore 13,00 ripreso fiato e scaricata l'adrenalina, mi ritrovo tremante con l'acqua alle caviglie che defluisce lentamente dal pozzetto, guardo in cabina ci sono 20 cm d'acqua e 10 di ghiaccio, il boma e la randa. Mi spoglio in maglietta e mutande e vado a prua ad ammainare il fiocco strappato, svuoto dall'acqua la barca con il bugliolo (adesso ho anche una pompa di sentina elettrica)
Ore 13,50 mi chiudo sottocoperta indosso i vestiti dimenticati in barca chi sa quando, bevo una coca, un CaldoCaldo (che invenzione) e mangio tutte le fiesta che trovo, avvolgo il fiocco (che per fortuna si è scucito e non strappato) e la randa e li metto nei sacchi sistemo un po' le dotazioni che si sono rimescolate
Ore 14,30 è ora di muovere, ma prima faccio un controllo di tutta l'attrezzatura, della chiglia, del timone, delle via d'acqua, del motore. Sembra tutto a posto solo il ginocchio sinistro ha la forma di un melone e il colore di una melanzana (mi farà male per 10 gg)
Ore 15,00 senza dare motore per paura di aspirare la palta del fondo mi tonneggio con l'ancora verso il largo
Ore 16,00 raggiungo il cantiere e ormeggio alla mia solita boa, remando verso riva con il tender mi sembra di passare su qualcosa di strano, guardo giù e sul fondo adagiata sul fianco ancora ormeggiata alla boa c'è la barca che normalmente galleggia a fianco alla mia, mi diranno poi che una raffica di traverso e la deriva alzata l'anno rovesciata
Ore 16,30 le chiacchiere con il proprietario del cantiere si protraggono più del solito, aiuto a recuperare tavoli, ombelloni, sedie e tutto quello che pesa meno di 20 Kg che è volato contro la rete di recinzione
Ore 18,30 salgo in macchina ma non è ancora finita, entrato in autostrada mi trovo in coda bloccato per la miriade di alberi abbattuti.

Posso solo ringraziare chi ha progettato Bimba, la sua chiglia di 400 Kg e la poca vela.
Il primo che mi dice che sui laghi non c'è pericolo...


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 Oggetto del messaggio: Re: Avventura da paura
MessaggioInviato: 17/11/2009, 11:32 
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Iscritto il: 14/11/2009, 9:10
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Località: un romano tornato al mare!
iao Paady, che bella storia!!
Beh insomma bella a leggerla...
Sono d'accordissimo sulla pericolosità dei laghi, che spesso mutano improvvisamente le condizioni meteo, che fanno appunto venir paura e fanno prendere decisioni avventate, con conseguenze altrimenti evitabili.
Non è il tuo caso, evidentemente. Complimenti.
A me un temporale fece far la fesseria di lottarci contro (ero al lago...), con una fatica mica male e una discreta tensione per il vento e gli spruzzi e il freddo... Ma quando arrivai alla mia boa, mi resi conto che avrei potuto semplicemente aspettare (a secco, alla cappa, di poppa col solo fiocco, boh...) che passasse, per poi rivelare un fine giornata luminoso, chiaro, tiepido...

Un'osservazione/domanda: mi ha lasciato perplesso il particolare della barca affondata perché lasciata alla boa con la deriva alzata; la deriva abbassata consente certo più stabilità, soprattutto se è ben zavorrata, ma significa anche scuotimento continuo (forte in condizioni particolari come quelle) e fatica dei materiali (scassa, perno, paranco), e impossibilità di intervenire se la si lascia per lungo tempo.
Insomma, io la deriva la tengo alzata, provvedendo a metter in forza e rizzare tutto ciò che si muove (manovre fisse, drizze, boma etc.), anche se ciò aumenta certo il rollio.
Se poi le condizioni sono quelle che hai descritto, uno si affida alla sorte, non credo alla deriva...

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Buon Vento!
Alberto
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Il più bello dei mari è quello che non navigammo (N. Hikmet)


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 Oggetto del messaggio: Re: Avventura da paura
MessaggioInviato: 17/11/2009, 11:32 
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Iscritto il: 04/11/2009, 16:08
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Località: Arese
Sicuramente la sorte e sua cugina la fortuna giocano una parte importante.

In effetti nel racconto non faccio il distinguo, che poi ho appreso, fra derive mobili zavorrate e non.
Nel primo caso lasciare la deriva alzata comporta una sensibile diminuzione del momento raddrizzante, nel secondo può addirittura migliorare la situazione diminuendo il braccio di leva che si oppone alle onde.

Nel caso che ho descritto si trattava di un Deateti 6000 con deriva zavorra, ma lasciata alzata. A questo aggiungi che il vento girò di 90° di colpo e arrivò, io credo, ben oltre i 50 nodi e hai un insieme di sfortune veramente notevole.


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