La mia Barcolana inizia con l'apertura delle iscrizioni: assegnato n. mascone 395 n.velico 5856, è la mia prima regata e la randa di Libentè, un Pantalone di mt.7,10 ne è priva. Per metterci l’adesivo la bella e gentile addetta alla sede di Barcola mi consiglia di lavare prima la vela: cosa c’è di meglio della vasca da bagno di casa per un buon ammollo di qualche ora? Quando mia moglie L. arriva improvvisamente a casa mi accorgo subito che la pensa diversamente e per terminare incolume l’operazione con la complice, mia figlia Ch, devo aspettare che la mamma se ne vada. Abbiamo qualche incertezza sulla posizione, degli adesivi, ma alla fine la randa con la pressione di un’intera enciclopedia, occupando tutto il salotto per 24 h con qualche rimbrotto rassegnato, i numeri risultano corretti e ben visibili.
L’equipaggio non l’ho ancora definito. Il mio vicino di barca di Lignano, S. , è anziano ma paziente e di lunga esperienza, amante della Bretagna e particolare non trascurabile dotato di un enorme gennaker. Spero proprio possa venire, ci conto ma all’ultimo momento riceve il veto negativo del suo medico. Mi resta un cugino che si trova a Barcellona, ma non riesce a rientrare in tempo o Pao, compagno in passato di diverse scorribande a vela lungo le coste Croate. Niente da fare, anche lui sente l’età che inesorabilmente avanza e con le previsioni uggiose si nega adducendomi per telefono reumatismi diffusi. Anche un amico di Venezia prima si offre e poi trova un altro imbarco. La mia complice intuisce che alla regata ci andrei anche da solo e così coinvolge il suo compagno Ale, un po' timoroso ma fresco di patente, nonché mamma La, che in barca ci va da 20 anni senza essere mai riuscita ad imparare nulla. Lei in barca ci dorme, fuma o al massimo legge: scotte, drizze, bitte, terzaroli non ha mai capito cosa sono e a cosa servono, quando le nomino mi guarda con sguardo perso e interrogativo. L’altro figlio Gm è stuzzicato dall’invito, ma ha 22 anni altro per la testa e sente ancora la necessità di mantenere le distanze, cosa che ho imparato a rispettare nel reciproco interesse. Con dispiacere devo aspettare ancora.
Il 12 Ottobre alle 8,00 siamo pronti in Laguna al mio ormeggio M23, assegnatomi quest’anno dopo una lunga attesa e approfittiamo del trasferimento di 2 ore al campo di regata per issare le vele ancora disperse in cabina. Ripasso mentalmente le precedenze che ho inutilmente cercato fra quintali di carta nei vari stand “Barcolana”, ma che ho poi trovato in un vecchio manuale. La collisione è la mia principale preoccupazione. Di disgrazie per quest’anno in barca ne ho avute abbastanza. Piero mi ha avvertito dicendomi: “ sta atento che i te vien indosso !” – “ Ma mi li lasso passar” – gli rispondo “ no importa, i te vien indosso lo stesso!!”-
Raccolgo così il consiglio mattutino di Robi: “alla partenza stai esterno, vicino alla boa e allargati cercando spazio” Del resto è lì che arriviamo e non abbiamo nemmeno il tempo di familiarizzare con la telecamera, la Go Pro di Gm, nonostante le sue precise istruzioni la utilizzerò distrattamente alla rovescia riprendendo a lungo solo me stesso. Fortuna vuole non ci sia vento, siamo fermi, oltre 1900 barche immobili in un silenzio surreale, la boa si allontana sulla dx ma tutta la gran massa di barche si sposta compatta nella corrente di circa 100 metri in 1 ora, senza avanzare quasi niente, assieme a un gabbiano altrettanto fermo che si stupisce del gran trambusto e ne approfitta accettando volentieri qualche boccone.
In realtà non so bene in quale direzione andare, le coordinate delle boe le ho dimenticate a casa e fra gli inutili stand non sono riuscito a trovarle. Poco male, dalla linea di partenza seguo le altre 1900 per circa 210°. Qualche sfioramento mi crea qualche preoccupazione, ma gli 8 parabordi fanno il loro sporco lavoro. Nulla posso fare per impedire al mio equipaggio di assentarsi in cabina a rotazione, il secchio viene ripetutamente richiesto e alternandosi dal pertugio escono con una quantità di un liquido inequivocabile, paglierino che viene ripetutamente buttato in mare fra qualche sguardo attonito. Nonostante l’immobilità sia a lungo desolante, sarà un caso, ma il mucchio di barche dopo lo sversamento schiumoso si dirada e inizio così a vedere uno spazio libero dove dirigere la mia prua verso S/Ovest. Impongo a tutto mio equipaggio lo spostamento dei pesi sottovento. Laura ha il compito di appoggiarsi di schiena con tutta la sua massa al boma inchiodandolo in una posizione che non so se è ottimale, ma almeno certamente non ciondola più perdendo continuamente portanza, per lo stesso motivo Ale e Ch. si alternano al fiocco tenendolo continuamente tangonato ovviamente con il mezzomarinaio che verrà poi ingegnosamente legato con un groviglio di nodi misteriosi alla battagliola. Procediamo in questo modo improvvisando, ma intuendo che altre barche ben più grandi con vele enormi vanno o come noi o più lente con qualche debolissimo refolo di N/Ovest.
Qualcuno dopo due ore di immobilismo decide di abbandonare e lo scoramento aumenta. Più per ingannare il tempo che per convinzione provo a issare lo spin per la terza volta in vita mia, ma nonostante le modifiche alle bugne invertite, il braccio ripassato perchè sbagliato, lo spin rimane tristemente afflosciato non si gonfia, forse è troppo stropicciato per la lunga permanenza nel sacco. Lo ripongo dedicandomi di nuovo alla cura dell’assetto con i pesi e gli strumenti (mezzomarinaio) per mantenere le vele meno ciondolanti. Stupito e compiaciuto noto qualche recupero anche su barche più grandi e invelate con vele enormi. Scopro che la strategia migliore è tenersi discosti da loro per prendere quei pochi e deboli refoli sperando che la corrente favorevole e un traverso/giardinetto ci porti nella direzione corretta. Da una radiolina gracchiante del cel apprendiamo dell’arrivo di Esimit e della riduzione del percorso di regata. Verso le 14,00 una debole brezza ci permette di fare a tratti tre nodi, rimpiango un gennaker, alzo per metà la deriva perchè noto che l'aumento dello sbandamento ci fa guadagnare ulteriormente velocità, le speranze aumentano, ma un Hanse enorme sopravento ci oscura ripetutamente obbligandoci dietro e paralleli alla loro scia. Chiedo ripetutamente ad Ale di riferirmi la presenza della boa che vedrò solo all’ultimo momento a soli 100 mt dalla prua. Mi sorgono dei dubbi: “ e ora la boa dove la lascio a dx o a sx ? Con timidezza e vergogna, con il panino in mano, lo chiedo a quelli dell’Hanse che ci hanno sventato spietatamente per un bel pezzo. Improvvisamente le barche si concentrano, le distanze si riducono, c’è un gran fermento passiamo la boa gioiosi, ma poi altri dubbi amletici mi assalgono: “quale è la barca giuria, il rimorchiatore nero o la barca a motore bianca ? Devo ripassare la boa dall’altra parte ? In questi ultimi minuti devo abbandonare la telecamera che comunque registra un po' il caos dell’arrivo. Nella concitazione del momento mi ritrovo con la prua contraria al flusso di centinaia di barche che arrivano in massa e vogliono giustamente passare la linea del traguardo. Non mi rendo conto che siamo già passati e un triestino che mi sfiora con la prua esattamente contraria alla mia, mi riporta alla realtà riprendendoci bruscamente: “ se mezza ora che se rivai, tirese via de lì !! “ .
Ha ragione e sono troppo su di giri per prendermela, ma mia moglie spigolosa come sempre gli risponde con tono canzonatorio.- Podevi rivar prima ! - e l’altro: “imparè andar in barca !” - e L. ancora: “ si, impareremo de voi che se rivai dopo !!”
Scoppiamo tutti in una risata liberatoria e acceso il motore ci togliamo finalmente dall’impiccio davvero caotico, pericoloso e imbarazzante.
Siamo tutti felici della conclusione e con un buona bolina a 4 nodi ci riportiamo verso Miramare.
Il risultato sorprendente lo apprendo incredulo il giorno successivo da un amico.
http://barcolana46classifica.pitsoft.it ... e_croc.pdf Il Comitato di Regata dopo una lunga riunione ha deliberato che dalla prossima volta, fra le dotazioni obbligatorie della mia barca ci dovranno essere un numero adeguato di cateteri, sacche urine e anticolinergici
http://www.sailingphoto.it/2014/Barcola ... sp?ID=3660