L'arrivo di estebanito tra queste file mi ha indotto in un benvenuto agrodolce (speriamo non se la sia presa...) e mi ha ricordato come non siano proprio tutti uguali...
Cavo nell'Elba, Agosto, anni '80, l'anno esatto non lo ricordo; a bordo Manuela (ex compagna di liceo e mio quasi capo responsabile di ricerca) ed io; la barca, un 510 lanaverre, col quale proviamo a salvare una vacanza dopo che un harmony ci ha lasciato a secco a Porto Ercole pochi giorni fa (motore arrosto, come ti sbagli?).
L'aria non è proprio dolce, per risalire verso Nord da Porto Azzurro verso Marciana mi trovo a bordeggiare un po' duro (ma ci divertiamo).
Un'avvisaglia di temporale da terra arriva proprio quando ho tirato lungo verso Piombino; la prudenza mi suggerisce di non accostare subito verso l'Elba ma di continuare verso N per lasciar sfilare la burianella sulla dx.
Quando finalmente schiarisce un po', siamo stanchi e qualche goccia di pioggia l'abbiamo anche presa, coprendoci di cerate direttamente sopra i costumi (strana idea, fa anche più freddo, così...).
Decido di fare tappa a Cavo, dove sono certo di trovare riparo, mentre le notti a Marciana non sono poi così - e certamente - tranquille. Prua diretta, qualche bello schizzo in quasi-planata, il temporale se ne va sottovento e avanti a noi, ma qualche segno lo lascia. Insomma, siamo un po' scapigliati

, nulla di più, ma l'immagine che diamo dev'essere un po' quella di 'scampati alla tempesta'...
Entriamo in porto, quasi deserto di umani causa vento e freddo persistenti. Do fondo di poppa e dirigo con solo fiocchetto per ormeggiare di prua, a fianco di un attempato Chris Craft dislocante, affollato di bimbi e con due persone sedute tranquillamente a poppa (forte differenza di età tra il lui attempato almeno quanto la barca e una lei decisamente non barca e più giovane) .
Manuela assicura (?) una cima di prua a terra e si eclissa al volo per problemi idraulici (non da paura, dimostrerà più tardi).
Il tempo di rassettare poche cose in coperta, uno sguardo al CC davvero affascinante, un sorriso al comandante... Questi sparisce sottocoperta e torna dopo un attimo, porgendomi su un vassoio (sic!) due calici (ri-sic!) di bianco bollicinoso, dicendo: "Se permette, secondo me ci sta bene.." (E come!)
(Lo rincontrerò più volte nei giorni successivi, in navigazione lenta o alla fonda, sempre sorridente, dando più volte mostra - lui e il suo equipaggio - di serenità, perizia, organizzazione. Confesso: li ho anche un po' invidiati.)