Sabato sono uscito di nuovo, la seconda consecutiva con Vikolocorto, l'anno era finito male per quanto riguarda l'uso del mio barchino troppi inviti di amici, anche il 2010 era iniziato allo stesso modo. Nelle ultime settimane però sono riuscito a ritagliarmi qualche momento per il Viko sia da solo sia con amici vecchi e nuovi. Questo sabato doveva venire Massimo dopo mesi, ma il ragazzone ha deciso di farsi venire una colica, che come scusa mi pare un po' eccessiva, tantè sono uscito da solo. Questo è il bello del Viko da soli o in compagnia si è pronti sempre in 5 minuti.
Dopo un passaggio al mercato per prendere una treccia di mozzarella e una manciata di ali di pollo salgo al lago, il sole già presente e una temperatura dichiarata di ben 6 gradi alle 11 lascia ben sperare, anche le bandiere di verifica lungo l'autostrada promettono niente male.
Arrivo in cantiere passando da dietro perché sono in ritardo con il pagamento e un po' mi vergogno ed esco subito perché soffia da nord manca poco all'inversione e non voglio perdermi nemmeno un refolo. Srotolo subito l'ammazzapatane giusto il tempo di metterlo a segno e me lo ritrovo a collo; tento la poggiata della speranza ben sapendo che c'è poco da fare, il lago è già liscio come l'olio, regolando milimetricamente con il pilota che mi aiuta nell'impresa riusciamo a fare ancora un centinaio di metri, forse duecento e poi iniziamo la lenta ed inesorabile rotazione su noi stessi. Per lo meno il lago è piatto, in estate le onde dei motoscafi sono una vera tortura per noi che viviamo anche solo per un refolo.
Sono 3 settimane che l'inverna è puntuale quindi non mi scoraggio per nulla accendo il motore e mentre risalgo verso Arona mi dedico alla registrazione del rumore per un test che vorremmo fare su marinaiditerraferma: minimo, 3 nodi di velocità, velocità di crociera, motore al massimo misurati ad 1 metro di distanza.
Mentre mi infilo nel campo boe della LNI saluto alcuni amici che meno ottimisti o più informati sono rimasti all'ormeggio con la randa alzata pronti ad uscire, il bello di essere alla boa è proprio poter lasciare l'ormeggio senza usare il motore, passo a fianco a Bimba e con un po' di nostalgia le scatto qualche foto, poco oltre la barchina di un ADV con cui ho avuto modo di scrivere e anche a lei dedico un paio di riprese, infine verso le boe libere dove erano ormeggiati settenodi e liberopensiero una finita chissà dove e l'altra sull'invaso perché l'armatore in inverno le mette le corna con lo sci, mi attacco alla boa della seconda lasciando su la randa e mi accingo a leggere qualche riga.
Passa una mezz'ora di vento non se ne vede e lo stomaco comincia a brontolare non mi rimane di dedicarmi con impegno a demolire la mozzarellona mentre aspetto che l'origo scaldi a dovere le esili e croccanti alucce, dopo di queste in un moto di creatività riesco anche a sciogliere qualche pezzettino di formaggio su alcune fette di pane. Il tutto con estrema calma perché noi marinai siamo scaramantici e sappiamo bene che per far arrivare il tram bisogna fare qualcosa che impedisca di salirci. Niente Muprhy è troppo attendo, ha capito le mie intenzioni e il vento non si vede lascio quindi la boa e mi dirigo verso Angera per l'ormeggio con caffè, ma oggi proprio non ne va bene una, il pontile in transito è pieno, penso di mettermi in andana, ma sulle barche non c'è nessuno e non vorrei dar fastidio; cerco di infilarmi in un posto vuoto, ma un tizio su una barca vicina è già pronto a guardarmi storto, con fare italico gli chiedo se posso ormeggiare, lui risponde che i posti sono tutti in assegnazione. Esco.
Ormai si son fatte le 2 tanto vale rientrare. Mentre scendo verso su noto una macchia blu uscire dal Marzetta, no esce più a nord, sono Luca ed Elena, vado a rompergli i ...oni. 5 minuti e anche loro mi notano, hanno su la randa appena usciti dal porto hanno ancora qualche speranza, ma la patana è tale che riusciamo ad affiancarci con un paio di parabordi e a stare fermi senza nemmeno una ritenuta. Rimaniamo così un'oretta a chiacchierare bevendo un ottimo the caldo con il miele. Alle 3 per me è ormai proprio tardi ho una cena con alcuni amici, dobbiamo decidere le sorti di un forum e non posso mancare, lascio gli amici con alcuni accordi per il CiccioVela di sabato prossimo e smotorando rivolgo la prua a sud.
Ecco che finalmente Murphy ci nota e sicuro del tempismo fa arrivare il vento. Col cavolo! Apro l'ammazzapatane, isso la randa, schiaccio un -30 sul pilota e alzo il motore!
Vikolocorto sbanda immediatamente e forte dell'abbrivo parte mure a sinistra, solo in quel momento mi accorgo che nell'euforia del momento ho virato di 30° senza nemmeno guardarmi intorno, per fortuna non c'è nessuno intorno mi lascio quindi trasportare dal vento verso la solita meta: dove capita. Il vento è stabile e la barca fila che è una meraviglia me approfitto per far le solite foto alla Franz e i soliti filmini da matrimonio di una noia mortale. Bordo di qui, bordo di la, poggiata, farfalla, altro bordo, riviro, riorzo; sottovento, sopravento, sbando, raddrizzo, regolo: provo qualche finezza dovrei rimettere i barber al code schiacciando la scotta guadagno un bel 0,3, e pure il trasto la randa dovrebbe essere un più sopravento per poter lascare e fargli fare un po' di pancia. Non mi rimane che scaldare un buon caffè, raffreddarlo con un goccio di grappa e lasciare che la barca mi riporti sull'ultimo bordo verso il porto, ormai son le 4 passate e il tempo è scaduto da tempo arriverò tardi ma non mi sento in colpa l'ho fatto solo per metterla in ...o a murphy.
Giungo in porto stanchino e nella disattenzione do una culata alla barca che mi hanno piazzato troppo vicino al mio ormeggio, per fortuna senza danni o segni, ma appena verso la quota farò le mie rimostranze. Mentre fermo la barca il sensore fa scattare la suoneria del cellulare, Nastro e Rup vogliono farmi sapere che la pescheria è ben 30 metri più avanti rispetto a dove avevo detto io.
Chiudo, 2 chiacchiere con amici sul pontile e poi a casa.
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