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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Risalire l'onda
MessaggioInviato: 13/05/2010, 10:18 
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Iscritto il: 05/11/2009, 18:02
Messaggi: 3741
Paddy e Gabriele finalmente ci potranno dire qualcosa di più quest'anno, io dopo la promessa solenne di mai moglie l'anno prossimo (all'Argentario è, non più lontano!) ma la qustione di come si comporta il VIKO 20 al mare è interessante. Dal Velablog di Mistro ho letto questa interssante discussione: http://www.velablog.com/2007/11/24/viko-20-navikom/

da cui ho estratto due interventi, cosa ne pensate?

Carlo on Settembre 27th, 2008 at 18:41
Ciao a tutti, leggendo i vari post non sono riuscito a capire l’affermazione che il Viko più che il vento soffre il mare.
Le vele carrellabili attuali hanno carene piatte e sono molto larghe, quasi tutte al limite della carrellabilità, per offrire più spazio possibile sotto coperta quindi tendono a battere maggiormente sull’onda rispetto alle vele di qualche anno or sono con carene più pronunciate e baglio massimo minore. Penso che il minor peso di un Viko rispetto ad un First sia solo un vantaggio e cioè maggiore capacità di risalire l’onda. Qui un racconto di un navigatore …..Un certo John Guzzwell negli anni 50 si costruì una vela di 6,25 mt con la quale fece il giro del mondo e uno dei requisiti fondamentali era la leggerezza in modo che in una tempesta la vela si sarebbe lasciata sollevare sulle creste. Dal racconto il viaggio fu bellissimo e la vela non ebbe mai problemi nelle tempeste. Quando invece John si imbarcò per affrontare l’Horn sullo Tzu-Hang dei coniugi Smeeton, un’imbarcazione robusta e pesante, accadde l’irreparabile a causa dei frangenti che sconquassarono la coperta in quanto l’imbarcazione non riusciva a risalire rapidamente le creste.
Personalmente preferirei affrontare una tempesta su un tronco di sughero che su un tronco di quercia.


luciano on Agosto 5th, 2009 at 10:59
salve a tutti
anche io sono entrato da poco nella lista dei vikomani, ed ho un viko 20 che uso al mare, tenendolo in spiaggia sul lungomare di senigallia (dove abito, una comodità assoluta) su un carrello di alaggio idraulico appositamente costruito. debbo dire che il viko se la cava egregiamente anche in mare, ha una manovrabilità assoluta anche per chi è alle prime armi, semplicissimo da armare e disarmare, tiene l’onda in modo non dissimile da barche più blasonate e, soprattutto, con le brezze che normalmente sono presenti in adriatico, vola sull’acqua. chiaro che, se il vento cresce e si va intorno ai 20 nodi io preferisco tornare a riva, ma in quelle condizioni normalmente fuori da noi si vedono solo windsurf. Il vantaggio del viko è che è godibilissima per il daycruiser, spaziosa e confortevole, freschissima in cabina e sorprendentemente stabile; tenendo conto che costa poco di più di una buona deriva, ne sono assolutamente soddisfatto
anche io ho un viko nuovo modello


Devo provare, ma in condizioni di onda al lago non ho provato una grande differenza tra il VIKO20 e 600 kg di zavorra.


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 Oggetto del messaggio: Re: Risalire l'onda
MessaggioInviato: 13/05/2010, 11:26 
Grande Francesco! L'Argentario è una delle zone che vorrò navigare per un breve weekend con le mie donne... magari ci si può incontrare... prima vedo come va quest'anno al lago.
Sarebbe bello sentire i pareri dei Vikoarmatori che navigano al mare. Io in passato avevo contattato il proprietario di Blue Noah perchè ero interessato alla sua barca (ma l'aveva venduta). Mi disse che al mare si comporta bene e che è una barca sicura (in considerazione delle sue dimensioni).


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 Oggetto del messaggio: Re: Risalire l'onda
MessaggioInviato: 13/05/2010, 12:18 
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Iscritto il: 22/03/2010, 19:07
Messaggi: 551
non so nemmeno descrivere le mie prime sensazioni di paura con la barca sbandata... ricordo pochi anni fa un amico caro portato in barca quasi per forza (in canoa con lui forza 8 l' ho preso un paio di volte e insieme abbiamo fatto discese di torrenti belli tosti, il corno, le dora e alcuni torrenti corsi con salti anche superiori a 3 metri... non e' un fifone) che intorno a 25 gradi di sbandamento mi disse: "siamo sicuri che non si rovescia? se me lo dici ci credo ma dimmelo che non mi sento tranquillo."
per molti anni ho snobbato le barche con forte raddrizzamento privilegiando la leggerezza su tutto e facendo la considerazione che se metti l' albero in acqua te lo sei cercato.
quest' anno a giugno ho messo l' albero in acqua almeno tre volte in dieci minuti. non stavo cercando di battere qualche record, non ero li a giocare, dopo quasi (aime' mancano pochi mesi) 50 anni di mare e' stata la prima volta che ho temuto di lasciarci la pelle o comunque che qualcuno si facesse parecchio male, per non dire dell' immagine che ti viene agli occhi della barca distrutta che affonda... ne ho viste diverse ma non erano la mia.... e' molto deverso.
quest' esperienza mi ha molto cambiato, le leggere sono sempre il mio ideale di barca ma guardo con nuovo interesse quelle che si autoraddrizzano anche dai 180 gradi.
per essere stabili e leggere le barche devono pescare molto, un class 40 ha poco piu di 1000 kg in ghiglia ma la chighia a 3 metri garantisce un raddrizzamento doppio di una di un metro e cinquanta a parita di peso.
insomma saperci fare aiuta ma ci sono situazioni imprevedibili in cui ci si difende male con una barca che a 100 gradi non si raddrizza piu.
Io tra un b21 ed un farr 6.40 non avrei dubbi, il primo in ogni caso, anche se la planata con 10 nodi di vento e' tanta roba.
un parametro io lo considero attendibile e' la categoria di navigazione con la b non ci farei il giro del mondo ma secondo me e' sufficiente per superare bene quasi tutte le situazioni.
un altro e' il pescaggio minimo... che la canoa mi manca, mi mancano gli odori della scogliera, il costeggiare a pochi metri dalla riva, ormeggiare in quella caletta con la cima a terra, si, quelle in cui facevo campeggio con tenda e canoa quando ancora c' avevo nelle braccia le 25 miglia al giorno.. .cala sisine, cala luna, bugerru, le sporadi, filicudi, marettimo... la polvese dalla calata delle bisce, che francesco chiama "sant' arcangelo" e che ...il molo dove ho imparato a pescare i persici reali non c'e' piu... e magari non ci sono piu nemmeno i persici.


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