Lo so, i puristi della vela "apriti cielo, spalancati terra", come al solito "così non si fa", ma io lo farò. Troppe "defaillances" (si scrive così?) da parte dei figli quindi mi vedo da solo in barca con la zavorra (Elena) che vuol dire "non avere nessuna possibilità di aiuto", magari nei momenti fatidici in cui le forti raffiche sferzano il lago. Al dunque, cambierò il piano velico:
1) Randa ridotta da 10 a sei metri quadri con una mano a quattro metri quadri;
2) Fiocchetto da 4 metri quadri rimane;
3) Nuovo genoa con rollafiocco da 8 metri quadri.
Che in pratica vuol dire.
1) Randa da sei metri quadri un po' sventata ti raddrizza subito la barca in quasi tutte le situazioni;
2) in condizioni di vento sotto i 10 nodi, il genoa e la nuova randa ti portano la barca esattamente come ora, se non più;
3) all'occorrenza rollo quasi tutto il genoa e ritorno al punto 1.
Sono un cacasotto? Si, ieri sera, per non dover rivedere il solito Barnaby rivisto almeno otto volte ho visto Albatross, oltre la tempesta!
