Marinai di Terraferma

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 Oggetto del messaggio: sulla regolazione della randa
MessaggioInviato: 13/04/2010, 16:57 
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tutto comincia con la regolazione dell' albero!
Purtroppo e' cosi, con un albero regolato male anche la randa si regola male.
per albero frazionato con crocette acqaurtierate
si stende a terra la randa e si controlla il "giro d'albero"
il giro d' albero e' la quantita' di tela che c'e' in piu sulla relinga rispetto alla congiungente tra penna e mura.
bisogna misurare la massima distanza tra la congiungente e la relinga.
se la vela e' fatta bene e se non si e' deformata questa misura si trova a circa un terzo in alto della P
il nostro albero cazzando il paterazzo dovra piegarsi circa alla solita misura di meta' del giro d' albero.
perche'?
perche cazzando il paterazzo l' albero piegandosi appiattira' la vela ed essa diminuira la sua portanza, ovvero la forza che provoca sia la spinta ma soprattutto lo sbandamento.
ovviamente l' albero con su la vela si piega anche cazzando la scotta (sul paranco della scotta ne riparliamo se interessa) ma in generale succede che sui rafficoni la scotta si lasca per cui e' bene che l' albero sia pre flesso dal paterazzo (non guardatemi male, il paterazzo e' una manovra corrente sugli alberi con le crocette acquartierate, non serve a tenere l' albero su ma a a deformarlo e a ridurre la catenaria sul fiocco (anche su questo se volete ci torniamo).
immagino che chi usa barche carrellabili non abbia la paronoia dell' albero che viene giu' (potete non credermi ma il mare e' pieno di gente che non tocca le sartie nemmeno una volta all' anno per paura di fare danni). appena regolate le alte mettete in forza la drizza sulla trozza e cazzate il paterazza per ottenere la famosa misura presa prima....si piglia spesso a "occhiometro" (per gli alberi con due ordini di crocette e' meno banale) a questo punto si serrano le basse fino a quando la curva non comincia a diminuire.
ci siamo cosi garantiti che col ventone la nostra randa potra essere appiattita e dimenticata come fonte di sbandamento.... io l' ho fatta facile per ora, in realta lo strallo di prua ha un ruolo fondamentale in questa regolazione ma preferirei parlarne come risposta a domanda se a qualcuno interessa.
bv


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 Oggetto del messaggio: Re: sulla regolazione della randa
MessaggioInviato: 13/04/2010, 17:22 
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Iscritto il: 05/11/2009, 17:02
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Veramente interessante, troppo poco si parla di questa cosa anche se Tramp a suo tempo aveva lanciato qualche messaggio. Purtroppo siamo sempre in corsa con il tempo e un po' inesperti.
Comunque per quel che mi riguarda qualcosina faccio anch'io, poiché ritengo essenziale controllare l'albero:
1) tutte le volte tensione delle sartie con le mani e verifica degli arridatoi;
2) una volta all'anno controllo con il tensiometro;
3) controllo lungo la canaletta se l'albero è dritto;
4) si controlla che l'albero sia inclinato verso poppa e si tiene cazzato il paterazzo.
Probabilmente tutte operazioni inutili perché le vele sono specie di mutande, comunque tutto fa.
Qui forse si vede un po' l'inclinazione dell'albero verso poppa:


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 Oggetto del messaggio: Re: sulla regolazione della randa
MessaggioInviato: 13/04/2010, 17:42 
Fantastico! Grazie.
Quando ho preso millepiedi Hilmar mi disse di cazzare il paterazzo con vento forte... così ovviamente è tutto più chiaro.
Tensiometro a parte (che non ho) cerco di fare come fa Franesco...sono però indietro con l'apprendimento :oops:
Attendo i più esperti per gli opportuni commenti.
Grazie ancora!!


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 Oggetto del messaggio: Re: sulla regolazione della randa
MessaggioInviato: 13/04/2010, 17:49 
A proposito di sartie. Cambiano le regolazioni delle sartie in caso di vento forte? :oops:


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 Oggetto del messaggio: Re: sulla regolazione della randa
MessaggioInviato: 13/04/2010, 19:25 
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Iscritto il: 22/03/2010, 18:07
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all' aumentare o diminuire del vento in genere si cambia la regolazione dello strallo.
su una barca di 6 metri la variazione dovrebbe essere intorno ai 6 centimetri.
perche cosi vago?
la regolazione dello strallo interferisce sia con la tensione delle sartie alte sia con quelle basse, ma soprattutto porta ad un precarico dell' albero che puo essere notevole.
in generale il dato e' catenaria giusta minore del 3% della lunghezza dello strallo (nessun velaio disegna vele che sopportano catenaria maggiore, una catenaria minore fa chiudere la balumina e rende piatta la vela, l' ideale sarebbe molta catenaria con poco vento, poca col ventone.
che succede?
all' aumentare della catenaria (si misura sempre ad occhiometro da prua), la vela cambia la sua forma, diciamo che succede un po il contrario di quello che succede alla randa piegando l' albero in avanti, il fiocco/genova con una catenaria importante diventa piu grasso, insomma il vento lo fa diventare piu potente.
il paterazzo cazzato limita questo problema ma c'e' un limite oltre il quale il paterazzo non arriva. chi ha il rullafiocco deve fare una regolazione intermedia o e' costretto ad agire sulle alte, con i garrocci o il frullino la regolazione da dei grossi vantaggi.
teoricamente l' armo frazionato potrebbe essere cosi equilibrato da non richiedere ulteriori regolazioni, in realta' non esiste!
si con vento forte potrebbe avere senso serrare le alte, in generale a me (ci sono due scuole io faccio parte della minaranza) non piacciono gli alberi inchiodati, magari pompano meno ma sono meno reattivi alle regolazioni.
una cosa per chiudere questo post, non e' la forza del vento che fa andare in tensione la sartia sopravento, e' la reazione di raddrizzamento e il raddrizzamento non dipende dall' intensita' del vento ma dalle caratteristiche della barca... in soldoni se lo scafo regge le sartie cariche in porto le regge anche col ventone, quella piccolissima parte di tensione in piu viene tolta alla sartia sottovento.. non so sie mi sono capito?


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 Oggetto del messaggio: Re: sulla regolazione della randa
MessaggioInviato: 13/04/2010, 19:39 
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Iscritto il: 22/03/2010, 18:07
Messaggi: 551
Francesco Lenzi ha scritto:
Veramente interessante, troppo poco si parla di questa cosa anche se Tramp a suo tempo aveva lanciato qualche messaggio. Purtroppo siamo sempre in corsa con il tempo e un po' inesperti.
Comunque per quel che mi riguarda qualcosina faccio anch'io, poiché ritengo essenziale controllare l'albero:
1) tutte le volte tensione delle sartie con le mani e verifica degli arridatoi;
2) una volta all'anno controllo con il tensiometro;
3) controllo lungo la canaletta se l'albero è dritto;
4) si controlla che l'albero sia inclinato verso poppa e si tiene cazzato il paterazzo.
Probabilmente tutte operazioni inutili perché le vele sono specie di mutande, comunque tutto fa.
Qui forse si vede un po' l'inclinazione dell'albero verso poppa:


1) concordo... alte dure e basse belle lasche, se sono in tensione o c'e' il paterazzo cazzato o c'e' qualche problema.
2) io non uso il tensiometro. il tensiometro e' nato per le regate ad uso dei giovani velisti che hanno la loro scheda e conoscono tutte le tensioni in base al vento atteso. se non sei uno sparaboe controllare la tensione ha poco senso.
3) vorrei aggiungere che anche se e' difficile andrebbe controllata anche in navigazione, il sistema albero sartie e' relativamente elastico, si controlla soprattutto che la penna non vada sopravento, se "spenna" (sottovento) un po va bene
4) no, non e' assolutamente detto che l' albero debba essere inclinato verso poppa, in generale se piano velico e piano di deriva sono giusti l' albero dovrebbe essere dritto, si sposta indietro la testa per rendere orziere le barche neutre, e per questo difficili al timone di bolina ma spostare in dietro la testa vuol dire spostare indietro il centro velico e cio che potrebbe sembrare buono per la bolina potrebbe trasformarsi in un disastro alle portanti, barca che straorza o peggio che non va alla poggia.... mi sembra di aver letto un tuo post dove dicevi di ridurre molto presto la randa... forse e' colpa della tua regolazione (prendimi con le molle che io sul vico non ci sono mai salito... quella merdina di paddy non mi ha mai invitato)


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 Oggetto del messaggio: Re: sulla regolazione della randa
MessaggioInviato: 13/04/2010, 20:35 
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No io riduco solo perché sono un cacasotto e ho paura di finire in ammollo. :lol:


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 Oggetto del messaggio: Re: sulla regolazione della randa
MessaggioInviato: 14/04/2010, 8:25 
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grazie marco


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 Oggetto del messaggio: Re: sulla regolazione della randa
MessaggioInviato: 14/04/2010, 8:51 
Grazie mille per le spiegazioni.
Le terrò con cura per quando, spero, sarò in grado di potermi approciare a queste regolazioni...
Tutto molto interessante...e difficile...
BV


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 Oggetto del messaggio: Re: sulla regolazione della randa
MessaggioInviato: 14/04/2010, 10:56 
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con le volanti e l'armo frazionato tutto diventa + difficile, ogni manovra interagisce con le altre..

Sulla mia le uniche sartie da regolare "in differita" sono le alte...
Basse, paterazzo e volanti sono manovre correnti.. (ognuna ha il suo paranchetto e la scotta di regolazione)

fondamentalmente:
- le volanti servono a regolare la catenaria dello strallo di prua
- le basse servono a regolare la forma dell'albero (e quindi della randa) regolando la flessione dell'albero all'altezza delle crocette (1 ordine solo)
- le alte: in realta' la flessione dell'albero che si regola con le basse e' data dalla tensione delle alte (acquartierate), le basse quando cazzate impediscono all'albero di flettere.. se le alte non sono tese, con le basse non si puo' flettere..
- il paterazzo fa flettere principalmente la penna (parte "libera" sopra le sartie alte) e ha anche un poco di effetto contrario sulla parte sotto l'attacco delle alte.

Riassumendo: la tensione delle alte si regola con le basse lascate, paterazzo cazzato facendo assumere all'albero la massima flessione prevista (giro d'albero), per venti forti in realta' bisogna tendere ulteriormente per evitare che l'albero scada sottovento (si ma stavolta con le basse in tensione)..
Fatto questo in navigazione si regolano le basse (molto cazzate con poco vento, poco cazzate con molto vento...)
e il paterazzo si usa per appiattire + o meno la penna quasi come il carrello randa.

Ovviamente le manovre non sono indipendenti, per cui cazzando le basse non si ridurra' solo la flessione alle crocette, ma si ridurra' anche la flessione data dal paterazzo... e via dicendo per le altre..

insomma... devo ancora imparare... :roll:


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