Altrove Guru:
guru70 ha scritto:
Ho avuto modo di fare un paio di misure con il mio fuoribordo, per la cronaca: - tohatsu 2T 5CV
- barca: micropomo
Le misure sono state fatte con un GPS (il log-solcometro era fuoriuso) adeguatamente "compensate" per tener conto della componente della corrente [ il gps da la velocita' rispetto al terreno fermo non rispetto all'acqua.. in moto.. ]
Grafico 1: Velocita' VS giri motore
Questo e' il grafico piu' interessante... possiamo con grande approssimazione considerare la spinta proporzionale al nr di giri del motore e quindi vedere il grafico come se fosse "spinta applicata - velocita'" nel primo tratto la curva e' una retta.. raddoppia la spinta raddoppia la velocita'... poi cambia... Si nota molto bene l'effetto "saturazione" dato dalla velocita' limite della carena del micropomo [che a questo punto, forte della misurazione "stimo" in 6 nodi...] La linea di tendenza e' un po' pessimistica... si ferma proprio a 6 nodi, nella realta' tale valore e' superabile ma solo in condizioni molto particolari.. in planata... [ ho visto personalmente il log segnare 6.7...

] [modo saputello ON] PS: la velocita' limite per una barca dislocante (che non plana) e' la velocita' alla quale l'onda generata dalla prua della barca e' lunga esattamente come la barca per cui la barca si trova a "salire" sulla propria onda.. le barche con poppa tronca come il micropomo hanno lunghezza effettiva un po' maggiore perche' l'acqua si richiude un po' dietro la poppa... rappresenta la massima velocita' raggiungibile, oltre la quale ad un incremento della spinta non corrisponde piu' un aumento della velocita' ma l'energia fornita viene dissipata generando enormi onde... finche' non si riesce a uscire dall'acqua e si plana... [modo saputello OFF]
Molto interessante.
Implica anche, mi sembra, che
sia inutile avere troppa potenza: in determinate condizioni, raggiunta la velocità critica, la potenza esuberante si dissipa nel creare onda di prua.
Ma una domanda mi stuzzica. E non so rispondermi, mi confondo.
Poniamo di avere una resistenza che non dipende solo dall'acqua ferma, ad es. vento di prua, corrente contraria, relative onde ripide a piacere.
In queste condizioni, si può pensare che:
- a zero giri, la barca indietreggi;
- che a x giri, poniamo 500, la barca sia ferma.
- a 1000, 2000, 4500... giri la barca raggiunge le "sue" velocità (vedi grafici di Guru), diminuite dello "spreco" necessario a superare vento e onde (spreco, potenza, velocità che poniamo costante)
In questo range la velocità cresce comunque in misura direttamente proporzionale al numero di giri. Quindi a 500 giri velocità zero (intercetta l'asse delle x al valore 500 giri), poi cresce linearmente e parallelamente al "grafico di Guru"
Che succede poi?
Raggiunta +/- la velocità critica, la "curva di Guru"

si appiattisce causa raggiungimento della velocità critica; Invece, in condizioni di maggior resistenza, per raggiungere la velocità critica dovremo esprimere, con un motore che ne sia capace, altri 500 giri (?).
...
Allora è bene avere un motore esuberante?E' giusta questa affermazione?
Sapete, non sono mica un ingegnere... (e quella qui sopra
non è una domanda retorica)
Grazie a chi vorrà rispondere.